giovedì 9 ottobre 2008

La mangiabambini, Mariastella Gelmini

"Maria,

Stella d'Ignoranza.

Il governo è con te.

Tu sei benedetta

da Tremonti,

E benedetto

è il trucco

dei tuoi tagli.

Senta, Maria,

L'ira della scuola,

Che vuol negare

ai bambini,

Come a chi lavora,

Non le è permesso,

Né ora né mai

Di decidere così

La nostra sorte."


(tratto da un volantino diffuso il 6 ottobre davanti a Monte Citorio)










La Moratti? Era Disneyland a confronto!



La proposta di riforma del sistema di istruzione presentato nelle scorse settimane dal governo sta incontrando fortissima opposizione nella scuola e nella società.


Da quando è stato approvato il decreto 137, preceduto dalla legge 112 che preannunciava i devastanti tagli al bilancio della pubblica istruzione, migliaia di insegnanti e genitori, in tutte le parti d’Italia, si sono mobilitati per scongiurare l’avverarsi di un attacco senza precedenti al sistema educativo del nostro Paese.


Il governo vuole tagliare 8 miliardi di euro di finanziamenti all’istruzione, saranno chiuse 2000 scuole di piccoli comuni (121 solo in Emilia Romagna), i bambini e le bambine di tutta Italia rischiano di vedersi negare di fatto un sacrosanto diritto, cioè la pari opportunità di accesso all’istruzione sancito dalla nostra Costituzione, 87.000 posti di lavoro saranno cancellati, moltissimi precari resteranno senza lavoro (683 solo nella provincia di Parma) dopo aver investito denaro, energie, studi, esperienza ed aver contribuito per anni, ovviamente sperando in una stabilizzazione, al buon funzionamento della scuola.


In particolare, riteniamo indispensabile in questo momento soffermarci sull’intenzione del ministro Mariastella Gelmini di tornare al maestro unico alle elementari.


Questo provvedimento è senza dubbio quello maggiormente contestato, (dato OCSE perché colpisce il fiore all’occhiello della scuola italiana: la scuola elementare, oggi ritenuta fra le 5 migliori del mondo 2008).


Con la reintroduzione del maestro unico e la riduzione del tempo scuola a 24 ore settimanali, infatti, verranno definitivamente eliminate le esperienze dei Moduli (3 maestre su 2 classi, 30 ore settimanali) e soprattutto del Tempo Pieno (2 maestre per classe, 40 ore settimanali con 4-6 ore di compresenza). Nel decreto 137 non c’è traccia di un tempo scuola che vada oltre le 24 ore. Come possiamo fidarci delle promesse del ministro, che addirittura afferma che “il tempo pieno” sarà incrementato? Se l’obiettivo sono i risparmi, come sarà possibile tutto ciò? Si ritornerà probabilmente al vecchio doposcuola, un parcheggio a pagamento gestito da soggetti privati per chi ha i genitori che lavorano. Un servizio a richiesta che le famiglie dovranno pagare e che porterà certamente ad un grave scadimento di qualità nel tempo scuola per bambini e bambine.


Il ministro Gelmini presenta come nuovo un salto indietro di circa 50 anni, funzionale alla riduzione della spesa e alla concezione dell’istruzione come servizio a domanda e non come diritto.


Il disegno che ci si appresta a varare, dunque, al di là di qualsiasi considerazione di ordine psicopedagogico, didattico, sociale e culturale, è imposto dal ministro Tremonti e gioca a favore della progressiva trasformazione delle scuole pubbliche in fondazioni a gestione mista pubblico-privato. Un progetto che in Gran Bretagna è partito con le cosiddette Academies da circa 5 anni, con risultati molto deludenti quanto a preparazione degli studenti e con l’opposizione sempre crescente delle famiglie, delle comunità locali e degli insegnanti.


Rimaneggiando abilmente i sondaggi (secondo i quali oltre l’80% delle famiglie italiane esprime fiducia e giudizi positivi sulla qualità delle scuole del nostro Paese) ed i risultati delle classifiche internazionali (che come si diceva attestano la scuola elementare italiana su posizioni egregie), il ministro ha giocato abilmente sulla forza mediatica del revival.


