mercoledì 27 ottobre 2010

L'Intifada vulcanica: no pasàran



25 ottobre 2010

 































Cominciate a contare



(…) Mentre i solerti lacchè eletti e pagati per rappresentare gli italiani si occupano di risolvere i problemi del Capo nel paese reale, al solito, l'umanità è presa da altro. La spazzatura della camorra sommerge Napoli. La guerriglia di Terzigno, derubricata dal premier a "fenomeno locale", è alle barricate. Bossi evoca morti. Il tentativo di addossare le responsabilità ai sindaci è respinto al mittente, con dovizia di dettagli, da Rosa Russo Iervolino. Del resto è (anche) sulla soluzione dell'emergenza rifiuti in Campania che B. ha impostato e vinto la sua campagna elettorale. Promesse e bugie. Eccone alcune.

«Sarò a Napoli tre giorni alla settimana e resterò lì ad operare fino alla certezza dell'avvio concreto della soluzione del problema», Ansa, 14 aprile 2008.

«Tornerò a Napoli con continuità, per monitorare l'azione del sottosegretario e per confermare che lo Stato c'è». Ansa, 21 maggio 2008.

«A chi mi chiede se a Napoli tornerà ancora l'emergenza rifiuti io dico: no. Non si tornerà alla situazione precedente». Ansa, 28 agosto 2008.

Ieri, infine: «Prevediamo che in dieci giorni la situazione possa tornare nella norma».

Dieci giorni, cominciate a contare.


(23 ottobre 2010)





















L’editoriale

Dal miracolo all’inferno



UMBERTO RANIERI




Nella sua semplicità, la verità è una: i cittadini

non credono più alle cicliche promesse di

chi, ad ogni emergenza rifiuti in Campania,

solennemente riconferma impegni che non

vengono mantenuti. Questa la ragione di

fondo di quanto sta accadendo nei comuni

vesuviani e in particolare a Terzigno. La

gente protesta perché nel proprio territorio

sono stati impiantate per lunghi anni discariche

senza che mai si avviasse la bonifica dei

siti. L’aria è diventata irrespirabile, l’ambiente

è stato compromesso, la vita è diventata

un inferno ma non si è provveduto ad arginare

il degrado nemmeno quando nuove

tecnologie lo avrebbero consentito. I fatti

parlano chiaro: l’impianto di Terzigno ha

funzionato per anni senza mai essere messo

in sicurezza. È intervenuta addirittura la

commissione europea per denunciare che

il sito presentava una serie di carenze gravi,

erano stati rilevati dei cedimenti strutturali

delle pareti che avrebbero potuto estendersi

all’intera superficie: nel cuore di un territorio

che fa parte del parco del Vesuvio! In

una situazione del genere il governo ha

autorizzato una seconda discarica a Terzigno,

nella cava Vitiello, un invaso che non è

stato mai messo in sicurezza. Di qui l’indignazione

dei cittadini.

Alla luce di quanto sta accadendo appare

chiaro che quando il presidente del Consiglio

trasformava Napoli in una tribuna per

proclamare conclusa l’emergenza faceva

un po’ di propaganda a buon mercato su

una questione serissima. Sonot rascorsi due

anni dalla precedente drammatica crisi dei

rifiuti a Napoli, la sensazione è di essere allo

stesso punto. Cosa ha da dire Bertolaso,che

ha avuto carta bianca per due anni,della

situazione di estrema difficoltà in cui si

dibattono Napoli e la Campania?

Ora occorre rimboccarsi le maniche per

scongiurare il rischio che la situazione sfugga

del tutto di mano e precipiti nel caos. A

Napoli è indispensabile uno sforzo straordinario

per avviare la raccolta differenziata e

recuperare i ritardi che si sono accumulati

in questa direzione.

E tuttavia qualcuno dovrà spiegare perché

il governo non ha mantenuto l'accordo

firmato con i comuni campani nel 2008

che prevedeva “compensazioni ambientali”

per decine di milioni di euro essenziali per

avviare la raccolta differenziata e per bonificare

alcuni siti particolarmente compromessi.

Perché dei cinque impianti previsti per la

trasformazione della frazione umida dei

rifiuti in “compost”, un fertilizzante per l’agricoltura,

ne è stato realizzato solo uno? Perché

il termovalorizzatore di Acerra non

funziona pieno regime e nessun responsabile

dice una parola definitiva sullo stato dell'

impianto? È ora infine di prendere atto che

c’è stata una grande improvvisazione nel

modo in cui le competenze son passate dal

commissariato agli enti locali. Si è creata

una ulteriore confusione di compiti tra

comuni e provincie con aggravi di costi.

