E il cuore riprese a battere. Una mia amica l’aveva predetto.
Esco dall’ufficio più tardi del solito, ma non si tratta di straordinari, devo solo recuperare le ore mancanti. Per fortuna ha smesso di piovere, una nuvola di passaggio diretta altrove che ha però perduto buona parte del suo carico. Breve e intenso acquazzone. Temevo di inzupparmi e invece mi va bene.
Non prendo l’uscita secondaria, per guadagnare tempo; mi dirigo invece verso l’ingresso principale. E questa volta, prima di adoperare irrevocabilmente il mio budge, lancio una previdente occhiata verso la minuscola stanza del centralino. L. è lì, di turno. Noto che mi guarda anche lei, così mi avvicino, si alza dalla sedia e mi viene incontro.
Preliminari.
Mi fa piacere rivederla, glielo comunico apertamente. Si barattano saluti e lei è ancora più vicina. Pericolosamente sorridente. Tutto sembra sorridere in lei. Manifesta gioia, credo, oso credere. Osservo il suo viso paffutello, sembra una bambolina, perché non è molto alta, ma decisamente proporzionata. Indossa un paio di jeans, di quelli a vita bassa, odio e amore delle adolescenti (e oltre). La sua fascia anagrafica è (poco) più alta. Ma non guardo altro. Confuso.
Mi accingo a congedarmi e il fatto accade molto spontaneamente. La vista quasi si annebbia, il cuore esulta, prende l’ascensore per la gola. Quasi non ricordavo più un’analoga sensazione. Le vado accanto e la bacio sulle guance. Come fosse da una vita che ci conosciamo, mentre di lei, a parte il nome, so che è sposata, ignoro in che rapporti sia con il compagno e mamma, certo dolce, di un bimbo di pochissimi anni. Di me L. conosce ancora meno. Eppure sboccia quel saluto, quel doppio bacio sulle tondeggianti gote. Ma ancora non mi allontano. Qualcosa da aggiungere è, come minimo, indispensabile, per non enfatizzare quel gesto. Eppure non so che cosa dire.
Un tumulto di sentimenti: le persone in transito, il telefono che potrebbe squillare da un momento all’altro, i colleghi in ingresso nella stanza, visitatori esterni. Penso. Mentre ascolto il cuore che, come non mi capitava da tempo, sta battendo, anche forte. E mi blocca. Mi butto sul tempo, viro poi su argomenti più consistenti. La interesso, perchè mi ascolta attenta. E’ singolare, per uno che raramente si trova in imbarazzo con persone sconosciute, soprattutto di sesso femminile, non riuscire a trovare le parole per imprimere alla conversazione un tono apparentemente disincantato.
Eppure avevo molto discusso, fino a poche ore prima, con colleghe, sebbene di scarsa frequentazione in ditta, perché il nocciolo duro della questione rimane sempre lo stesso. Alcune anche carine, intriganti, ma il cuore stamattina era ancora silente.
Lo squillo del telefono spezza l’incantesimo. Mi rammarico e anche L. condivide, così aggiungo che dovremmo rivederci fuori, senza telefoni e scadenze pressanti. Resterà al lavoro, mi fa sapere (ci teneva ad informarmi?) fino al 24 ottobre (ha un contratto a termine). Ho poco tempo, dunque. Hai poco tempo, forse mi suggerisce, come mi piace immaginare.
Le metto una mano dietro la nuca, sopra il caschetto di morbidi capelli castano chiari e, se non ci fosse il viavai di persone, un altro bacio ci starebbe bene come saluto e augurio per il fine settimana. Lei continua a sorridere, ma infine deve sollevare la cornetta. Io stesso la incoraggio per non correre rischi.
Adesso una cara amica (e forse non solo lei) mi bacchetterà se sostengo che devo assolutamente far prevalere la razionalità sui sentimenti, eppure non si tratta soltanto di evitare precoci scottature, un’autodifesa necessaria, quanto di un frammento, Si tratta di un minuscolo frammento di un incontro, un altro pezzetto che, analogamente alla breve vacanza trascorsa con E., va a ricomporre il quadro sentimentale disastrato,
Sì, sono pronto, come profetizzato dalla mia amica, sono pronto a provare nuove emozioni, senza il rammarico di quanto perduto. E c’è stato quell’istante, un flash che annulla l’ambiente circostante, blocca il tempo per un infinitesimo di secondo e inebria con sensazioni magiche. Quella percezione mi ha fatto capire che, se ci fossimo incrociati per strada, scambiato i saluti, dialogato, quei due baci sulle guance avrebbero poi potuto cambiare destinazione. Con molta naturalezza. Forse.
complimenti per il blog
RispondiEliminaarianrhod
ARIANRHOD, benvenuta e grazie. Torna quando vuoi, c'è posto per tutti.
