lunedì 29 maggio 2006

Del delitto e della pena


“Oh l'hai vista quella che ha ucciso la madre e il fratello? Oh è una f...!”. L’osservazione “acuta” mi colpisce mentre giro le spalle ad un collega, ma l’approvazione non è richiesta a me che sto uscendo. Anch’io l’ho vista, certo, “quella” (Erika De Nardo) nel filmato proposto dal Tg1, mentre gioca a pallavolo. Anch’io ho notato quella ragazza longilinea, con i lunghi capelli legati dietro le spalle, gli occhiali da sole alzati sulla fronte, accaldata e la sigaretta tra le dita, discutere allegramente con le sue compagne di gioco, interessata a quanto accade in campo, coinvolta a pieno titolo nel micro evento agonistico.


Ma non ho pensato che fosse scopabile (traducendo il pensiero del collega), piuttosto mi sono chiesto dove fosse finita l’espiazione della pena, se l’eventuale senso di colpa avesse lasciato qualche traccia, certo fastidiosa, ma in certi casi inevitabile. L’ho guardata, questa giovane donna che massacrò, ancora adolescente, metà della famiglia, con compassione e un senso di fastidio. Poi, qualche giorno più tardi, la decisione della Corte di Cassazione, ha provveduto quasi ad assecondare i miei pensieri, respingendo il ricorso della ragazza che aveva chiesto la libertà condizionata per essere inserita in una struttura terapeutica. Non si è ravveduta, ha sentenziato la Suprema Corte per il “vissuto criminale” di “gravissima entità”, con ciò condividendo il giudizio del tribunale di sorveglianza dei minori di Milano che aveva già osservato, un anno fa, come “la condotta altalenante del soggetto era ben lungi dall’aver acquisito un senso di colpa reale”.


Erika deve scontare 16 anni di carcere, dovrebbe essere un tempo sufficiente affinché possa riprendersi la vita, che ha tolto un po’ anche a se stessa in quel 12 febbraio di cinque anni fa.


 

5 commenti:

  1. E' difficile vedere nel suo sguardo un lume di pentimento.. in quanto al collega.. purtroppo c'è tanta gente che ragiona solo in termini di gnocca o racchia...

    Beppone

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  2. Beppone, il ricco corredo fotografico allegato alle varie corrispondenze conferma le tue, le mie, le nostre impressioni che coincidono pure con quelle dei tribunali. Ci sarà anche il tempo del pentimento, mi auguro, dopo quello indispensabile dell'espiazione.

    Personalmente, sarei incapace di relazionarmi con Erika sotto il punto di vista esposto icasticamente dal collega.

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  3. sconvolta, basita, incredula, ho assistito per 3 lunghi giorni a servizi vari sulla suddetta in diversi tg...come può un'assassina diventare una star?addirittura,a causa della depravazioen congenita all'animo umano, un'assassina è anche più eccitante scoparsela...non voglio ragionare di pene ed espiazioni perchè non sono cattolica, ed evito queste categorie, ma sono certa che una così potrebbe solo fare del male se prima non realizza di averne fatte troppo con quel gesto...se non se ne rende conto ha problemi seri, e allora tanto meglio che resti dov'è, a farsi curare, e ad evitare di far soffrire ancora...tanta durezza perchè ho, come molt* una madre ed un fratello...e immaginarli privi di vita mi fa mancare la terra sotto i piedi...immaginarli così per causa mia mi fa vergognare di essere venuta al mondo...con che diritto, oltre che con che coraggio si commettono "gesta" simili???

    buonanotte

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  4. folata, esternazioni, come quella ascoltata e riportata, espresse con una superficialità sconcertante, simile a quella che governa modi e pensieri, purtroppo.

    L'orrore per il massacro compiuto non può certo venire sminuito dalla maggiore o minore dose di "scopabilità". E la sventurata deve ancora rielaborare tutto.

    Per il resto, servizi sui tg ed altro, è tutto quanto fa spettacolo, non importa come. Un chiaro segnale del malessere sociale che attraversiamo.

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  5. KlausDietermarzo 18, 2007

    (premesso che, sarà perché gli assassini non mi piacciono, ma io tutta questa bellezza proprio non la vedo....)

    Erika de Nardo non è l'eroina del terzo millennio. E' una ragazzetta vuota e mediocre, che crede di partecipare ad un picnic della parrocchia mentre gioca a volley, felice di godersi la celebrità e le telecamere.....

    Quando, a delitto ancora fresco, i più pietosi media s'interrogavano su "che cosa ne sarà di questa povera piccina omicida?" mi veniva da pensare - come anche ora: quella ragazzetta è troppo stupida, troppo mediocre, troppo limitata per capire che cosa ha fatto.... Non lo capirà mai. Nemmeno 16 o 20 o 50 anni di carcere potrebbero darle l'intelligenza che madre natura le ha negato!

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