Quella dolce carezza del mattino, lei che mi avvolge come un gomitolo di seta. Morbida. Profumata. Brillano i suoi occhi scuri di una luce così potente da illuminare la stanza, ancora avvolta nella penombra. E parlano. Esprimono il desiderio di concedermi corpo e anima con una completezza unica ed incredibile ogni volta che si esprime. Esiste qualcosa che trascende la carnalità, sfociando in quella unione di anime, ben più salda e duratura di una fusione di corpi.
Le gioie non durano, peraltro, lo spazio di un mattino, ma si estendono a gesti anche semplici, di quella banalità quotidiana che tale invece non è se vissuta a fondo. Con la persona giusta. Porgere la tazzina del caffè, cercare altri biscotti quando in tavola ce ne sono in abbondanza. Seguire i gesti, assaporare gli aromi. Tutto in silenzio. Quando le anime parlano comunicano in profondità, irrompono come raggi di sole anche nella giornata più buia che ci possa essere. E quelle passate sono state, in ogni caso, luminose anche dal punto di vista meteorologico.
Anche le discussioni sembrano, in questo climax, prive di asprezza e di risentimenti. Pur se impegnative e, talora, spiazzanti. Poi basta un bacio a chiudere la bocca che ancora vorrebbe esprimersi, perché come può uno scoglio arginare il mare di tenerezza che sta travolgendomi?
… Napoli
“Quante Napoli conoscete? Quella della camorra, della disoccupazione, dei delitti sotto casa? Oppure quella dello scandalo della «monnezza»? Ebbene Napoli non è solo questo. È un universo misterioso e poliedrico, una «cittàmondo», con le sue facce doloranti e patetiche, la sua ricchissima umanità…”. Così il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli nel suo libro: “Non rubate la speranza” che è stato presentato ieri pomeriggio nella basilica di santa Chiara.
Ha ragione il prelato: la città partenopea racchiude un universo poliedrico che la rende indecifrabile. Però la ricca umanità che la popola è ormai sfiancata, tra l’altro, dal degrado ambientale che abbruttisce le persone, le rende intollerabili e rassegnate. Insofferenti e devastate sotto la cappa opprimente della puzza che sale dai cumuli di rifiuti. Ci si ammala anche nella mente così. Oltre che nel corpo. Quella che è emergenza sociale rischia ormai di degradare verso il più temuto allarme sanitario. Il caldo sta decomponendo i rifiuti che, come metastasi, intaccano ogni pertugio. Si soffre dentro e fa male al cuore assistere all’impotenza (e connivenza lungamente tollerata) di una classe dirigente gravemente responsabile: da destra a sinistra.
Fa male al cuore pensare alle potenzialità disgregate, alla speranza che sta per essere rubata alle nuove generazioni, unica risorsa disponibile perché questa città non muoia. Facilissimo montarci sopra una campagna elettorale (e vincere) illudendo la popolazione. Demagogico annunciare a Napoli il primo Consiglio dei ministri che intanto è già slittato al 21 maggio e rappresenterà una mera operazione di lifting, visto che il capobranco di lifting se ne intende.
Non entreranno mai in cronaca il disperato gesto del prete, che circonda con un telo l’abituale cumulo di spazzatura, per permettere uno sfondo decoroso per le foto dei bambini dopo la loro prima comunione. Oppure l’irresponsabile consiglio di una farmacista che indica, nel mucchio in strada, il luogo dove gettare le confezioni di medicinali scaduti. “Ma non disponete dei bidoncini per la differenziata?”. “Una volta, adesso non ci sono più” - risponde la dottoressa, neppure preoccupata di accertare perché manchino quei contenitori.
… la natura
Non c’è solo la “ricchissima umanità” a Napoli, ma esistono pure patrimoni naturalistici di incomparabile bellezza, inimmaginabili da trovare, per esempio, a pochi passi da Pianura. Prendiamo il parco degli Astroni, un oasi del WWF – info da Wikipedia - riserva naturale statale, che si trova tra Napoli e Pozzuoli ed è il cratere più grande tra i circa trenta che si trovano nella zona dei Campi Flegrei. È sede di un importante centro di recupero per la fauna selvatica ed è attraversato da sentieri naturali ed osservatori per l'avifauna. Il cratere ha un'estensione di
Queste alcune delle specie faunistiche che si possono trovare nel cratere:
Occhiocotto, Scricciolo, Capinera, Merlo, Ghiandaia, Picchio rosso maggiore, Picchio muratore, Folaga, Gallinella d'acqua, Airone cenerino, Garzetta, Tarabusino, Pavoncella, Porciglione, Poiana, Gheppio, Volpe, Faina.
Queste alcune delle specie floricole che si possono trovare nel cratere:
Castagno, Rovere, Farnia, Carpino, Olmo, Robinie, Quercia rossa, Pioppo canadese, Leccio, Erica arborea, Mirto, Lentisco, Ligustro, Giunco. Alcune delle specie suindicate sono state introdotte dall'uomo.
Percorrere i sentieri del parco offre la precisa idea di entrare in una favola, in una dimensione diversa e agli antipodi della caotica città che si è appena lasciata fuori. C’è da incantarsi ad ogni passo. La vegetazione è ricchissima e prorompente, la natura si esprime qui ai massimi livelli e il silenzio, notoriamente d’oro, assume in questo contesto una valenza ben precisa: permette di ascoltare la natura che parla, mettendo la sordina alle tante inutili parole di noi umani. Il Lago Grande è un luogo magico, proprio come si immaginerebbe in una fiaba. La vegetazione lacustre lo ricopre in parte, il gracidare delle rane ed ecco l’apparizione improvvisa delle anatre: un’intera famiglia con gli anatroccoli che s’inseguono e cercano goffamente di levarsi in volo. Il cinguettìo degli uccelli, lo stormire delle foglie, i raggi del sole filtrati da maestosi alberi, i sentieri ben tracciati. Un senso stordente di pace. Baciarsi così non ha prezzo. Frammenti di felicità indistruttibile.
un saluto, dopo aver letto..
RispondiEliminaNapoli.conosco la Napoli di una di queste foto ed e' l'unica Napoli che voglio ricordare.sulle anime che si parlano......un' altra volta ....!!!!
RispondiEliminaQuel chiostro di Santa Chiara con le bellissime maioliche del '700 mi emoziona e mi dà un senso di gioia ogni volta che ho l'occasione di vederlo. Grazie per aver parlato della Napoli non solo "monnezza".
RispondiEliminaross
forte Napoli.forte l'amore..il vostro.mi ricorda un altro grande amore.quando gli amori sono così valgono una vita.Napoli l'ultima volta che ci sono venuta ( era il 2004) la ricordo bella e ospitale.il giardino di capodimonte come un giardino inglese....coraggio ce la dovete fare.1 abbraccio nordista :))
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