RispondiElimina:)
RispondiEliminaFrank...il desiderio di sognare, amare, quella miscela esplosiva che ci fa sentire vivi contro qualsiasi razionalità, possiamo tentare di tenerla fuori dalla porta...ma alla fine trova sempre qualche pertugio da cui infilarsi...un sorriso grande a te
Buon fine settimana
p.s.
cambiato di nuovo look?
mi piace
Allora è possibile tornare a vivere!
RispondiEliminaGrazie per avermi offerto una speranza.
Beato te che ritorni a sognare.
RispondiEliminaun sorriso e un augurio.
Bello il cuore che prende l'ascensore per la gola, io questa sensazione di solito la descrivevo come "farfalle nello stomaco", ma la tua espressione mi piace di più, con quel riferimento diretto al cuore come sede del sentimento.
RispondiEliminaUn abbraccio, e auguri!
p.s. mi piace il nuovo look :)
Gli amici servono anche per bachettare, no? Sennò a che servirebbero..:-)
RispondiEliminaTrovo il look decisamente più ottimista e migliore ( evidentemente c'è relazione con lo stato d'animo)..io ingrandirei solo il carattere in alto.
RispondiEliminaBacchettare...scusa.
RispondiEliminaMALIBRA, hai ragione, perché dev’essere proprio come affermi. Io dapprima sono stato disintegrato, quindi ho provato a recuperare i vari cocci sparpagliati, sempre pensando a “lei”, per quella speranza che non muore mai. Poi il ricordo si è affievolito, la speranza divenuta priva di senso, contestualmente all’emergere di altri volti, di altre conoscenze, di altri contatti. Fino alla sovrapposizione sull’ombra del ricordo a significare il riassestamento e la fine dell’esigenza di confrontare. E al dolore, straziante, immenso, ha fatto seguito la consapevolezza di nuove realtà. E le difese che si sono allentate.
RispondiEliminaQuell’attimo fuggente che ho avvertito venerdì scorso ha continuato a completare il quadro interiore, i pertugi, per restare alla tua metafora si sono allargati e qualcosa è accaduto. Mi fermo qui, alla constatazione che certe sensazioni stanno riaffiorando, senza null’altro considerare, progettare o sperare. Se mi volgo indietro, anche a un anno fa, per non andare troppo a ritroso, l’emozione di quel frammento palpitante mi ha restituito vitalità. E la guarigione prosegue. Con la complicità anche di anima queste pagine.
Un grande sorriso a te e buon inizio di settimana.
P.S. Sono contento che ti piaccia questo nuovo look. Casualmente ho scoperto che splinder proponeva nuovi template e ne ho approfittato per rifare la facciata.
MAGIADINUVOLA, benvenuta! Sì, penso che sia possibile tornare a vivere e mi fa molto piacere che attraverso la mia testimonianza tu abbia intravisto la speranza, anche se ogni storia è sempre molto diversa. Tuttavia il sentiero del dolore è lungo e contorto, pieno di curve che possono far sbandare. Occorre avere pazienza e speranza, molta fortuna anche, quella di incrociare persone amiche che attraverso vari contributi aiutino a venirne fuori poco alla volta. Il tempo, poi, gioca ovviamente un ruolo determinante, ma questa constatazione si è in grado di farla a posteriori, quando ci si guarda indietro e il desiderio è quello di non indugiare, perché ormai non avrebbe più senso. E che la tempesta sia passata te ne accorgi all’improvviso, senza forzature o illusioni. Appunto poco per volta.
Torna quando vuoi, sarà un piacere.
Ciao
ALDERABAN, per aiutare il sogno cercherò anche le occasioni adatte, ma senza esasperazioni, anche perché non è certo una situazione di partenza favorevole (sposata, con figlio: ormai sembra una costante). L’importante è stato constatare che l’attrazione completa, dunque non solo fisica (ché già c’era) verso un’altra donna è tornata e che avvertire certe sensazioni dà un senso di fiducia in se stessi e di aumentata autostima. Non è poco pensando, per esempio, alle condizioni in cui ho affrontato questo mio viaggio nella biosfera.
L’augurio, comunque, è sempre indicato. Grazie.
ROBYNIA, quello che scrivi non fa altro che confermarmi che sei una ragazza di rilevante spessore. E ne sono felice e fortunato (per averti conosciuta). L’espressione che hai sottolineato mi è venuta di getto, rivivendo quell’attimo fuggente eppure palpitante, come un ritorno ai battiti del cuore adolescenziali, a quel primo “ciao” ricevuto dal primo amore e attorno a cui la fantasia di allora costruiva scenari di zucchero e marzapane. Il cuore e tutto ciò che ruota attorno riveste la massima importanza, anche perché a quell’eterno sentimento desidero tornare a credere, bandendo isterismi o esasperazioni, senza modificare il mio modo di essere.
