lunedì 13 luglio 2009

Il bouquet della domenica







Un illuminato commento sul pacchetto sicurezza; un’amara lettera e altrettanto amare considerazioni di Corrado Augias; l’interessante intervista di Nanni Moretti, di pochi giorni fa, da cui estrapolo le notazionii più interessanti.


Ho raccolto in un bouquet alcune cosine lette qua e là, trasformandole in un post multiplo. Nessuna velleità di inaugurare in tal modo una rubrica che, ne sono certo, non riuscirei a rispettare nella periodicità, piuttosto il desiderio di sparpagliare sulla bacheca virtuale i frutti dello sfoglio di quotidiani, senza la pretesa peraltro di aver rastrellato il meglio.


 


Il magistrato Raffaele Cantone, noto per il suo impegno nella contrapposizione alla camorra, mostra con molta chiarezza l’insipienza giuridica di legaioli e avventori di osterie, inutilmente oscurata dalla “cattiveria” di Maroni (un giorno si chiederanno il motivo di questo individuo collocato in un ruolo chiave e sarà pure arduo farlo capire, non dico certo accettare). Il pacchetto sicurezza d’altra parte si aggiunge alla politica degli annunci di papi & company, una politica fatta del nulla e a cui i media televisivi, in primo luogo, riservano uno spazio spropositato. Dipendesse dalla sua servitù in servizio permanente effettivo sarebbe santo subito, in mancanza di ciò la beatificazione è continua. E anche il Tg3 si è accodato, prendendo un abbaglio sulla via dell’Aquila.


 








IL PARADOSSO DEL PACCHETTO SICUREZZA


IMMIGRAZIONE CLANDESTINA


Raffaele Cantone


MAGISTRATO


 


Sono passati soltanto pochi giorni dall’approvazione dell’ultimo pacchetto sicurezza e, malgrado il testo non sia ancora nemmeno in vigore, la criticatissima norma sull’immigrazione clandestina sta creando i primi problemi.


Le inascoltate cassandre che avevano presagito l’inutilità della disposizione (per essere assolutamente incapace di arginare il fenomeno migratorio) e la sua dannosità (sia perché non consente di distinguere l’immigrazione criminale da quella di chi viene in Italia per lavorare sia perché le denunce intaseranno la macchina giudiziaria) stanno, forse, ottenendo un’inutile e tardiva soddisfazione. Uno degli esponenti del governo ha, infatti, già avanzato una richiesta di “sanatoria” per le badanti presenti sul territorio nazionale, conscio evidentemente del fatto che la nuova norma si applicherà agli stranieri che già vivono in Italia e che, quindi, potrà esserci un particolarmente negativo impatto sulle non poche famiglie che si avvalgono di lavoratori domestici non regolari. Altri autorevoli esponenti del governo, però, si sono immediatamente precipitati a rassicurare tutti, affermando testualmente che le nuove norme sulla sicurezza non incidono sulle persone che già sono in Italia perché riguardano solo il futuro e non sono retroattive.

Ora è vero che il diritto non è matematica e che l’interpretazione giuridica è una scienza non esatta ma è davvero un paradosso che una norma di carattere penale, il cui ambito di applicazione dovrebbe essere precisamente definito, si stia prestando già a letture così opposte.


In verità la norma non lascia adito ad alcun equivoco; il nuovo articolo, infatti, punisce «lo straniero che fa ingresso ovvero si trattiene nel territorio dello Stato, in violazione delle disposizioni del testo unico...».


Non c’è bisogno di alcun fine esegeta per capire il perché il reato è stato costruito in questo modo dal legislatore; se si fosse limitato a punire solo l’ingresso abusivo, sarebbe risultato applicabile in casi del tutto marginali, sanzionando, invece, il “trattenersi” consente un’applicazione generalizzata a tutti gli irregolari presenti sul suolo nazionale. Ed allora non c’è bisogno di scomodare categorie giuridiche quali quelle dell’irretroattività della legge penale né è necessario dilungarsi su concetti tecnici quali la natura permanente o meno del reato, perché è evidente che una volta che la legge sarà entrata in vigore qualunque straniero presente in Italia, senza regolare permesso di soggiorno, sarà destinatario della sanzione penale, indipendentemente dal fatto di avere o meno fatto ingresso in Italia prima o dopo l’entrata in vigore del pacchetto sicurezza.


l’Unità (9 luglio 2009)


 












Le responsabilità della sinistra, lucidamente richiamate da Corrado Augias nella risposta ad una lettera amara e sconsolata. L’episodio, quello raccontato, ormai diventato “normale”, triste spia della nostra epoca. Inutile dire che sono sacrosante tutte le ragioni di quella che è davvero una tragedia.