Sostanzialmente, hanno espresso il loro consenso quanti ricordano con nostalgia gli anni della loro scuola elementare, senza nemmeno prendere in considerazione quanto siano cambiate le condizioni sociali rispetto ad alcuni decenni orsono.


A loro, e al ministro Gelmini che sostiene questa come la migliore soluzione per la scuola italiana, chiediamo di riflettere sulle seguenti questioni:


Quanti bambini componevano le classi delle scuole elementari del maestro unico?


Quanti bambini stranieri erano presenti, specie di recente o recentissima immigrazione?


Quanti bambini diversamente abili erano inseriti? Siete favorevoli al ritorno delle classi differenziali?


Quanti bambini avevano entrambi i genitori lavoratori e quanti non avevano nonni o zii disponibili a seguirli nel pomeriggio?


Come erano gestiti ed organizzati e da chi venivano pagati gli eventuali pomeriggi a scuola?


Quante discipline venivano affrontate? Ad esempio, rientravano nel piano di studi l’inglese, la musica, l’informatica, l’educazione motoria, stradale, ambientale?


Per quale recondita ragione si ritiene che per insegnare la religione cattolica si debbano avere specifiche competenze, mentre per insegnare tutto il resto no?


Quante uscite didattiche potevano essere effettuate e con quanti e quali accompagnatori?


Quanto era rilevante il disagio sociale?


Quanti di coloro che provenivano da condizioni sociali disagiate hanno proseguito il loro percorso di studi oltre la soglia della scuola media?


A quale ritmo e con quali richieste nei confronti dei maestri e delle giovani generazioni si muoveva la società?


Quanti paesi situati in zone disagiate o difficilmente raggiungibili vedranno sparire, con la chiusura delle loro scuole, il centro pulsante della loro vita comunitaria?


Ci piacerebbe domandare ai quarantenni e cinquantenni odierni di origine meridionale, migrati al nord in tenera età coi genitori in cerca di lavoro, se hanno un ricordo altrettanto idilliaco e piacevole della loro scuola elementare con la maestra unica e sapere quanti di loro hanno ottenuto un diploma o una laurea. Vorremmo ci dicessero se e quanto la maestra unica abbia potuto rispondere al loro spaesamento, alle loro esigenze relazionali ed emotive e quanto abbia saputo rispettare i loro tempi di apprendimento.


Quanto ha pesato sui consensi che sono giunti alla proposta avanzata dal ministro da parte dei genitori la mancanza di continuità didattica di cui soffrono drammaticamente le nostre scuole? Peccato che al problema del turn over di docenti (e anche alla loro eventuale scarsa preparazione) il ritorno al maestro unico non offra alcuna reale soluzione, anzi: cambiare continuamente docente o averne uno poco preparato, se esso è unico, sarà ancora più grave e penalizzante.


Si è tanto parlato di bullismo nelle scuole italiane, ma non si è detto che la nostra situazione è fra le meno allarmanti del mondo occidentale. Non si è ragionato sul fatto che una scuola come la nostra attuale scuola elementare, fondata su compresenze, condivisione, corresponsabilità, specializzazione, tempi distesi e relazione sostiene, approfondisce, potenzia ed educa docenti e alunni alla cooperazione e alla solidarietà invece che alla competizione e può avere un ruolo di fondamentale importanza nel prevenire fenomeni gravi come il bullismo e l’abbandono scolastico?


