La propaganda del governo fa a botte con una realtà molto pesante
Ieri sono iniziate le disinfestazioni per prevenire rischi sanitari
Tendopoli, una vita difficile. Senza stufe e con la dissenteria
La situazione non è quella che dipinge il premier che è andato sette volte per rassicurare sulle sue intenzioni. Ma il freddo è pungente e lontano dalle telecamere la gente non sta bene. Polemiche tra i Comuni.
MARCO BUCCIANTINI
INVIATO A L’AQUILA
L’ottimismo al posto dell’acqua calda, le barzellette al posto delle stufe, l’incrollabile fiducia al posto della ragionevole realtà. Contro la dissenteria però non si può nulla. I volontari e le forze di polizia fanno il massimo, ma la situazione è ancora difficile, «e dire che va tutto bene non ci aiuta. Purtroppo dovremo creare ancora disagi a queste sfortunate persone, e non possiamo ingannarle». E la sobria lamentela della Protezione civile al campo di piazza d’Armi. Che tanto fa e tanto dovrà fare. Magari supportata dagli esperti: nella tarda serata di ieri sono cominciate le disinfestazioni nei campi. Quindi non va tutto bene, come ripete indefesso il premier. Ci sono i logici intoppi di queste convivenze promiscue e di fortuna, con l’inquietante fenomeno del randagismo ad aggravare le cose. Cani e gatti pascolano nelle macerie, e poi frequentano le tende. Che sono spuntate ovunque: ci sono 120 campi da controllare e assistere, un numero enorme, imprevisto da Bertolaso. Molti si sono organizzati spontaneamente, senza lo scrupolo e la conoscenza delle regole igienico-sanitarie, e solo dopo è giunta
L’OPUSCOLO
Da ieri in tutte le tendopoli girano gli opuscoli preparati dal sistema sanitario nazionale. Un vademecum sul comportamento e le precauzioni da tenere, soprattutto riguardo la conservazione dei cibi, specie nei campi ancora senza elettricità e quindi frigoriferi. Questa è l’insidia maggiore, ma non l’unica, come elenca Michele Fina, assessore provinciale all’Ambiente, con delega alla protezione civile: «C’è la questione dei bagni chimici, che i primi giorni sono stati svasati nella rete fognaria pubblica, ma questa è danneggiata. Tutta la rete idrica è lesa, le verifiche all’Aquila fanno già emergere un danno di un milione e mezzo di euro». Diffondere un’euforia ingiustificata non aiuta: «Per esempio, si continua a dire che il 50% delle case è agibile. Forse lo è dal punto di vista delle murature. Ma nessun controllo è ancora stato fatto sugli impianti del gas: come si fa a dichiarare agibile una casa prima di controllare eventuali danni alle condutture del gas?». Servirà tempo, inutile illudere gli sfollati, già alle prese con i problemi quotidiani.
SCUOLA GELATA
Berlusconi continua a visitare i “campi-modello”. Poco più in là si trovano anche situazioni più complesse: a Goriano Sicoli, in fondo alla Valle Sibequana, comune che rientra fra i cinquanta maggiormente colpiti dal sisma secondo il decreto di Bertolaso, le tende le ha trovate il vicesindaco, razziandole dal campo dell’Aquila. Le hanno montate i paesani. Sui viveri, c’è stato il compromesso storico: li hanno portati per primi i ragazzi di Forza Nuova, e a cucinarli ci pensano i giovani del Pd toscano, guidati dalla chef Sara Lai. Nessuno — fra esercito, Protezione civile — si è fatto vivo nei primi nove giorni dopo il terremoto. Nel campo di Poggio Picenze, dove giovedì s’inaugurò la scuola-tenda, davanti a un carnevale di telecamere, con il ministro Gelmini e con Berlusconi, ancora non ci si può scaldare con le stufe, 14 giorni dopo la scossa più violenta. Sono arrivate, ma l’impianto elettrico non le sorregge, e va rifatto. Il voltaggio è il problema anche del campo di San Gregorio, ma le docce adesso funzionano, sono 9 e gli sfollati sono 800. Cento per ogni doccia.
Poggio Picenze e San Gregorio sono paesi aggrappati alle falde del Gran Sasso, sempre sulla maledetta statale 17, quella che dall’Aquila va verso Popoli e poi Pescara, passando dai cimiteri del terremoto: Paganica, Onna, Barisciano. Alcuni di questi comuni sono entrati nella lista degli aiuti economici immediati, altri no, come quelli della Valle Peligna (che ha la rete idrica distrutta). Quale sia il discrimine, è ignoto. Nella prima mappa sono indicati appena cinquanta Comuni, a fronte di un numero di evacuazioni e sgomberi e lesioni accertate assai più alto. Il comune di Molina è a un palmo dall’epicentro, ma non sta nel lotto dei beneficiari. Di assurdo c’è già stato il terremoto.
l’Unità
DOMENICA
19 APRILE
2009
Disfattismo? Nota stonata nelle lodi solenni innalzate al tuttofare? O non, piuttosto, una seria presa di coscienza sul doppio dramma degli abruzzesi, ai quali è toccata non solo la sfortuna del terremoto, ma anche quella di trovare a capo del governo un personaggio, con gang aggiunta, che è una disgrazia lui stesso. E i suoi servi sono anche peggio.
Difficile che si faccia cenno, durante i numerosi collegamenti con l’Aquila, anche a questi problemi di grave disagio. Una pesante cappa di censura sta soffocando la semplice possibilità di conoscere e se, poniamo, una vignetta sfugge all’occhiuto controllo, allora si scatena il putiferio. Ripeto: stiamo ormai vivendo le prove tecniche di regime e forse il terremoto è solo la metafora di ciò che accadrà.
Illuminante la rassegna stampa di Enrico Bertolino a “Glob”.
Ci farei stare un pochino lui nelle tende.
RispondiEliminaArtemisia
Artemisia, io un po' più di un pochino. Meglio ancora si potrebbe trovare dietro le sbarre, ma il sogno nel cuore del papi a San Vittore temo che rimarrà solo un sogno.
RispondiEliminaUn caro saluto Artemisia e scusa l'enorme ritardo nelle integrazioni ai commenti.
Non ti preoccupare, Frank. Nessun problema.
RispondiEliminaHo qualche difficoltà invece ad "intercettare" i controcommenti su questa piattaforma. Su Blogger c'è il modo di "abbonarsi" ai commenti di un post e quindi vedo subito quando qualcuno interviene.
Qui su splinder non so come fare.
Francamente non vorrei registrarmi su tutte le piattaforme possibili anche perchè sono modi per beccarti indirizzi di posta che aumentano gli spam ecc.
Un caro saluto,
Artemisia