25 ottobre 2010
Cominciate a contare
(…) Mentre i solerti lacchè eletti e pagati per rappresentare gli italiani si occupano di risolvere i problemi del Capo nel paese reale, al solito, l'umanità è presa da altro. La spazzatura della camorra sommerge Napoli. La guerriglia di Terzigno, derubricata dal premier a "fenomeno locale", è alle barricate. Bossi evoca morti. Il tentativo di addossare le responsabilità ai sindaci è respinto al mittente, con dovizia di dettagli, da Rosa Russo Iervolino. Del resto è (anche) sulla soluzione dell'emergenza rifiuti in Campania che B. ha impostato e vinto la sua campagna elettorale. Promesse e bugie. Eccone alcune.
«Sarò a Napoli tre giorni alla settimana e resterò lì ad operare fino alla certezza dell'avvio concreto della soluzione del problema», Ansa, 14 aprile 2008.
«Tornerò a Napoli con continuità, per monitorare l'azione del sottosegretario e per confermare che lo Stato c'è». Ansa, 21 maggio 2008.
«A chi mi chiede se a Napoli tornerà ancora l'emergenza rifiuti io dico: no. Non si tornerà alla situazione precedente». Ansa, 28 agosto 2008.
Ieri, infine: «Prevediamo che in dieci giorni la situazione possa tornare nella norma».
Dieci giorni, cominciate a contare.
(23 ottobre 2010)
L’editoriale
Dal miracolo all’inferno
UMBERTO RANIERI
Nella sua semplicità, la verità è una: i cittadini
non credono più alle cicliche promesse di
chi, ad ogni emergenza rifiuti in Campania,
solennemente riconferma impegni che non
vengono mantenuti. Questa la ragione di
fondo di quanto sta accadendo nei comuni
vesuviani e in particolare a Terzigno. La
gente protesta perché nel proprio territorio
sono stati impiantate per lunghi anni discariche
senza che mai si avviasse la bonifica dei
siti. L’aria è diventata irrespirabile, l’ambiente
è stato compromesso, la vita è diventata
un inferno ma non si è provveduto ad arginare
il degrado nemmeno quando nuove
tecnologie lo avrebbero consentito. I fatti
parlano chiaro: l’impianto di Terzigno ha
funzionato per anni senza mai essere messo
in sicurezza. È intervenuta addirittura la
commissione europea per denunciare che
il sito presentava una serie di carenze gravi,
erano stati rilevati dei cedimenti strutturali
delle pareti che avrebbero potuto estendersi
all’intera superficie: nel cuore di un territorio
che fa parte del parco del Vesuvio! In
una situazione del genere il governo ha
autorizzato una seconda discarica a Terzigno,
nella cava Vitiello, un invaso che non è
stato mai messo in sicurezza. Di qui l’indignazione
dei cittadini.
Alla luce di quanto sta accadendo appare
chiaro che quando il presidente del Consiglio
trasformava Napoli in una tribuna per
proclamare conclusa l’emergenza faceva
un po’ di propaganda a buon mercato su
una questione serissima. Sonot rascorsi due
anni dalla precedente drammatica crisi dei
rifiuti a Napoli, la sensazione è di essere allo
stesso punto. Cosa ha da dire Bertolaso,che
ha avuto carta bianca per due anni,della
situazione di estrema difficoltà in cui si
dibattono Napoli e la Campania?
Ora occorre rimboccarsi le maniche per
scongiurare il rischio che la situazione sfugga
del tutto di mano e precipiti nel caos. A
Napoli è indispensabile uno sforzo straordinario
per avviare la raccolta differenziata e
recuperare i ritardi che si sono accumulati
in questa direzione.
E tuttavia qualcuno dovrà spiegare perché
il governo non ha mantenuto l'accordo
firmato con i comuni campani nel 2008
che prevedeva “compensazioni ambientali”
per decine di milioni di euro essenziali per
avviare la raccolta differenziata e per bonificare
alcuni siti particolarmente compromessi.
Perché dei cinque impianti previsti per la
trasformazione della frazione umida dei
rifiuti in “compost”, un fertilizzante per l’agricoltura,
ne è stato realizzato solo uno? Perché
il termovalorizzatore di Acerra non
funziona pieno regime e nessun responsabile
dice una parola definitiva sullo stato dell'
impianto? È ora infine di prendere atto che
c’è stata una grande improvvisazione nel
modo in cui le competenze son passate dal
commissariato agli enti locali. Si è creata
una ulteriore confusione di compiti tra
comuni e provincie con aggravi di costi.
