Lascio da parte le miserie morali di questa Italia, ripetutamente stuprata, perché poi c’è sempre di peggio nel mondo (e anche di meglio, per fortuna). Il TgTre è tornato con una sua troupe ad Haiti, due mesi dopo il catastrofico terremoto, testimoniando una parvenza di ripresa della vita, peraltro molto precaria dove già era disagevole vivere prima.
Un’annotazione, anche visiva, mi ha colpito. Molti ragazzi continuano a scavare sotto le macerie, dove si trova ancora un numero incalcolabile di morti, perché sperano di trovare addosso ai cadaveri soldi e oggetti preziosi, d’oro soprattutto. Ne parlava con molta tranquillità un giovane della capitale. E non ho potuto fare a meno di considerare in quale stato di decomposizione si possano trovare quei cadaveri, con tutte le conseguenze relative.
Il degrado totale, che ha ridotto esseri umani ad una condizione primordiale, è anche crudamente raccontato in un reportage, pubblicato su “La Stampa” alcuni giorni fa, che riprende testimonianze dirette dall’area caraibica. All’interno del testo vari link che rimandano alle fonti originarie.
Ad Haiti, intanto, si avvicina la stagione delle piogge e degli uragani. Non c’è pace a Port-au-Prince
Haiti: crescono le violenze sessuali contro le donne nelle tendopoli
TESTO ORIGINALE DI LISA PARAVISINI, TRADUZIONE DI GAIA RESTA
Le notizie più inquietanti delle ultime settimane, tra il caos e l’instabilità dilaganti ad Haiti dopo il terremoto del 12 gennaio, riguardano il significativo aumento di aggressioni contro donne e bambine all’interno dei rifugi temporanei che oggi affollano il Paese. Le denunce di violenze e stupri contro le donne, ormai all’ordine del giorno in tutto il territorio, giungono in un momento di totale assenza di sicurezza nella regione.
Secondo alcuni resoconti, le donne sono dovute ricorrere a misure drastiche per proteggersi dalla violenza nelle tendopoli sorte dopo il terremoto. Parliamo di madri sveglie tutta la notte, che non riescono nemmeno ad andare in bagno o a prendere l'acqua, per paura che gli uomini ne stuprino le figlie mentre dormono. Alle ragazze più giovani è stato detto di indossare i jeans sotto i vestiti, per essere ulteriormente protette durante la notte.
Gli uomini del luogo si sono organizzati in gruppi per proteggere le donne e le bambine dei loro campi, dotandosi di armi artigianali per allontanare gli aggressori. Tanta paura è dovuta anche alla presenza di molti criminali fuggiti dalle prigioni locali dopo il terremoto, e non ancora catturati. Tuttavia, anche prima del devastante sisma, il tasso delle violenze sessuali ad Haiti era tra i più alti del mondo, secondo un rapporto di Amnesty International del 2008.
La storia della violenza sessuale ad Haiti è lunga e oscura. Lo stupro è stato riconosciuto come reato dalla legge haitiana solo nel 2005 e, in generale, ha sempre goduto di una certa impunità (come ribadiva ancora Amnesty International nel 2006). Difatti lo stupro è comunemente percepito come qualcosa che può accadere solo a una ragazza molto giovane o vergine. La normativa haitiana lo considera un "reato d'onore", facendo gravare, di conseguenza, un grande senso di vergogna sulla vittima. Nel 2004 durante il periodo precedente la fuga del presidente Jean Bertrand Aristide dal Paese, un momento di grande caos e sconvolgimento politico, le violenze sessuali e gli stupri erano particolarmente frequenti. Gli aggressori rimanevano impuniti e raramente venivano arrestati, anche quando erano identificati dalle vittime. Una donna ha dichiarato di essere andata in lacrime dalla polizia per denunciare lo stupro e, non solo di essere stata trattata con falsa preoccupazione, ma addirittura di essere stata portata fuori solo per essere nuovamente violentata dal poliziotto.
Taina Bien-Aime, direttore esecutivo di Equality Now, ha parlato su MediaGlobal (testata indipendente basata all'ONU e centrata sul 'Sud globale') dell’attuale situazione ad Haiti: "La cosa più straziante e scandalosa è che un minuto dopo il sisma, abbiamo temuto e previsto che si sarebbero verificati stupri e violenze sessuali. Quasi ogni giorno, vengono pubblicate storie di violenza sessuale e stupri nelle tendopoli o di come le donne temano di essere assalite da potenziali stupratori... Dbbiamo imparare dagli errori del passato rispetto alla tutela delle donne e delle bambine nei periodi di guerra o calamità naturali. Alle donne haitiane viene spesso insegnato a soffrire in silenzio, ma la comunità internazionale non deve considerare inevitabile l’incontrollata violenza sessuale nell’Haiti del post-terremoto. Abbiamo fatto dei rapidi controlli nei campi in cui stiamo lavorando, e ci siamo imbattuti in denunce, molto simili fra loro, di bambine e donne che sono state vittime di violenza proprio in quanto donne. C'è un urgente bisogno di adottare misure appropriate per garantire loro protezione."
Molte organizzazioni per lo sviluppo attualmente impegnate sul campo ad Haiti, stanno facendo tutto il possibile per proteggere donne e bambine dalla violenza. Solveig Routier, specialista in emergenze e tutela dei minori per Plan, ente internazionale per lo sviluppo centrato sui bambini, ha dichiarato su MediaGlobal: "Negli spazi a misura di bambino che Plan sta allestendo nelle tendopoli, sarà in vigore un sistema di monitoraggio, in modo che ogni episodio di violenza sessuale contro le donne e le bambine potrà essere denunciato in un ambiente sicuro. Il personale qualificato valuterà e fornirà il livello di sostegno psico-sociale necessario ad ogni singolo caso e, quando si riterrà necessario un intervento più articolato, Plan indirizzerà queste persone ai più adeguati centri di salute mentale della zona."
Nello stesso intervento su MediaGlobal, Routier ha spiegato che organizzazioni quali Plan sanno bene di dover offrire supporto nei campi-profughi e i loro comitati di gestione stanno approntando ulteriori meccanismi per prevenire la violenza di genere. Nelle sue parole: "Ciò significa migliorare l'illuminazione, e fornire latrine e bagni separati per le donne. Di vitale importanza è l’impiego nei campi-profughi di pattuglie di sicurezza per proteggere le bambine e le donne, soprattutto di notte. Tutto ciò comporta ovviamente il rafforzamento della collaborazione con la polizia e i sistemi di giustizia, così come con il servizio sanitario."
È estremamente importante che le organizzazioni di soccorso lavorino insieme per proteggere le donne da queste aggressioni. A questo riguardo, Bien-Aime ha sollecitato le Nazioni Unite e le altre maggiori agenzie internazionali di soccorso al fine di garantire che "le misure di prevenzione siano messe in atto sistematicamente, e non in maniera casuale, per proteggere le donne e le bambine dalla violenza sessuale e dallo stupro."
Maggiori dettagli in questo articolo su MediaGlobal.
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Testo originale: Threat of rape grows in Haitian tent camps, di Lisa Paravisini. Ripreso da Repeating Islands: spazio collettivo al femminile di riflessioni e notizie su arte, letteratura, cultura e attualità dell'area caraibica.
Pubblicato il 3 marzo 2010.
La foto 1 è di Unicef-Svezia, le foto 2 e 3 sono
Unicef-Italia.
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