venerdì 3 luglio 2009

Clandestino chi legge




Paolo Farinella (prete) è un nome che dice molto ai frequentatori del web, ma molto poco – forse nulla – alla generalità delle persone, quelle che magari vanno a messa la domenica, santificano le feste, ma poi danno ascolto alla pancia (e alla Lega) o peggio ancora alla gang del papi.


Giunge a proposito Paolo Farinella, prete, dunque, in una giornata che sancisce il definitivo regresso morale e culturale in cui sta inabissandosi il nostro Paese. Capita opportuna la sua voce nella mia casella di posta elettronica e prontamente la rilancio.


Ce ne vorrebbero molti di preti come Paolo Farinella, molti pieni della sua indignazione civile, molti ascoltatori delle proprie coscienze e non servi di un opportunismo che alberga nel Vaticano e dintorni. Ma ci accontentiamo anche di testimonianze forti e vibranti come quella di Paolo Farinella, prete. Che poi è anche esempio di vita: predica e razzola bene, insomma.


Per il resto il mio disprezzo è massimo non tanto verso gli ascari del papi, i servi e i banditi che lo circondano, perché è quello il loro malfamato ruolo, quanto nei confronti dei miei sciagurati connazionali che mi hanno condannato ad essere ostaggio di questa cricca di piduisti.


 


 


Il parlamento clandestino dichiara illegale la clandestinità (degli immigrati)


di Paolo Farinella, prete


Genova 2 luglio 2009. – Oggi è giorno di lutto per l’Italia fondata sul diritto e sulla Carta Costituzionale. Dopo i giorni della presidenza del consiglio trasformata in lupanare all’aperto, ecco i giorni della demenza giuridica e della vergogna di un governo che legifera solo per soddisfare i propri istinti e ignoranza. Due settimane fa il governo doveva varare la legge sulla prostituzione, penalizzando i clienti, su proposta della Mara Carfagna, non sappiamo (o forse sì?) per quali meriti divenuta ministra della moralità e approvata dal presidente del consiglio, «utilizzatore finale» di escort o prostitute a tre zeri. Qualcuno ha avuto la decenza di rimettere il disegno di legge nel cassetto, in attesa di tempi meno travagliati dalle parti governative. Occorreva qualcosa per distrarre dal porcilaio in cui l’Italia intera è stata annegata dal capo del governo e dei suoi manutengoli. La distrazione nazionale si chiama «il reato di clandestinità» da dare in pasto alle paure indotte dagli stessi che legiferano.


E’ legge, dunque, la norma che prevede il reato di clandestinità che per forza d’inerzia farà aumentare i clandestini come funghi dopo la pioggia; i centri di identificazione da luoghi di verifica civile diventano lager consentiti, passando da 60 a 540 giorni (il 900%). Oggi muore la decenza, muore il Diritto, mentre la stampa pubblica una lettera di un giudice costituzionale, «famiglio intimo» del plurinquisito» capo del governo con cui sfida  e sotterra la dignità dell’Alta Corte.


Nella legge che dichiara la clandestinità reato, c’è una norma che inasprisce il reato di mafia (il 41bis). È una trappola. Vedremo che tutti i governativi e la maggioranza al guinzaglio si farà scudo di questo articolo per screditarsi tutori di legalità integerrima: essi inaspriscono le pene alla mafia, ma fanno eleggere al parlamento e nelle regioni mafiosi condannati o in via di processo.


Se Cristo fosse fisicamente presente in Italia (cosa impossibile perché starebbe a 12.000 km di distanza dal vaticano!), sarebbe clandestino e verrebbe rinchiuso in un lager di «verifica» (?). Per sfuggire alla polizia di Stato, fuggì in Egitto e tornò solo dopo la morte dei suoi persecutori. Ai clandestini colpevoli di essere uomini e donne in cerca di dignità e agli Italiani e Italiane che hanno ancora il senso del diritto, diciamo due cose: noi speriamo che muoiano presto coloro che li perseguitano e da parte nostra combatteremo questa ignominia di cui proviamo vergogna e che disprezziamo come disprezziamo coloro che l’hanno votata.


Il presidente del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti, monsignor Antonio Maria Veglio, ha scritto: «I migranti hanno il diritto di bussare alle nostre porte. Basta demonizzare e criminalizzare il forestiero. L'arrivo dei migranti non è certo un pericolo. Sbagliato trincerarsi dentro le proprie mura». Gli fa eco il segretario del pontificio Consiglio, monsignor Agostino Marchetto: La nuova legge porterà «molti dolori e difficoltà agli immigrati» e noi aggiungiamo anche all’Italia perché farà aumentare in modo esponenziale la clandestinità.


Il catto-fascista Gasparri, insieme con gli altri governativi cattolici «similpelle» dichiara di «essere orgoglioso». Di fronte all’Italia che di degrado in degrado corre verso il buco nero dell’indecenza generalizzata, non riusciamo ancora ad udire un belato, un vagito, un gridolino della gerarchia cattolica che pare abbia assunto come nuovo stemma le tre scimmie storiche: non vede, non sente e non parla. La luce che doveva stare sul monte per illuminare le coscienze, è stata spenta e messa in sicurezza sotto il moggio, chiusa a chiave e la chiave buttata a mare. Il silenzio dei vescovi è un peccato contro lo Spirito che non sarà perdonato né in cielo né in terra.

3 commenti:

  1. Ottimo, come sempre, don Farinella.

    Che desolazione, Frank!

    Artemisia

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  2. LucydalGiardinoluglio 05, 2009

    Ma quanto ancora la gente aspeterà per liberarsi da questo clima di paura e di mancanza di libertà...come si può credere alle bugie di un buffone? per quanto ancora :(



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  3. LucydalGiardinoluglio 05, 2009

    tutti noi dovremo iniziare a postare quanto più materiale possibile prima che ci chiudano la bocca ...

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