giovedì 18 maggio 2006

13, il numero magico


Quelle insegne gialle e verdi delle ricevitorie che segnalavano, in ogni contrada, anche il tradizionale “Bar dello Sport”, appartengono alla memoria collettiva del Paese, soprattutto un Paese che stava rialzandosi dopo la catastrofica guerra e voleva ricostruire, dimenticare e divertirsi, prendendo confidenza con il piccolo azzardo rappresentato dalla sfida settimanale con abilità e fortuna. Più la seconda della prima, in verità.


Il 5 maggio 1946 venne giocata la prima schedina Totocalcio, nata dalla brillante intuizione di un giornalista sportivo, Massimo Della Pergola, ebreo triestino, mentre era graziosamente ospitato in un campo di prigionia. All’alba si chiamava Sisal, poi diventò semplicemente “la schedina” la cui compilazione rappresentava la tappa obbligata del sabato pomeriggio.


Ho ritrovato una di quelle schedine (non è quella della foto), una piccola “chicca”. Risale all’11 novembre 1979, ben lontana dalla profanazione del computer e delle giocate automatizzate. Ogni settimana un colore diverso ai bordi: arancio, verde, rosso e azzurro se la memoria non mi inganna. Perché poi questa ricognizione è condotta sul filo della memoria.


Quel tagliando, con le 13 partite di serie A, B e C, costituiva il passaporto per sognare, ogni settimana. Sogni innocenti, intendiamoci. Il ragazzino che ero allora compilava con accuratezza il tagliando "figlia", quello che - lo raccomandava una scritta verticale - andava conservato in caso di schedina vincente, perché il pagamento sarebbe avvenuto solo presentando quel tagliando. Otto colonne che si ripetevano nella tabella “spoglio” e, infine, in quella “matrice”. Con gli 1 X 2 che si susseguivano. Poi subito in ricevitoria dove il titolare disponeva di una rotella-tampone su cui faceva scivolare delle striscioline adesive di carta, mi pare verde che mutavano colore a seconda del numero delle colonne giocate (il rosso per il massimo di otto colonne) che poi andava ad incollare sulla schedina, la tagliava appoggiando il prezioso foglietto ad un righello e restituiva il tagliando “figlia” che poi avrebbe fatto compagnia la domenica pomeriggio, quando il campionato di serie A si giocava alla luce del sole (in tutti i sensi) e quei segni si alternavano a seconda del racconto che Ameri, Ciotti, Provenzali, Ferretti, Luzzi e Bortoluzzi dallo studio centrale, facevano.


Massimo Della Pergola è morto alcuni mesi fa, la schedina ha compiuto 60 anni all’inizio di maggio, ma mai come in questa circostanza dimostra il doppio degli anni che ha e il suo declino è ormai irreversibile. Come la nostra bella gioventù che non tornerà più.


7 commenti:

  1. Fantastico tuffo nei ricordi da bambino.

    Ti confermo tutti i dettagli.. compreso il fatto che quando sbagliavi una colonna dovevi riscrivere tutto daccapo..

    :)

    Grazie Frank

    Beppone

    RispondiElimina
  2. Ancora non mi hai detto, però, com'è andata a finire Licata-Ercolanese.

    Ciaobbello.

    RispondiElimina
  3. Beppone, e quanti ancora ce ne sarebbero di ricordi. E' verissimo: sbagliare a ricopiare una colonna era il terrore e così si procedeva lentamente e sembrava non finire mai. Però si prolungava il sogno. Grazie a te per l'apprezzamento.

    A presto.

    Ziby, di quale stagione? :-)))))))))))

    Ciao carissimo

    StellaCeleste, sei davvero impagabile con il tuo calore e colore delle foto. Grazie.

    RispondiElimina
  4. Collimo con la tua rievocazione. Della Pergola: ma quanto ha dato la mia città al mondo e quanto poco si muove oggi...

    io cerco di tenere un pò alto il livello di continuità...

    Ciao.

    RispondiElimina
  5. Silenzioindiomaggio 23, 2006

    confesso di non aver mai seguito molto ne il calcio ne il totocalcio

    mi ritorna alla memoria un'immagine Frank...le scedine che quasi settimanalmente mio padre giocava

    quanto tempo e "riflessione" per compilare le colonne ... profezia o speranza?... chi può dirlo! passione per lo sport si e tantissima.

    non sono stata partecipativa in queti ultimi tempi ma presente si

    un saluto caro

    Sil

    RispondiElimina
  6. sermau, infatti pensavo anche alla tua città, a me molto cara. Un’amara, ma inconfutabile considerazione. Appunto: per fortuna tu... È alto il livello, lo posso constatare :-)

    Ciao

    marzia, ricambio il saluto, in attesa di un lungo discorso da fare. Minaccia affettuosa :-)

    Un abbraccio

    Sil, è sempre bello ritrovarti, anche se lo so che ci sei, a prescindere da una partecipazione effettiva. Bella l’immagine di tuo padre. Era un rito sacro del sabato quello della compilazione della schedina, che richiedeva tempo e concentrazione. Più speranza che profezia, direi, accompagnata da quella che - giustamente osservi - essere la grande passione per il calcio. Quello del bel tempo che fu.

    Un caro saluto a te.

    RispondiElimina