giovedì 9 luglio 2009

Sosteneva Frattini








La combinazione vuole che, proprio nei giorni bui in cui l’Italia si copre di vergogna con il varo di una legge razzista, assimilata subito dagli spiritati che hanno sciaguratamente scelto la destra al potere, scivoli fuori dall’archivio un articolo di un anno e mezzo fa, pubblicato su “il manifesto”, che chiama in causa l’ineffabile ministro degli Esteri Franco Frattini. Curioso che costui non abbia adoperato le stesse argomentazioni di cui si parla nell’articolo citato prima, durante e dopo la discussione in aula. Eppure è trascorso meno di un anno e mezzo. Ma la memoria, anche di un Frattini qualsiasi, è sempre più corta in un Paese smemorato e razzista che viene governato anche dalle osterie tra un vin brulé e l’altro.


 


Se Frattini chiama razziste le ordinanze dei sindaci leghisti

Vittorio Agnoletto





Nelle prossime settimane molti sindaci, in particolare quelli del nordest, saranno costretti a riscrivere parecchie delibere giudicate in contrasto con le normative europee dalla Commissione europea. Andranno cancellate quelle disposizioni che discriminano gli stranieri nell’assegnazione degli alloggi popolari e dei bonus scuola.


Infatti, rispondendo alle interrogazioni presentate dai parlamentari del centrosinistra a proposito della decisione del Comune di Verona di privilegiare i cittadini italiani residenti in quella città da lungo tempo, il commissario Frattini ha dovuto dichiarare che le attuali disposizioni europee: «Escludono qualunque possibilità per uno Stato europeo di attribuire particolari privilegi ai propri cittadini senza attribuire i medesimi privilegi anche ai soggiornanti di lungo periodo residenti in quello Stato membro», quindi agli stranieri residenti.


Con le stesse motivazioni è stata bocciata anche la delibera con la quale il Comune di Romano d’Ezzelino, in provincia di Ferrara, escludeva dall’assegnazione dei bonus scuola i residenti di Paesi extraeuropei, anche soggiornanti in Italia da lungo periodo.


L’Unione europea non si limita ad esprimere una condanna ma annuncia che contatterà le autorità italiane per sapere come intendono intervenire in ambedue queste situazioni


Il commissario Franco Frattini, rispondendo ad un’altra interrogazione degli stessi europarlamentari, ha dovuto anche condannare quanto affermato dal consigliere Giorgio Bettio della Lega Nord durante un dibattito nel Consiglio comunale di Treviso: «Sarebbe giusto fargli capire (ai cittadini stranieri) come ci si comporta usando gli stessi metodi dei nazisti. Per ogni trevigiano a cui recano danno o disturbo vengano puniti dieci extra-comunitari». Frattini ha affermato che tale «dichiarazione contrasta con i valori dell’Ue».


L’Europa non è solo una cassaforte alla quale chiedere finanziamenti per le grandi opere; l’Unione europea ha recentemente approvato una Carta dei diritti fondamentali che tutti sono tenuti a rispettare, a Strasburgo vi è anche la Corte europea dei diritti umani che risponde al Consiglio d’Europa.

Paradossalmente è proprio Frattini, esponente del centrodestra, a smentire le affermazioni con le quali sindaci della sua stessa parte politica dichiaravano che i loro provvedimenti trovavano giustificazione proprio nelle direttive europee.


Nelle risposte della Commissione si esplicita invece come quelle frasi siano proprio in contrasto con le direttive Ue: tra queste, la direttiva 2003/109 sulla situazione dei cittadini di paesi terzi residenti in uno Stato membro che abbiano acquisito lo status di soggiornanti di lungo periodo e la 2004/38 relativa al diritto dei cittadini dell’Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri.


Forse sarebbe ora che i dirigenti del Popolo della Libertà ne prendano atto: o si sta in Europa o si rincorre la demagogia xenofoba e razzista, le due scelte sono incompatibili.





il manifesto (22 febbraio 2008)


 

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