È il caso di parlarsi chiaro: nella situazione

drammatica che si è creata è indispensabile

uno sforzo comune delle istituzioni per

riprendere il bandolo della matassa. Cominci

il governo a dare dei segnali di voler cambiare

rotta.

(22 ottobre 2010)











 



Rifiuti La protesta L' Intervento / 1



La legittima difesa di Terzigno all'ultimo gradino della penitenza


Erri De Luca




Si ordina l' apertura della più grande discarica di rifiuti in Europa nel parco Vesuviano, in zona già gravata da uguale servitù. L' atto non è firmato dal comando di piazza di una truppa di occupazione straniera, ma dall' autorità pubblica di uno stato di diritto. Fraintesa la nozione di stato sovrano, ritiene di poter ridurre dei cittadini a sudditi di un impero d' oltremare.

Dopo promesse affidate alla durata delle cronache del giorno dopo, e alla misericordia del vento, l'autorità si ripresenta su piazza affidando al suo luogotenente il pacchettino di soluzioni. Evidente la sproporzione tra i due termini: le ragioni di una rivolta per legittima difesa e l' incaricato dell'affare. Un protettore civile deve proteggere con metodi civili: ha invece praticato sul posto l'invio di truppe e metodi militari. Stavolta non bastano più, nemmeno se richiamano effettivi dall'Afghanistan smonteranno la vera protezione civile decisa dai cittadini di Terzigno e di altri comuni. È interamente loro il diritto a proteggersi da comunità civile contro la discarica subìta e quella gigantesca e prossima. Già la prima è da sanare. È certo che produce danni fisici. Non solo a Terzigno, è gran parte del sistema di trattamento dei rifiuti a produrre le micidiali nanoparticelle. Si nega ufficialmente l'evidenza, perché non si adoperano, intenzionalmente, rilevazioni adatte a intercettarle. Sta di fatto che nel raggio di discariche e impianti di smaltimento si concentrano leucemie, neoplasie e altre maledizioni.

Contro questa evidenza statistica e scientifica si compatta la barriera dell'omertà ufficiale, più serrata di quella mafiosa. È la dannata contropartita dell'economia dell'abbondanza: la nuova peste, prodotta dagli scarti mal trattati, che produce bubboni dentro anziché in superficie. Si fa gran caso e grancassa intorno ai pericoli della criminalità comune, si gonfiano a mongolfiera modesti episodi di cronaca nera. Si istiga un bisogno artificiale di maggior sicurezza. In questo modo si distrae e si dirotta allarme dalla nuova peste, nascosta e negata, che invece è la più rovinosa aggressione alla incolumità pubblica.

A Terzigno, come già in Val di Susa, una comunità, tutta e intera, si batte per il diritto non trattabile alla vita, alla salute, all' aria, almeno quella pulita. Niente significa la promessa, con l'aiuto del vento, di liberare il naso da umori nauseanti: resta ammorbata intorno a una discarica, pure se sa di prosciutto e fichi. Terzigno si batte con unanimità di vite, età, mestieri differenti ricorrendo all' ultima risorsa dell' opposizione, dopo averle sperimentate invano tutte: la rivolta. Non cederanno, anzi. Sono arrivati all' ultimo gradino della penitenza, da lì si è schiacciati o si vince.

In una rivolta c' è di tutto. Difficile scremare. Chiamano «Rotonda della Resistenza» lo svincolo che smista vie a Boscoreale. Condivido e aggiungo: No pasaràn. Non passerà l' autorità che chiama emergenza l' effetto della sua incompetenza. Non passerà l'arbitrio di degradare una comunità a lazzaretto. Non passerà nessuna misura imposta con la forza, che ormai non è giusto definire pubblica. È di parte e di una parte che ha torto. Parte lesa è Terzigno che ha preso in mano il suo destino e non se lo fa più spupazzare. Magnifica è già stata la loro pubblica respinta di indennizzi e compensi. «I figli non si pagano», dice Filumena Marturano. Così dice pure Terzigno.

A Napoli intanto cresce la temperatura a dispetto dell' autunno inoltrato. Appartengo per nascita a quella gente accampata sotto un vulcano attivo. Conosciamo lunghissime pazienze e fuochi spenti. Ma quando arriva al bordo la colata di collera, la città si ritrova densa e compatta come lava. Nessun sismografo l' avverte quando è pronta e allora guai a chi tocca.

(24 ottobre 2010)



Amministratori Comune di Terzigno

Sindaco Domenico Auricchio

Partito: Centro-Destra (Liste Civiche)


 

Amministratori Comune di Boscoreale

Sindaco Dott. Gennaro Langella

Partito: Il Popolo della Libertà


 

Chi è causa del suo mal…





 



 










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