A quelle maestre che forse sono attratte dall’idea di tornare ad essere “regine incontrastate nella loro classe”, di non lavorare più al pomeriggio o gestire gli alunni in mensa e nel gioco, di poter spendere meno tempo ed energia a compilare una bella pagellina all’antica fatta di voti anziché di giudizi, di poter usare il “comportamento” come valida giustificazione dei loro fallimenti per potersi “liberare” senza problemi di chi è più debole e in difficoltà, chiediamo infine: avete riflettuto sul fatto che maestra unica significa maestra sola di fronte alle richieste sempre più pressanti che la società del XXI secolo avanza nei confronti della scuola?


di Roberta Roberti


(17 settembre 2008)


da www.retescuole.net


Roberta Roberti


La scuola siamo noi – Coordinamento Scuole Parma

8 commenti:

  1. So che non c'è nulla da ridere, ma la santina lassù mi sta facendo scompisciare...

    Posso ridere, vero? ;)

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  2. Non interessa preparare cittadini consapevoli e dotati di senso critico, anzi, ciò è considerato pericoloso. Importa piuttosto creare degli automi o degli "utili idioti" conformisti. Da qui tutti i tagli possibili, che però non investono solo la scuola elementare. Anche per l'università si profilano tempi duri.



    In questo momento non oso pensare al destino delle scienze umanistiche, sempre bistrattate in quanto considerate inutili, mentre in realtà sono fondamentali per la crescita delle persone, e anche perché non si vive di sola tecnologia o economia, ma gli esseri umani aspirano a qualcosa d'ulteriore.



    In questa brutta situazione, mi auguro però di sentire proposte intelligenti da parte dell'opposione, e non slogan vuoti e solo ideologici, perché questi non farebbero altro che aumentare il consenso alle semplificazioni della destra. E sarebbe allora il tracollo.



    Saluti

    Romina

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  3. al peggio non c'è fine.. buon fine settimana :)

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  4. marzia, ma certo che sei autorizzata a ridere. Anzi mi pare che sia proprio un dovere civile. E non dimenticare un ora pro nobis alla sacra immaginetta. :-)

    Romina, sono d'accordo con le tue considerazioni, perchè l'impoverimento sarà reale e gli effetti futuri devastanti. Certo mi auguro che possano emergere proposte intelligenti, sia per evitare la deriva a destra, nonché permettere la formazione di nuove generazioni dotate di personalità e spirito critico. Ma vedo un futuro molto nebuloso.

    Saluti anche a te.

    P.S. Manterrai ancora le tue intelligenti "intersezioni" oppure cancellerai quel blog?

    zialaura, grazie e buon inizio di settimana a te.

    I peggioramenti proseguiranno, anzi siamo solo all'inizio. Hanno scelto autentici delinquenti come amministratori, ma tutti ne sconteremo le conseguenze.

    Ciao :-)

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  5. Ciao Frank,

    immagino che ti sara' arrivato anche a te l'invito a scrivere al Quirinale perche' il Presidente della Repubblica non firmi il decreto Gelmini. In ogni caso qui c'e' il link:

    https://servizi.quirinale.it/webmail/



    qui una bozza di messaggio:



    Esimio Presidente della Repubblica, come docente/genitore e soprattutto cittadino italiano le chiedo di fermare lo smantellamento della scuola pubblica ad opera del Decreto Legge 137.

    In fede

    Firma



    e qui un altro appello fresco fresco:

    http://www.firmiamo.it/appelloanapolitanoperchenonfirmiildecretogelmini



    Ciao,

    Artemisia

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  6. Artemisia, grazie. Avevo letto appena un attimo prima la notizia sul sito dell'Unità, sono andato sul link segnalato di my space dove si trovano molti documenti in formato word e poi sei arrivata tu... Ho naturalmente inviato l'e-mail al Presidente Napolitano e appoggiato la petizione fresca fresca. Mi pare una confortante iniziativa: la Rete può fare miracoli. Usiamola.

    Grazie ancora, cara amica.

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  7. Il decreto Gelmini è vergognoso. Ho partecipato alla raccolta firme e inviato una mail al Presidente Napolitano, intendo partecipare a qualsiasi iniziativa di protesta. Perchè non provare anche a smettere di guardare le reti Mediaset e di comprare qualsiasi prodotto su cui il Presidente del Consiglio abbia un minimo introito?

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  8. Ciao!

    Off-topic, rispondo alla tua domanda: Intersezioni non sarà più aggiornato perché con la piattaforma ho problemi tecnici (non funzionano i commenti).

    Il trasferimento su wordpress è definitivo. :)



    Romina

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