venerdì 22 ottobre 2010

E l'infame sorrise








Il senso di ribrezzo ascoltando quella frase: “Ammazzane un’altra”, quasi stordisce. Provocano nausea gli applausi e i cori da stadio di quel manipolo di idioti, nullatenenti mentali, che si rendono così simili all’assassino italiano e, nello stesso tempo, violentano ancora una volta, da morta, Maricica Hahaianu, oltraggiandone la memoria.

Mi fanno schifo questi nullatenenti mentali (pure miei connazionali) che dovrebbero spiegare, se riescono ad abbozzare un ragionamento, per quale stravaganza il loro amichetto dovrebbe restare libero.

Anche questa sottocultura esprime in maniera vomitevole i tempi, oscurati dalla ragione, che stiamo vivendo.

Povera Maricica: che la terra ti sia lieve.

 










Quell' applauso ad Alessio che ferisce i romeni


CHIARA SARACENO



NON ho dubbi che Alessio Burtone non intendesse uccidere l' infermiera romena quando le ha sferrato un pugno nel metrò di Roma. Ma lo stesso vale forse per la giovane romena che qualche anno fa colpì con l' ombrello un' altra giovane donna, italiana, perforandole un occhio e causando così un' emorragia violenta che provocò una morte quasi immediata. Eppure, la reazione dell' opinione pubblica, dei politici, persino dei cosidetti "esperti" è stata molto diversa. Gli applausi ad Alessio Burtone quasi che fosse un eroe vendicatore e gli insulti ai carabinieri che lo portavano in carcere sono speculari al modo in cui fu invece trattata la giovane rumena diventata assassina per un gesto maldestro: accusata di essere una belva violenta e assetata di sangue. E l'episodio fu subito inquadrato come esempio della pericolosità dell'immigrazione, in particolare rumena, di "loro" contro "noi. Tantomeno ci fu chi, tra politici e penalisti, sollevò la questione della giovane età, della vita rovinata per un gesto inconsulto, nonostante la dura condanna della giovane donna a molti anni di carcere privasse una bambina della presenza della madre. Sono assolutamente d' accordo: un omicidio preterintenzionale va considerato diversamente da un omicidio intenzionale. E a chi è giovane deve essere lasciata aperta la via per recuperare, per non perdere del tutto la propria vita, specie se le conseguenze sono andate molto al di là delle intenzioni. Ma ciò deve valere per tutti. Nessuno invece ascoltò a suo tempo la giovane rumena. Nessuno prestò fede al suo sbalordimento e al suo pentimento. Perché era una rumena, per definizione pericolosa e soprattutto estranea: facile capro espiatorio di tutte le paure e insicurezze. Sbaglia Fini a considerare l'episodio della solidarietà scomposta al giovane romano solo un esempio della violenza urbana, senza connotati etnico-razziali. Non si tratta solo dell'omertà con cui sono stati protetti gli aggressori del tassista milanese. La solidarietà qui è provocata innanzitutto dalla nazionalità della vittima: immigrata, rumena, che non sapeva stare al proprio posto. Più simile, nell'immaginario distorto continuamente alimentato da un discorso pubblico troppo spesso irresponsabile, alla giovane assassina preterintenzionale di qualche anno fa, che non alla sua vittima. Questo discorso pubblico, che usa scientemente la paura e la stereotipizzazione dell' altro, che distingue vittime e carnefici a seconda della nazionalità, sta lentamente corrodendo il senso comune civile ed ha effetti devastanti su chi manca di adeguati strumenti di auto-controllo.


(20 ottobre 2010)















L'ANALISI

Ma oggi, tra italiani e romeni ci vuole una nuova Colonna Traiana



Un giornalista romeno scrive per Repubblica.it il punto di vista della sua gente sulla vicenda di Maricica Hahaianu. Xenofobia, strumentalizzazioni politiche e sensazionalismo sono alla base del problema. Forse sarebbe necessario un gesto d'amicizia



di HORIA GHIBUTIU (editorialista del quotidiano romeno Evenimentul Zilei) 1

 

BUCAREST- Circa duemila anni fa, ai tempi dell'antica Roma, finiva la costruzione del bassorilievo che oggi si può ammirare sulla Colonna Traiana. Le immagini scolpite riportano vivi momenti di lotta durante le due campagne militari intraprese dagli antichi romani in Dacia. Sono tanti i turisti che ogni anno passano per la Città Eterna, ma non per tutti le scene scolpite sulla Colonna di Traiano suscitano lo stesso interesse, come per i romeni. In effetti, per noi romeni la Colonna ha un significato del tutto particolare, perché traccia in qualche modo l'atto di nascita del popolo che vive oggi tra i Carpazi, il Danubio e il Mar Nero.

