venerdì 22 aprile 2005

Il tempo che fa

Mangiare quando si ha fame, dormire quando si ha sonno e svegliarsi quando lo stesso sonno si esaurisce. Precetti di vita ideale, snocciolati dall'autista del solito autobus che prendo al mattino, praticati in una recente vacanza di 24 giorni nella Costarica. Con tali presupposti il suo rientro nella quotidianità è risultato irritante e traumatico.

Le persone che salivano sul mezzo pubblico, i biglietti timbrati, le informazioni richieste, il traffico, i semafori e, soprattutto (chissà perché) il rumore dell'aspirapolvere in casa. Insopportabile. Gli sono stati necessari tre mesi per il lento e ineluttabile ripristino della cosiddetta normalità. L’importanza dei ritmi circadiani nella determinazione del nostro benessere.

Nella devastazione che investe ogni ambito terreno, anche questi parametri vitali hanno subito pericolose trasformazioni, ma più di essi è il tempo a uscire maltrattato e piegato a determinazioni e regole che lo riconducono ad una merce. Per cui, essendo di tutti, il tempo, e non prerogativa di classi sociali, patisce l'asservimento al potere dei ceti privilegiati, conformandosi poi alla tendenza attuale. Il costo del tempo, che diventa esso stesso oggetto di scambio, allungandosi o contraendosi a seconda del caso e della necessità. Procedendo in un parallelismo irregolare con il tempo interiore, con la percezione che possiamo avere dello scorrere delle giornate in relazione al nostro stato d'animo.

La ricchezza risiede proprio nel tempo: quanto se ne ha, come se ne ha e quando se ne ha. Detesto coloro che pretenderebbero di gestire il mio tempo, almeno quello affrancato dal lavoro. Chi vorrebbe organizzare anche il mio tempo libero, incanalandolo in settori già definiti e consacrati, poi, dalla moda. La trasformazione in tal modo si compie e la libertà che risiede in quel tempo è assoggettata ad altri limiti, ad altri confini, da cui sembra impossibile uscire.

8 commenti:

  1. Avevo un brutto rapporto col tempo. Per fortuna è migliorato. Rinuncio a molto per averne tanto da usare a mio piacimento. *______^

    RispondiElimina
  2. STUFA, bentornata. Il rapporto con il tempo è molto spesso conflittuale. Anch'io, naturalmente, non sono riuscito a risolvere in maniera decente il contrasto, pur lavorando part time (fino a quando sarà possibile)e,di conseguenza, rinunciando a molto anch'io.

    A presto.

    RispondiElimina
  3. Ma allora diteloooooooooo...proprio ieri miagolavo disperata sul tempo...lo dicevo che qui siamo tutti legati allo stesso filo.

    Che sia la rete?

    Un abbraccione

    RispondiElimina
  4. Buongiorno Frank

    io sono arrivata alla conclusione che il tempo sia anche una condizione mentale.

    So benissimo che non sempre si possa scegliere quando e quanto tempo....ma la consapevolezza piena del proprio tempo, nel momento stesso in cui lo viviamo...quello possiamo farlo.

    Quando si è molto giovani, si vive in una costante attesa del poi....di quello che avverrà di lì ad un giorno, ad una settimana, ad un anno.Ma quando me ne rendevo conto era come se cercassi di frenare ed improvvisamente il mio concetto di tempo si dilatava.

    Non pensiate che io viva nell'eden, anche io ho tempi stretti legati all'orologio (anche se, per quanto possibile, lo evito)....ma la consapevolezza del momento...dell'ora e qui, mi rende meno ansiosa (almeno su questo tema).

    Ciao

    Maria

    RispondiElimina
  5. federica_auroraaprile 22, 2005

    "innamorarsi è una droga amare è una medicina" F. Volo



    FeAu

    RispondiElimina
  6. MICIONERO, la Rete è un groviglio inestricabile di collegamenti e incroci, ma le coincidenze che ci portano a discettare su argomenti analoghi per poi ritrovarci a constatarlo, sono felici convergenze di un nostro comune sentire,

    Abbraccione ricambiato.



    MARIA, come sempre le tue riflessioni ne veicolano altre e confermano un’indubbia capacità di analisi accanto a sensibilità.

    Tempo legato alla mente certo e anche all’anagrafe. Si attraversa un certo periodo nell’esistenza, che coincide grosso modo con la preadolescenza, dove vorremmo mettere la colla sull’acceleratore per sentirci a nostro agio, già grandi tra i grandi, mentre poi, quando adulti lo siamo già, ci volgiamo con rimpianto e, talvolta, struggente malinconia, a quel passato in cui avevamo privilegiato la velocità.

    Hai raggiunto una soddisfacente (e invidiabile) condizione di vita mentale che ti permette di rallentare ritmi frenetici o, almeno, di non esserne schiava. Così credo e spero, ovviamente.

    Un abbraccio



    FEAU, provo sentimenti altalenanti nei confronti di Fabio Volo, anche se sono evanescenti i contorni entro cui galleggiano simpatia e antipatia (sfumata). Quando potevo ascoltarlo (in ufficio) su Radio Dee Jay, apprezzavo la sua voluta leggerezza e disimpegno, mescolati con spregiudicatezza sapiente, nel condurre il programma. Non l’ho visto, ancora, nei film dove è stato impegnato, sembra anche con discreto successo di critica.

    Quanto a “quella” droga, mi piacerebbe essere un tossicodipendente che potrebbe guarire con la medicina che propone. Ma, come tutti gli aforismi, si presta sempre a valutazioni contrastanti.

    RispondiElimina
  7. Blue__Angelaprile 26, 2005

    Caro Frank,passo per un salutino veloce prima di andare a dormire,in questi giorni ci si è messa pure l'influenza.Hai mai pensato di fare il filosofo?Ho letto il tuo post dopo una giornata passata davanti alla mia tesi su Maria Zambrano ed ho ritrovato nelle tue parole la sua stessa concezione del tempo.I casi della vita...

    Ti abbraccio forte,sogni d'oro.

    RispondiElimina
  8. BLUE_ANGEL, passo anch'io di notte per ringraziare del saluto,augurare un pronto ristabilimento e ringraziare per l'apprezzamento l'accostamento: addirittura una filosofa. Ti confesso che c'è stato un periodo in cui immaginavo di filosofeggiare, ma a poco a poco è svanito (il periodo), però adoro le speculazioni intellettuali.

    In bocca al lupo per la preparazione della tesi.

    Un forte abbraccio e dormi serena.

    RispondiElimina