Grazie per gli auguri. A te ne faccio per un sereno inizio di settimana e poi dovrò pure tornare a trovarti!
Un abbraccio
P.S. Ho scoperto per caso i nuovi template di splinder, ho fatto alcune prove e ho scelto quello più adatto. Forse farò qualche altro ritocco, ma senza ulteriori stravolgimenti. Grazie per l’apprezzamento, comunque :-)))
Buon inizio settimana ..il mio week end è andato malissimo..la bambina piccola si è messa a fare superman :o/ e sono stata quasi 4 ore al pronto soccorso..un inferno!!
RispondiEliminaUn abbraccissimo ..
MARZIA, gli amici servono a prescindere. Un abbraccio
RispondiEliminaLEALIDIUNANGELO, grazie per l’augurio, ma certo che dev’essere stata angosciosa la permanenza al pronto soccorso. L’attenzione, quando si tratta di bambini, non è mai abbastanza. Adesso dovrai spiegare bene a tua figlia che non sempre ciò che si vede, magari in tv, può essere poi riproducibile nella realtà. Augurissimi a te e a tua figlia, assieme ad un abbraccio generoso.
è bello quando la vita ricomincia a farti delle sorprese ! un abbraccio e un sorriso
RispondiEliminaMARDOU60, vero e questa proprio non me l’aspettavo. La risposta che temevo non ci sarebbe stata più è arrivata, il cuore che riprende a battere conferma che le potenzialità ci sono tutte e che l’opera di ricostruzione, lentamente ma con costanza, prosegue. L’importante è non esagerare, senza cadere nell’eccesso opposto. Ma è stato bello avvertire certe sensazioni e percepirle non come illusorie, quanto reali. E’ come un morso dato ad una mela, anzi un morsettino, che fanno capire come questa sia saporita. Che finisca di mangiarla o meno, adesso è relativo. Le potenzialità andate smarrite stanno riformandosi, questo conta. Basta non pretendere l’impossibile, senza mettersi all’improvviso a correre.
RispondiEliminaUn abbraccio a te ed un sorriso.
A proposito di amici io non ho dimenticato la promessa fatta di verificare la dimensione del carattere. Dammi un pò di tempo e ti faccio sapere.:-)
RispondiEliminaUn sorriso non costa nulla,
RispondiEliminama vale molto.
Arricchisce chi lo riceve
e chi lo dona.
Non dura un'istante,
ma il suo ricordo è talora eterno.
Nessuno è così povero
da non poterlo donare.
In casa porta felicità,
nella fatica infonde coraggio.
Un bene che non si può comperare,
ma solo regalare.
Se Voi incontrerete chi un sorriso non vi sa dare,
donatelo Voi.
Perchè nessuno ha tanto bisogno di un sorriso,
come colui che ad altri donarlo non sa.
( F. Faber)
Questo sorriso è per te :o))
La bimba stà meglio..un abbraccissimo e buon martedi ^__*
Oggi posso essere solo un'amica, "a prescindere". E' vitale vivere nell'armonia tra ragione ed emozioni, nella musica dei sentimenti. Con affetto. harmonia
RispondiEliminaMARZIA, va bene, grazie. Prendi tutto il tempo che vuoi.
RispondiEliminaLEALIDIUNANGELO, gradevole presenza costante. La poesia è un bel dono che accetto e vado a conservare nella cartella delle cose più care Grazie. Sei una bella persona, non c’è che dire.
Felice che tua figlia stia meglio.
Un super abbraccio e... buon mercoledì.
HARMONIA, la tua amicizia, a prescindere o meno, unita alla stima, è tra le cose più belle che mi siano capitate negli ultimi tempi. Rispecchi in pieno il tuo nick, che infatti non è stato scelto a caso.
Ogni secondo della tua presenza è prezioso.
Come è bello questo farsi cullare dalla musica che sprigionano i sentimenti, nell’equilibrio delle cose: da auspicare e da raggiungere, spero.
Ti abbraccio forte, non solo perché ne hai bisogno.
Con affetto
come splendidamente racconti le emozioni...:-))
RispondiEliminaun sorriso
veradafne
VERADAFNE, si tratta di emozioni pienamente vissute, in un frammento oppure in un periodo più lungo, che trasmetto perché penso che ci possa sempre essere qualcuno che, in tutto o in parte, vi si riconosca, condividendo così le emozioni.
RispondiEliminaTi ringrazio molto per l'apprezzamento.
Un sorriso a te.