 


LA NOSTRA PAURA E QUELLE LEGGI RAZZISTE


Caro Augias, stazione ferroviaria della periferia campana, puzzo di birra ed escrementi. Una zia, in compagnia di due fanciulli, deve controllare l' orario del treno. Sulle panchine una coppia di senegalesi con un bimbo piccolo, due studenti scottati dal sole, altre tre persone circondate da birre. Il pannello degli orari è sopra di loro. La zia è costretta a passare accanto ai tre ubriachi che cominciano a fissarla per poi concentrarsi sui fanciulli. Sguardi espliciti, violenti. Per non spaventarli, la zia s' allontana. I tre riprendono a bere. Il capostazione li evita guardandosi bene dal chiamare il 112. I tre trionfano pisciando proprio all' altezza del cartellone. Poi attraversano i binari, si impossessano di una panchina: la coppia che stava lì preferisce andarsene. Arriva il treno. Tutti a Roma, tranne i tre che continuano a bere e a barcollare. Non c' è razzismo: ma il Male insinua pensieri pericolosi. A chi non verrebbe l' istinto di darle di santa ragione a una simile feccia? Poi però scatta la civiltà e ci fermiamo, augurandoci che i politici che votiamo trovino le giuste leggi che impediscano ai cattivi di nuocere. Questa destra sciatta ha semplificato la soluzione con leggi nazistoidi. Ma come reagisce questa sinistra vuota e salottiera?


Forse sbaglio ma vedo nel piccolo episodio segnalato in questa lettera il segno di una delle tragedie che accompagnano, segnano, la nostra vita. Tragedia politica, dunque tragedia per eccellenza. Una destra che con la legge appena approvata ha sparato nel mucchio mescolando legalità e arbitrio, delirio e impotenza. Salvo a rendere inapplicabili, alcuni articoli del suo stesso provvedimento. Voglio vedere chi riuscirà ad applicare la grottesca sanzione da 5 a 10 mila euro (!) a chi è privo del permesso di soggiorno, o il carcere per chi affitta una stanza a un clandestino. O chi potrà cacciare mezzo milione di badanti, indispensabili. O che succederà se qualcuno si rifiuta di farsi identificare o di farsi trattenere con la forza da una 'ronda' fatta di giovanotti con un basco in testa e magari un' aquila sulla manica. Siamo ancora una volta di fronte al miserando spettacolo di uno Stato che non riesce ad essere né forte né giusto e tenta di mascherare la sua debolezza facendo gli occhi cattivi e minacciando sfracelli. Dall'altra parte c'è però una sinistra che per anni ha ignorato i segnali di disagio, l' ira o la paura dei cittadini onesti che si sono sentiti abbandonati dallo Stato, lasciati in balia dei prepotenti, assaliti psicologicamente prima che fisicamente da un fenomeno senza precedenti in questo paese, che hanno chiesto invano una parola, un gesto che non sono mai arrivati. Una tragedia, appunto.


CORRADO AUGIAS c.augias@repubblica.it


la Repubblica  (9 luglio 2009)












E sempre da la Repubblica,  ma del giorno dopo, ritaglio alcune riflessioni di Nanni Moretti. Nell’intervista il regista romano trova modo di riecheggiare quel suo famoso appello in Piazza San Giovanni di alcuni anni fa (rimasto lettera morta), annunciando la preparazione di un documentario che racconterà le oscenità che si sono susseguite in Italia negli ultimi tre lustri, coincidenti appunto con la sciagurata entrata in campo del papi.


