martedì 28 ottobre 2008

Ora di lettere


Riproduco integralmente, dopo l’approvazione dell’autrice, questa “lettera aperta” al ministro Gelmini. Lo faccio perché è una perla di rara bellezza, scritta da una persona intelligente e ricca di sentimenti, emozioni. Un’insegnante ricca dentro con gran beneficio per i suoi allievi. Una testimonianza non solo attuale, ma anche chiarissima di quale patrimonio si cerca di dsintegrare, non per motivazioni didattiche, ma di spesa. Del resto Maria Stella Cadente è la mera esecutrice, il mandante è Tremonti, uno dei quattro moschettieri tracotanti e devastanti di questo governo (si fa per dire, governo). Gli altri due sono Renatino Brunetta e B., tessera P2 n°1816. Ma Floria1405 dev’essere senz’altro una facinorosa, una cattiva maestra, diffonde concetti eversivi e anacronistici in un Paese che ha elevato a valore l’ignoranza e che, dunque, cosa se ne può fare di una scuola, come quella elementare, per esempio, che funziona?

 


12/10/2008


Caro Ministro Gelmini


(continua la tradizione di "Contaminazioni": scriviamo lettere aperte a destinatari che non le leggeranno mai)


 


Caro Ministro Gelmini,


ieri a San Patrignano la sua espressione era tesa. Una ruga solcava la sua fronte, lo sguardo era serio dietro alle lenti. Si è detta dispiaciuta per le manifestazioni: "Ho visto alcuni insulti - ha commentato - addirittura alcuni episodi di violenza che mi hanno molto rammaricato. Rispetto le opinioni diverse ma credo che oggi il Paese abbia bisogno di uno sforzo comune, di una grande responsabilità per migliorare la scuola". Io credo al suo rammarico, sono sincera. L'hanno piazzata, Dio solo sa per quali meriti o competenze, a capo di uno dei Ministeri più spinosi, probabilmente senza avvertirla delle difficoltà del compito che l'attendeva. Come molti, presumo che lei avesse le sue ideuzze benpensanti sulla crisi della scuola italiana. Poi è arrivata l'estate, e sono arrivate le sue molte apparizioni televisive sugli argomenti più disparati. Nessuno la incalzava seriamente. Sui giornali si discettava amabilmente di grembiulini e divise. Del resto parlavano in pochi e a voce bassa. Deve aver pensato che la faccenda, tutto sommato, fosse semplice. 


Dica la verità. Convinta che  la scuola italiana fosse sostanzialmente quella descritta dai video su YouTube e che i docenti fossero una manica di incapaci ormai privi di qualunque forma di dignità, pagliacci in ginocchio davanti al bullismo di ragazzini esagitati, deve aver pensato che rimettere a posto le cose non fosse un compito poi così gravoso. Lei ha visto troppa televisione, davvero. Ho avuto la netta impressione che non si attendesse la reazione autunnale. Può essere che non se l'aspettasse nemmeno l'opposizione, peraltro, come sempre tiepida e incerta. Gli organi di informazione, poi, continuano a far finta di niente. Lei ha l'aria di una che cada dalle nuvole. Una che non si aspettava di essere contestata, perché in fondo credeva di essere considerata simpatica, rassicurante e diligente


Vede, Ministro, la sua ingenuità mi sorprende. Chiede collaborazione. Chiede responsabilità. Chiede di non andare a protestare in piazza. Insinua che chi protesta sia a favore della conservazione e di interessi corporativi. Non è così. La verità è che i docenti sono stanchi del gioco al massacro che è stato perpetrato alle loro spalle senza mai, sottolineo mai, coinvolgerli davvero nella discussione. Anche in questo caso: quale collaborazione ci può essere se il cosiddetto "decreto Gelmini" viene fatto passare di forza a colpi di fiducia? È sicura di aver misurato per intero l'abisso di insoddisfazione, frustrazione, incertezza in cui versa la scuola? Crede davvero che sventolando sulla faccia degli insegnanti l'ipotetica gratificazione di quattro soldi in più se solo si comportano bene, i professori, in particolar modo quelli più preparati e motivati, si lascino menare per il naso? Crede sul serio che il siparietto del 2 ottobre sull'innovazione tecnologica e sulle fantomatiche LIM ci convinca che stiamo andando in direzione di un fulgido destino pedagogico? Crede che non sappiamo in che cosa consista il nostro lavoro, che non conosciamo e non sappiamo interpretare le valutazioni internazionali, che possiamo davvero credere che insegnare in classi di trenta o più alunni significhi innalzare il livello dell'educazione?


Senta, Ministro. Io ho quarantasette anni e insegno da quando ne avevo ventidue. Sono entrata di ruolo quando avevo venticinque anni e per concorso (mi scusi la punzecchiatura: non sono andata a cercarmi la sede più facile per passare l'esame). I miei primi alunni hanno quasi la mia età. Figlia di una maestra elementare, ho respirato aria di scuola da quando sono nata. Durante gli anni, ho sempre studiato, letto, mi sono sforzata di aggiornarmi, per lo più a mie spese. Ma non voglio fare di me stessa un ritratto agiografico: non sono "santa Prof". Sono una che ha sempre considerato il suo mestiere un privilegio e non per le lunghe vacanze estive o perché si lavora poco: è che insegnare mi piace, mi piace proprio, mi tiene sveglia, è una sfida continua alla mia capacità di cambiare, innovarmi, esplorare insieme ai miei ragazzi strade impensate, le strade della cultura e del pensiero. Di sbagli ne ho fatti tanti, è ovvio, e qualche volta ho saputo riparare, spesso non ne sono stata capace. Lei pensa che la prospettiva di qualche euro in più possa farmi effetto? O possa fare effetto a tutti coloro (e sono tanti) che comunque hanno sempre compiuto il loro dovere nei limiti delle loro attitudini e capacità? O sia capace di trasformare un incompetente fannullone (perché sì, esistono, e chi lo nega?) in un mago della didattica?