Col tempo siamo scesi dalla colonna, diventando italiani e romeni, e per secoli ci siamo fatti gli affari nostri. Ed eccoci arrivati nel terzo millennio. I discendenti dei daci e dei romani sono di nuovo in guerra. Cambia il palcoscenico, ma non gli attori, non più nell'antica Dacia, ma nella Penisola.

Il più recente conflitto italo-romeno, come se non fosse sufficiente il tanto discusso caso Mailat, infiamma di nuovo l'opinione pubblica dei due Paesi. Si tratta di Maricica Hahaianu, infermiera romena, che a seguito di una banale discussione avuta con un ragazzo italiano  -  Alessio Burtone  -  alla fermata di metropolitana Anagnina di Roma, viene colpita, va in coma e successivamente muore all'ospedale. Come viene percepito questo incidente in Romania? È facile che un simile episodio s'impadronisca dell'attenzione dell'opinione pubblica, visto il malumore, nonché le tensioni sociali e politiche che hanno caratterizzato questo Paese negli ultimi mesi. Così, abbiamo saputo che, previa ordinanza del Gip, il ragazzo italiano accusato di aver cagionato la morte della romena è stato trasferito in carcere. Abbiamo anche appreso che gli amici del ragazzo hanno insultato i carabinieri venuti per accompagnarlo in carcere, e dopo averlo applaudito e aver scandito il suo nome  -  come i tifosi allo stadio  -  hanno chiesto la sua liberazione. Secondo loro, Alessio Burtone sarebbe innocente e non si meriterebbe questo trattamento. Anzi, il difensore del giovane avrebbe dichiarato che, nel caso si dovesse provare la sua innocenza, chiamerà in giudizio tutti coloro che hanno osato dargli dell'assassino.


Ci si chiede quindi chi speculerà e chi strumentalizzerà di più la situazione creata dal "caso Hahaianu". Ormai si capisce che sia diventato un veicolo politico. In tal senso, un deputato del principale partito di opposizione romeno  -  ovvero il Presidente del PSD Diaspora  -  ha rivolto una lettera al Presidente Silvio Berlusconi, nella quale dice testualmente: "Un crimine sorpreso dalle videocamere di sorveglianza, che ha fatto il giro di tutte le emittenti romene e italiane, lasciando senza parole milioni di telespettatori. L'identità dell'aggressore, un giovane italiano di 20 anni, non andrebbe nemmeno svelata per quanto sia orrendo il fatto. Perciò, sono convinto che un fatto del genere sarebbe condannato ovunque. Il Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha dichiarato che l'aggressione subita dalla Hahaianu non è stata di carattere razziale. Eppure i fatti verificati dopo il triste episodio della metropolitana farebbero pensare che per taluni è più importante la nazionalità delle due vittime, che la triste tragedia che ha commosso le anime".

Sui siti di alcune testate romene si sono accesi i dibattiti. Hanno fatto perfino riferimento ad una questione di ordine fonetico, legata al fatto che il piazzale sito vicino alla fermata della Anagnina  -  dove, secondo il presidente della X° Circoscrizione di Roma, si incontrerebbero la domenica i romeni per assaggiare un pochino dei loro prodotti tipici e per ascoltare la loro musica tradizionale  -  si dovrebbe chiamare Piazza Hahaianu, cognome che agli italiani verrebbe difficile pronunciare, se non "Aianu". Si è parlato inoltre di come sia scoppiata la lite tra i due, chi ha inizialmente provocato l'altro, hanno espresso dei pareri circa la tipologia dell'uomo che possa colpire in questo modo una donna, del fatto che la stampa italiana ha sempre infuocato l'opinione pubblica, generando dei sentimenti xenofobi contro la comunità romena. Il risultato è che tutti hanno ragione: i politici strumentalizzano gli incidenti per usarli ai fini elettorali; i media esagerano, dando un eccessivo risalto ai fatti di cronaca; gli stranieri non sono sempre e ovunque benvenuti. 

Quando riusciremo a superare e a parlare un po' meno di questi conflitti? Probabilmente allorquando all'interno dell'Unione Europea - che ha reso possibile il raggruppamento dei discendenti dell'antica Roma e dell'antica Dacia intorno alla Colonna Traiana  -  verrà costruito un nuovo monumento: quello dell'amicizia tra romeni e italiani. Sembra un'utopia? La costruzione di una nuova colonna dalla quale tutti avranno qualcosa da guadagnare e nulla da perdere. Ma ciò sarà possibile solo quando impareremo a convivere e a smettere di guardare sempre la provenienza anagrafica ogniqualvolta avvenga qualche lite.

(Traduzione di Loredana Ceausu)

(20 ottobre 2010)

 

http://boldrini.blogautore.repubblica.it/2010/10/e-se-il-rumeno-fosse-stato-alessio/



http://www.avoicomunicare.it/blogpost/se-maricica-fosse-stata-italiana-e-il-suo-assassino-romeno




http://www.iromeni.com/

 


 

 

 

 


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