E’ uno degli intellettuali più seguiti degli Usa e del mondo, innovatore radicale sia della linguistica che dell’impegno sociale. Noam Chomsky si legge con piacere e appagamento dell’animo per la lucidità e incisività delle sue posizioni. In omaggio alla visita coloniale dell’amerikano riporto questo intervento pubblicato da “il manifesto” il 30 maggio 2007. Bush è una persona ignobile, coloro che fiancheggiano la sua delirante dottrina sono ignobili e il no, fermo e irremovibile di fronte alla militarizzazione del territorio italiano, il Dal Molin a Vicenza per esempio, è espresso con convinzione, assieme all’auspicio che sia vicino il giorno in cui l’America democratica riuscirà ad imporsi su questa di oggi guerrafondaia e cialtrona. Peggio non potrà essere.
Lo Scudo in Europa è una mossa di guerra
Noam Chomsky
il manifesto (30 maggio 2007)
L’installazione di un sistema di difesa missilistica in Europa orientale è praticamente una dichiarazione cli guerra. Provate a immaginare come reagirebbe l’America se la Russia, la Cina, l’Iran o qualunque potenza straniera osasse anche solo pensare di collocare un sistema di difesa missilistica sui confini degli Stati uniti o nelle loro vicinanze, o addirittura portasse avanti questo piano. In tali inimmaginabili circostanze, una violenta reazione americana sarebbe non solo quasi certa, ma anche comprensibile, per ragioni semplici e chiare. E’ universalmente noto che la difesa missilistica è un’arma di primo colpo. Autorevoli analisti militari americani la descrivono così: «Non solo uno scudo, ma un’abilitazione all’azione». Essa «faciliterà un’applicazione più efficace della potenza militare degli Stati uniti all’estero». «Isolando il paese dalle rappresaglie, la difesa missilistica garantirà la capacità e la disponibilità degli Stati uniti a “modellare” l’ambiente in altre parti del mondo». La difesa missilistica non serve a proteggere l’America. E’ uno strumento per il dominio globale». «La difesa missilistica serve a conservare la capacità americana cli esercitare il potere all’estero. Non riguarda la difesa; è un’arma di offesa ed è per questo che ne abbiamo bisogno». Tutte queste citazioni vengono da autorevoli fonti liberali appartenenti alla tendenza dominante, che vorrebbero sviluppare il sistema e collocarlo agli estremi limiti del dominio globale degli Stati uniti. La logica è semplice e facile da capire: un sistema di difesa missilistica funzionante informa i potenziali obiettivi che «vi attaccheremo se ci va e voi non sarete in grado di rispondere, quindi non potrete impedircelo». Stanno vendendo il sistema agli europei come una difesa contro i missili iraniani. Se anche l’Iran avesse armi nucleari e missili a lunga gittata, le probabilità che le usi per attaccare l’Europa sono inferiori a quelle che l’Europa venga colpita da un asteroide. Se dunque si trattasse davvero di difesa, la Repubblica Ceca dovrebbe installare un sistema per difendersi dagli asteroidi. Se l’Iran desse anche il minimo segno di voler fare una simile mossa, il paese verrebbe vaporizzato. Il sistema è davvero puntato contro l’Iran, ma come arma di primo colpo. Fa parte delle crescenti minacce americane di attaccare l’Iran, minacce che costituiscono di per sé una grave violazione della Carta delle Nazioni unite, sebbene questo tema non emerga. Quando Mikhail Gorbaciov permise alla Germania unita di far parte di un’alleanza militare ostile, accettò una grave minaccia alla sicurezza della Russia, per ragioni troppo note per rivederle ora. In cambio il governo degli Stati uniti si impegnò a non allargare la Nato a est. Questo impegno è stato violato qualche anno più tardi, suscitando pochi commenti in Occidente, ma aumentando il pericolo di uno scontro militare. La cosiddetta difesa missilistica aumenta il rischio che scoppi una guerra. La «difesa» consiste nell’aumentare le minacce di aggressione in Medio Oriente, con conseguenze incalcolabili, e il pericolo di una guerra nucleare definitiva. Oltre mezzo secolo fa, Bertrand Russel e Alfred Einstein lanciarono un appello ai popoli del mondo perché affrontassero il fatto che ci troviamo di fronte a una scelta «netta, terribile e inevitabile: Dobbiamo porre fine alla razza umana, o l’umanità è disposta a rinunciare alla guerra?». Accettare il cosiddetto «sistema di difesa missilistica» colloca la scelta a favore della fine della razza umana in un futuro non troppo distante.
non mi soffermo sul post
RispondiEliminati ringrazio di aver trovato un attimo per passare dal blog
si...in effetti ho "usato" Vinicius per un messaggio che avrei voluto scrivere a ciascuno di voi, anche a te Frank.
Amici forse è audace ma ti assicuro che avete aggiunto alla mia vita un ulteriore motivo di coinvolgimento,
per aver trovato nelle affinità o nelle diversità che ci caratterizzano un occasione in più di confronto scambio e condivisione
una presenza senza pretese ma discreta e partecipe delle vicende che si dipanano nel nostro quotidiano e se condivise ci fanno sentire meno opprimente il peso della solitudine
una compartecipazione distante ma vera che fonda la sua concretezza forse in un vissuto che spesso accomuna.
Ti saluto con affetto
Sil