Lasci che sia io, Ministro, a darle un consiglio. Studi, si informi, si aggiorni. Lasci perdere i grembiulini e le trasmissioni televisive dove la gratificano con un mazzo di fiori e la canzoncina di Vasco Rossi, com'è successo domenica scorsa. Venga a parlare con gli insegnanti e gli studenti, quelli veri, non quelli addomesticati dal conformismo e dai luoghi comuni. Affronti la piazza, anche se non le è amica. Ascolti le nostre ragioni. Si svincoli dalla pericolosa tutela di Tremonti e Brunetta. Dimostri la sua buona fede e il suo carattere, se li ha davvero. Accetti il confronto e sia disposta a difendere davvero la scuola nei fatti e non a parole (quelle nobili parole che ha speso nel discorso di inaugurazione dell'anno scolastico).


Perché noi di belle parole non ne possiamo più. E non le faremo sconti”. 


Dal blog: www.contaminazioni.splinder.com



Mi piace quest’Onda montante che sta crescendo e si dirige verso il Palazzo per giornate, le prossime, che saranno decisive. Ma anche pericolose. A futura memoria ecco le sovversive dichiarazioni rilasciate da Francesco Cossiga, a QN Quotidiano Nazionale "GIORNO/RESTO/NAZIONE" di giovedì 23 ottobre 2008


INTERVISTA A COSSIGA «Bisogna fermarli, anche il terrorismo partì dagli atenei»


di ANDREA CANGINI


ROMA - PRESIDENTE Cossiga, pensa che minacciando l’uso della forza pubblica contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato? «Dipende, se ritiene d’essere il presidente del Consiglio di uno Stato forte, no, ha fatto benissimo. Ma poiché l`Italia è uno Stato debole, e all`opposizione non c`è il granitico Pci ma l`evanescente Pd, temo che alle parole non seguiranno i fatti e che quindi Berlusconi farà una figuraccia».


Quali fatti dovrebbero seguire? «Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand`ero ministro dell`Interno».


Ossia? «In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito...».


Gli universitari, invece? «Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città».


Dopo di che? «Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri».


Nel senso che...


«Nel senso che le forze dell`ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano».


Anche i docenti? «Soprattutto i docenti».


Presidente, il suo è un paradosso, no? «Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!».


E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere? «In Italia torna il fascismo», direbbero.


«Balle, questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l`incendio».


Quale incendio? «Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà a insanguinare le strade di questo Paese. E non vorrei che ci si dimenticasse che le Brigate rosse non sono nate nelle fabbriche ma nelle università. E che gli slogan che usavano li avevano usati prima di loro il Movimento studentesco e la sinistra sindacale». E` dunque possibile che la storia si ripeta? «Non è possibile, è probabile. Per questo dico: non dimentichiamo che le Br nacquero perché il fuoco non fu spento per tempo».


Il Pd di Veltroni è dalla parte dei manifestanti.


«Mah, guardi, francamente io Veltroni che va in piazza col rischio di prendersi le botte non ce lo vedo. Lo vedo meglio in un club esclusivo di Chicago ad applaudire Obama...».


Non andrà in piazza con un bastone, certo, ma politicamente...


«Politicamente, sta facendo lo stesso errore che fece il Pci all`inizio della contestazione: fece da sponda al movimento illudendosi di controllarlo, ma quando, com`era logico, nel mirino finirono anche loro cambiarono radicalmente registro.


La cosiddetta linea della fermezza applicata da Andreotti, da Zaccagnini e da me, era stato Berlinguer a volerla... Ma oggi c`è il Pd, un ectoplasma guidato da un ectoplasma. Ed è anche per questo che Berlusconi farebbe bene ad essere più prudente».




































































































































4 commenti:

  1. stefanomassaottobre 28, 2008

    frank scusa il disturbo ma urgi nuovamente da me stef

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  2. Ti dirò: la mia "lettera aperta" al Ministro Gelmini accostata alle sconcertanti affermazioni di Cossiga fa uno strano effetto. La strada è davvero accidentata se le motivazioni dell' Onda vengono così distorte: senza contare la lugubre ombra che le dichiarazioni di Cossiga lancia sul nostro passato recente.

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  3. Molte lettere, molte idee, molti ideali è bene che vengano accostate/contrapposte alla terribile confessione di Cossiga, perché non si avveri.

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  4. Comincia a farsi strada in me una supposizione: che Cossiga abbia voluto mettere in guardia i manifestanti sui pericoli di infiltrazioni manovrate. Non sarebbe una novità: a lui piace picconare a destra e a manca. Bah! Ormai è legge. Se non piace agli italiani, non resta altro da fare che promuovere un ennesimo referendum(io sono ancora in attesa di quello sulla legge elettorale, che secondo me è di grandissima importanza)

    ross1

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