 


“Pubblico svegliati, il cinema muore”


(…) Ma questo non è il mio unico progetto. Sto accumulando materiale di repertorio televisivo che poi monterò. Per raccontare le oscenità politiche e giornalistiche a cui ci siamo abituati, o di cui non ci siamo accorti. Si chiamerà È successo in Italia. È tanto che dico "bisognerebbe farlo". Ho iniziato ad archiviare trasmissioni e telegiornali. È una cosa che tocca fare e la si fa».


Quanto indietro? Dall' inizio della vita politica di Berlusconi? «Pressappoco. La soglia del nostro stupore e della nostra reazione nei confronti di una catastrofe etica, istituzionale, umana, "culturale", si è abbassata sempre di più, sempre di più... fino a scomparire sottoterra. Fino a considerare normale un orrendo spettacolo, che in un paese democratico tutto è tranne che normale. Con questo lavoro non voglio convincere nessuno, voglio semplicemente ricordare che questo schifo, di cui fa parte anche il conformismo e il servilismo di tanti giornalisti, è successo davvero. Da 15 anni 60 milioni di italiani sono ostaggio degli interessi di una sola persona. Un' umiliazione impensabile fino a poco tempo fa. Da parte della sinistra c' è stata un' incapacità totale di reagire e affermare la propria identità. Si è fatta aggredire e sbeffeggiare. È arretrata in continuazione, ha adottato luoghi comuni come quello che non bisogna demonizzare Berlusconi per non spaventare i moderati. Su certe spaventose posizioni e leggi volute dalla Lega da sempre hanno avuto parole più nette alcuni settori della Chiesa. Il pragmatismo della sinistra la porta addirittura a corteggiare e a ipotizzare alleanze con la Lega. E invece no, sono portatori di disvalori, punto e basta. In questi anni la sinistra ha avuto paura di tutto. È stata prigioniera di personalismi senza personalità. Senza dimenticare lo slogan penoso della destra e di molti giornalisti secondo il quale il conflitto di interessi non interessa agli italiani, dato che la maggioranza ha votato Berlusconi. C' è un piccolo dettaglio: interessa alla democrazia. Spero solo che, dopo gli ultimi avvenimenti, almeno un risultato sia ormai acquisito: il tramonto dell' ipotesi che un tipo che si considera al di sopra della legge possa aspirare al Quirinale».


Non tutti i giornali si sono comportati come lei dice. «In quello che sta facendo Repubblica c' è finalmente un' idea di giornalismo. Non si può continuare ad accettare, come pugili suonati, la prevedibile sgradevolezza e violenza dei giornali di destra. Certo, avrei preferito che altre dieci, venti, trenta domande fossero state poste sui suoi rapporti con la mafia e con Dell' Utri, su Previti che ha corrotto la magistratura per conto di Berlusconi, sull' avvocato Mills, sull' incerta provenienza dei soldi negli anni 70. Molti anni fa si è preso tre reti televisive. Poi è stata fatta una legge apposta per lui. Da quel momento avrebbe potuto fare qualsiasi cosa. E così è stato». (…)


PAOLO D' AGOSTINI


la Repubblica (10 luglio 2009)

2 commenti:

  1. kittymol77luglio 13, 2009

    E' lucido Nanni Moretti. E serio. Che a volte ciò che mi disturba, è che (forse per disperazione) si facciano ancora battute di spirito e umorismo su ciò che è successo ( e sta succedendo). Perché, alla fine, ci sono cose su cui è lecito e auspicabile saper ridere. Ma solo una volta. Riderci sopra per 15 anni, seppur a denti stretti, è un segnale ambiguo. Infatti, a forza di farci barzellette e ridicolizzare, nessuno pare ancora convinto che sia una cosa così seria che dovrebbe farci alzare le chiappe subito e smetterla di accettare sia questa maggiornza, per ciò che è, fa e ha fatto.Sia questa opposizione, che pare obnubilata solo dal terrore di non avere abbastanza seggi su cui poggiare le chiappe invecchiate senza mai imparare un altro mestiere. Dispiace vedere che nemmeno il nuovo, a sinistra, quel poco, sa dire no a certe logiche stracotte. E si è già fatto ingabbiare e lasciato mettere la museruola.

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  2. Molto interessante questo tuo bouquet. Sono contenta di aver trovato qualche minuto per leggerlo. Meritava proprio.

    Ciao,

    Artemisia



    PS Cantone lo adoro!

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