È il caso di parlarsi chiaro: nella situazione
drammatica che si è creata è indispensabile
uno sforzo comune delle istituzioni per
riprendere il bandolo della matassa. Cominci
il governo a dare dei segnali di voler cambiare
rotta.
(22 ottobre 2010)
Rifiuti La protesta L' Intervento / 1
La legittima difesa di Terzigno all'ultimo gradino della penitenza
Erri De Luca
Si ordina l' apertura della più grande discarica di rifiuti in Europa nel parco Vesuviano, in zona già gravata da uguale servitù. L' atto non è firmato dal comando di piazza di una truppa di occupazione straniera, ma dall' autorità pubblica di uno stato di diritto. Fraintesa la nozione di stato sovrano, ritiene di poter ridurre dei cittadini a sudditi di un impero d' oltremare.
Dopo promesse affidate alla durata delle cronache del giorno dopo, e alla misericordia del vento, l'autorità si ripresenta su piazza affidando al suo luogotenente il pacchettino di soluzioni. Evidente la sproporzione tra i due termini: le ragioni di una rivolta per legittima difesa e l' incaricato dell'affare. Un protettore civile deve proteggere con metodi civili: ha invece praticato sul posto l'invio di truppe e metodi militari. Stavolta non bastano più, nemmeno se richiamano effettivi dall'Afghanistan smonteranno la vera protezione civile decisa dai cittadini di Terzigno e di altri comuni. È interamente loro il diritto a proteggersi da comunità civile contro la discarica subìta e quella gigantesca e prossima. Già la prima è da sanare. È certo che produce danni fisici. Non solo a Terzigno, è gran parte del sistema di trattamento dei rifiuti a produrre le micidiali nanoparticelle. Si nega ufficialmente l'evidenza, perché non si adoperano, intenzionalmente, rilevazioni adatte a intercettarle. Sta di fatto che nel raggio di discariche e impianti di smaltimento si concentrano leucemie, neoplasie e altre maledizioni.
Contro questa evidenza statistica e scientifica si compatta la barriera dell'omertà ufficiale, più serrata di quella mafiosa. È la dannata contropartita dell'economia dell'abbondanza: la nuova peste, prodotta dagli scarti mal trattati, che produce bubboni dentro anziché in superficie. Si fa gran caso e grancassa intorno ai pericoli della criminalità comune, si gonfiano a mongolfiera modesti episodi di cronaca nera. Si istiga un bisogno artificiale di maggior sicurezza. In questo modo si distrae e si dirotta allarme dalla nuova peste, nascosta e negata, che invece è la più rovinosa aggressione alla incolumità pubblica.
A Terzigno, come già in Val di Susa, una comunità, tutta e intera, si batte per il diritto non trattabile alla vita, alla salute, all' aria, almeno quella pulita. Niente significa la promessa, con l'aiuto del vento, di liberare il naso da umori nauseanti: resta ammorbata intorno a una discarica, pure se sa di prosciutto e fichi. Terzigno si batte con unanimità di vite, età, mestieri differenti ricorrendo all' ultima risorsa dell' opposizione, dopo averle sperimentate invano tutte: la rivolta. Non cederanno, anzi. Sono arrivati all' ultimo gradino della penitenza, da lì si è schiacciati o si vince.
In una rivolta c' è di tutto. Difficile scremare. Chiamano «Rotonda della Resistenza» lo svincolo che smista vie a Boscoreale. Condivido e aggiungo: No pasaràn. Non passerà l' autorità che chiama emergenza l' effetto della sua incompetenza. Non passerà l'arbitrio di degradare una comunità a lazzaretto. Non passerà nessuna misura imposta con la forza, che ormai non è giusto definire pubblica. È di parte e di una parte che ha torto. Parte lesa è Terzigno che ha preso in mano il suo destino e non se lo fa più spupazzare. Magnifica è già stata la loro pubblica respinta di indennizzi e compensi. «I figli non si pagano», dice Filumena Marturano. Così dice pure Terzigno.
A Napoli intanto cresce la temperatura a dispetto dell' autunno inoltrato. Appartengo per nascita a quella gente accampata sotto un vulcano attivo. Conosciamo lunghissime pazienze e fuochi spenti. Ma quando arriva al bordo la colata di collera, la città si ritrova densa e compatta come lava. Nessun sismografo l' avverte quando è pronta e allora guai a chi tocca.
(24 ottobre 2010)
Amministratori Comune di Terzigno
Sindaco Domenico Auricchio
Partito: Centro-Destra (Liste Civiche)
Amministratori Comune di Boscoreale
Sindaco Dott. Gennaro Langella
Partito: Il Popolo della Libertà
Chi è causa del suo mal…
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