Vedo casualmente in tv, alla vigilia del 25 aprile, una trasmissione con tre donne protagoniste.
La prima è una staffetta partigiana del bresciano, insignita di medaglia al valore, la quale racconta di quando dal suo negozio di frutta e verdura trasportava materiale bellico per i compagni in montagna. Una volta, ricorda, incrociò una pattuglia di tedeschi che le chiesero cosa trasportasse e lei, senza neppure fermarsi, rispose scherzosamente che erano bombe e proseguì il tragitto in bicicletta. Piccolo esempio di quella lotta di liberazione che infiammò l’Italia occupata dai nazifascisti.
La seconda donna è la vedova di Libero Grassi, imprenditore siciliano assassinato dalla mafia, perché non volle piegarsi alle prevaricazioni. Dopo la sua morte l’azienda andò in fallimento. Più tardi sarebbero seguite le stragi di Capaci e Via d’Amelio. Laggiù, dalla mafia non sono ancora riusciti a liberarsi, perché i tentacoli arrivano fino a Roma, oppure proprio da lì dipartono. Certo che fa effetto vedere, nei salotti televisivi, un Andreotti, contiguo alla mafia fino al 1980, dispensatore di pareri sui papi vivi e morti.
La terza era una bella ragazza libanese, Joelle, pronta a comunicare, in un italiano molto apprezzabile, la voglia di libertà del suo popolo, oppresso fino all’altro giorno dall’occupazione dell’esercito siriano. Un processo di affrancamento che ha inaugurato la primavera dei cedri e messo in moto la vivace gioventù di quel paese.
Tre modi diversi di interpretare la Liberazione, di esserne portavoci attraverso salti generazionali, perché la storia si ripete anche con gesti piccoli o grandi. L’importante è conservarne la memoria, affinché “il nostro passato non diventi il futuro degli altri”, come ha scritto Elie Wiesel.
ciao Frank
RispondiEliminasei sempre ricco di stimoli.
Quello che mi colpisce in questa tua esposizione è il guardare alla "liberazione" come qualcosa che è in divenire, sempre presente in noi e nella società che ci vede partecipi.
Buona giornata
Maria
L’importante è conservarne la memoria, affinché “il nostro passato non diventi il futuro degli altri”.
RispondiEliminaEcco, in poche, semplici parole, spiegato tutto. Bellissimo, grazie.
MARIA, mi fa piacere se posso contribuire alla riflessione personale attraverso un’interazione tra il post e il commento. Soprattutto, poi, se questa interazione produce lusinghieri risultati.
RispondiEliminaE’ vero, Maria, hai colto il mio intento. Nella sovrapposizione di tre esperienze di “liberazione” si può, infatti, ravvisare un desiderio continuo, pressante e, appunto, “in fieri” di riprodurla, mantenerla, elaborarla proprio partendo da quella del 25 aprile. E sessantanni dopo c’è nuovamente, palpitante ed esigente, la necessità di liberazione da vecchi e nuovi fascismi.
Buona giornata anche a te
FEAU, mi piace pensare che l'immensità del mare sia tale proprio perché destinata a conservare i nostri pensieri, soprattutto quelli relativi alla persona che si è amata la cui impronta si è formata sulla riva, mentre il suo nome, scritto sulla sabbia, si dissolve sotto l'azione del vento. Ma l'impronta, oltre che sul bagnasciuga, è rimasta nel cuore. E lì resterà.
VITAROSA, è sempre un piacere ritrovarti e apprezzare la tua testimonianza. Grazie a te, quindi.
Come è bella e come è vera la frase sulla memoria!
RispondiEliminaE che bella materia che è la storia, non semplice studio di un passato ormai superato, ma ponte verso il futuro e presupposto e stimolo per capire il presente!
Buona giornata, e grazie!
ROBYNIA, è vero la frase di Wiesel è bella e dovrebbe indurre alla riflessione coloro i quali sono occupati soltanto a massacrare il presente.
RispondiEliminaLa storia, che tu hai così ben inquadrato nell'efficace sintesi, è soggetta ad un revisionismo che è impressionante per lo stravolgimento totale.
Buon proseguimento di giornata e grazie a te per essere presente.
Frank57 (sempre anonimo, perché non loggato, dall'ufficio)
un saluto accaldato...almeno qui da me è molto caldo fuori :-), ma qui dentro pile e pile di libri reclamano attenzione...
RispondiEliminaun abbraccio
Maria
si... il brutto passato bisogna ricordarlo e conservarlo affinche' non diventi il futuro.. grazie!
RispondiEliminaCaro Frank,come stai?
RispondiEliminaio e te più o meno abbiamo scritto le stesse cose,tu sul post ed io sulla tesi :)
Il passato come ben scrivi dovrebbe servire sempre per evitare la ripetizione degli stessi errori.Purtroppo l'uomo ha la memoria corta e non appena si trova in una situazione di relativo benessere tende a cancellare i ricordi scomodi...interi libri di storia sono stati riscritti nell'area balcanica dopo l'indipendenza dei singoli stati.
E' difficile venire a patti con il proprio passato cercando di armonizzarlo col presente,così si tende a dimenticare...a pensare che certi avvenimenti sono troppo eclatanti o assurdi per potersi ripresentare.Si minimizzano gli errori,i crimini...ed essi riappaiono quasi a volerci ricordare della nostra stupidità.
Un abbraccio :*
buon fine settimana frank
RispondiEliminaMaria
NARIA, credo che il il caldo sia continuato, ma spero che almeno i libri siano stati messi al fresco.
RispondiEliminaBuona settimana e grazie per gli auspici che, purtroppo, mi riesce di ricambiare tardi.
Un abbraccio
FEAU, il messaggio vale anche per le altre giornate. Essendo così rara, la felicità, forse per questo stentiamo a riconoscerla e, quando la identifichiamo, magari è troppo tardi.
Buona settimana e grazie per le significative frasi (e immagini).
TIGRISSIMA, il tuo ritorno lo vivo con piacere. Sono io che ti ringrazio e in bocca al lupo per una serena settimana.
BLUE_ANGEL, ciò che hai scritto è più un post che un commento, efficace e ricco di spunti. Lo condivido anche per il taglio che gli hai dato. La tua cifra espositiva è sempre ragguardevole e, aggiunto che è certo più rilevante ciò che hai scritto tu nella tesi, sono certo che la stessa sarà un successo. Grande.
Un abbraccio e felice settimana.