Storie di cronaca che s’intrecciano e rivelano realtà amare. Composte da arroganza, stupidità, violenza e umana pietà. E poi gioia, serenità, quelle alimentate dalla quotidianità e arricchite dall’ascolto attento e affettuoso.
Di amore, in verità, ne scorgo poco nel primo episodio. C’è un mascheramento, un travisamento (dell'amore) e la domanda finale si impone: che ne sarà di lei e, in fondo, anche di loro?
Belluno, una bidella con tre figli è rimasta incinta e, ora ha una bimba
La famiglia dello studente avrebbe cercato di istigarla all'aborto
Lei trent'anni, lui solo quindici. Finisce in tribunale l'amore proibito
E ci sarebbero state anche minacce da parte della donna al ragazzo
BELLUNO - E' una vera e propria guerra giudiziaria a Belluno quella scatenata dall'amore proibito fra una bidella 30enne, Anna Michelin, e uno studente di 15 anni. La donna, già madre di tre figli, è rimasta incinta del ragazzo, dal quale ha avuto una bambina che ha oggi due anni. Dopo aver appreso della futura paternità, lo studente ha troncato il rapporto e da quel momento si scatena una vera e propria guerra fra Anna e i genitori del giovane: la bidella ha denunciato la famiglia del ragazzo per istigazione all'aborto e a sua volta è stata accusata per minacce telefoniche.
Il 30 novembre i genitori del padre-bambino, oggi appena maggiorenne, e Anna Michelin, che adesso di anni ne ha 33, si troveranno in Tribunale, tutti sul banco degli imputati. Gli uni per rispondere di violenza privata per aver cercato di indurla ad abortire e lei di minacce continuate nei confronti del ragazzino, che di quel figlio in arrivo non ne aveva mai voluto sapere. Minacce via sms anche per la fidanzatina del ragazzo, con messaggi del tipo "'se ti vedo in giro con lei ti spacco le ossa''.
Questa storia ricorda quella avvenuta negli Usa fra Mary Kay, insegnante 34enne e il suo allievo di 12 anni. Dopo la condanna di lei a sette anni e mezzo per violenza su minore e due figli, i due si sono sposati.
repubblica.it (11 luglio 2006)
Ancona, tragedia per una coppia di anziani. La donna era malata di Alzheimer
Il marito, 85 anni, l'ha soffocata, poi si è tolto la vita a coltellate
Uccide la moglie e si suicida, ma prima telefona al 118
ANCONA - Uccide la moglie soffocandola e poi si suicida con una coltellata al cuore. Aldino Manarini, 85 anni, di Ancona, ha messo così fine a un dramma famigliare che affondava le radici nell'Alzheimer. Ha ammazzato la compagna della sua vita, Luciana, 77 anni, poi si è tolto la vita. Prima, però, ha chiamato il 118 per spiegare quello che aveva fatto e che stava per fare. Intorno alle 19.00 Manarini ha chiamato il servizio di Pronto intervento: ha comunicato al centralinista di avere ucciso la consorte e di essere sul punto di suicidarsi.
La corsa dei soccorritori verso l'abitazione della coppia - un appartamento condominiale con giardino in via Manzoni - è stata vana. Una volta sul posto, il personale del
Stando a quanto è stato possibile ricostruire, Manarini - ormai pensionato, distintosi in passato per l'attività svolta a favore dell'Avis - avrebbe ucciso la moglie, da tempo malata di Alzheimer soffocandola, forse con un cuscino. Ha poi telefonato al 118, dicendo di averla strangolata, e ha quindi attuato il suicidio con un coltello, vibrandosi dapprima dei colpi all' addome e poi piantandoselo nel cuore.
Nonostante la crudezza della scena, alcuni particolari rilevati dagli investigatori sarebbero però significativi di un gesto compiuto da una persona animata da grande affetto per la compagna di una vita: il corpo di Luciana Manarini è stato infatti trovato seduto su una sedia in cucina, senza alcun segno esterno (solo lievi lesioni all'interno della bocca hanno rivelato la dinamica pressoria del soffocamento), con il capo appoggiato a un cuscino, come se il marito, sopprimendola, non avesse voluto farle del male. Dopo avere ucciso la moglie, l'uomo si è sdraiato su un plaid in un locale adiacente e si è dato la morte.
repubblica.it (12 luglio 2006)
Ma la vita è anche cronaca familiare, tenera e lieta.
Dal blog di Beppone.
“Ricordo benissimo tutti quelli che c’erano .. e che ci hanno festeggiato.. e le fatiche prima del matrimonio che credevo fossero immani.. ma quelle dopo.. quelle dopo le ho fatte tutte con un cuore diverso.
La nostra prima casa in affitto... le nostre risate... i nostri screzi... ricordo tutto di questi 9 anni.. la nostra Sara e i suoi occhioni aperti quando l’ho presa in braccio la prima volta…
Ti amo Franci ... se non ti avessi sposata la mia vita sarebbe stata soltanto un banale sopravvivere... e invece con te è vita...
Grazie di esserci... grazie di essere la mia metà mela da 9 anni.. grazie di essere una stupenda mamma... grazie di essere una moglie fantastica che mi sopporta e che mi sta vicino.. un po’ rompipalle a volte... ma spesso me lo merito anche...”
che dolore.
RispondiEliminalo sento sotto la pelle.
Dalla suggestione del nick all'essenzialità delle parole che fai cadere una per una, tali da essere assorbite. L'amore, accanto alla felicità, irradia anche dolore, magari prossimo venturo. Se vai alle origini di questo blog te ne renderai conto. Torna a visitarmi.
RispondiEliminatornerò
RispondiEliminacercherò
sentirò ogni parola.
piano piano,
di te.
(voglio essere una barbie. perchè è inevitabile che io sia tutt'altro. per lui e per me. siamo altro che bambole.è solo un'idea malsana, la mia)
RispondiElimina.. questo post è finito con una "happy end" e mi fa piacere.
RispondiEliminaSono concisa ma sai che non amo adulare nè i lecchinaggi che vedo in giro.
raggiolunare, ci possono anche stare le idee malsane come evasione dello spirito, poi nel reale è meglio essere ciò che siamo.
RispondiEliminamarzia,carissima. Sì, sono partito dal lieto fine per proporre due fatti drammatici che in tal modo hanno potuto meglio essere attenuati.
Quanto alla seconda parte del tuo intervento, rappresenta un succoso spunto per scrivere sulla blogosfera e sui rapporti che si creano. Sono d'accordo con te, in ogni caso, indipendentemente dal fatto che a esprimere l'opinione è un' amica.
Un caro saluto
Ciao, il primo episodio fa rabbrividire per il suo squallore assoluto. Nel secondo, tristissimo, invece leggo tanto amore, un amore e una disperazione così grandi da dare il coraggio di togliere e togliersi la vita. Pensaci, non può esserci amore più grande e più tragico!
RispondiEliminaPer fortuna hai chiuso il post con un'immagine felice che restituisce il sorriso.
Un caro saluto. Fioredicampo
Fioredicampo, è esattamente il senso che intendevo dare e che tu hai colto perfettamente. Lo squallore della prima storia viene riscattata dalla seconda:un amore grande e tragico, certo, il dolore vissuto nella compostezza e nella dignità prima di decidere che di amore si deve morire. Un gesto nobilissimo capace di riscattare una vita intera, mentre attorno i silenzi e l'indifferenza regnano sovrani.
RispondiEliminaSì, per fortuna la conclusione lieta su un altro versante, anche se proprio da lì sono partito per collegare storie così diverse.
Un caro saluto