Uno, due, tre pugni allo stomaco e poi stramazzi al suolo, anche se solo metaforicamente. Colpisce duro, durissimo e fa male. Lascia storditi e privi di parole. Come privo di speranza è tutto il film di agghiacciante bellezza. Si tratta di “Gomorra”, apocalittico affresco tratto dall’omonima opera di Roberto Saviano che Matteo Garrone (già regista de “L’imbalsamatore”) ha girato senza alcun filtro né compiacimento.
Ossessiva è la musica neomelodica, martellante in certi frangenti, che rappresenta il marchio di fabbrica di una realtà dove l’unica istituzione è quella dei clan. O con noi o contro di noi. Senza “vediamo”. Febbrile è il conteggio dei soldi che passano di mano in mano e chi li riceve li conta a sua volta. Lo scopo è uno soltanto: fare “punti”, cioè morti; il resto non ha alcun valore nel mattatoio.
Per buona parte del film scorrono i sottotitoli, perché è fondamentale l’impatto del dialetto, talvolta così stretto e “sporco” che pure gli stessi napoletani faranno fatica a capirlo. Alcune inquadrature sono impressionanti per lo squallore che trasmettono (le “Vele” dall’alto lasciano sgomenti), come pure la ressa per prendere le dosi di droga distribuite come fossero caramelle. Le “Vele di Scampia: il più grande spaccio all’aperto del mondo, come ricordano alcune annotazioni in coda al film, da cui apprendo pure (avendo appena iniziato il libro) che molti proventi illegali sono stati reinvestiti nell’acquisto di azioni di società impegnate nella ricostruzione delle Torri Gemelle a New York.
S’intrecciano cinque storie, nel percorso narrativo del film adrenalinico, senza pause. Superbo Toni Servillo, imprenditore nel settore smaltimento rifiuti. Commuove la storia del sarto; ci si aggrappa alla speranza del volto ancora pulito di un ragazzino, ma dura poco. Perché lo spazio per la speranza è negato. Anche la spes, tradizionale ultima dea, muore a pistolettate nell’ade di Scampia.
P.S. Non mi sono dilungato nei dettagli, perché nulla voglio togliere a chi andrà a vedere il film. Però preparatevi bene all’impatto. I miei sogni sono stati popolati da sparatorie e sangue.
mmm, mi ispira di più il libro. l'hai per caso letto?
RispondiEliminaho letto il libro.andrò a vedere il film..poi dormirò con la luce accesa. notte :))
RispondiEliminaNon andro' a vederlo... temo di non reggere e di comprare il primo biglietto per madrid appena uscito dal cinema.
RispondiEliminaGomorra non l'ho ancora visto ma penso d'andarlo a vedere al più presto al cinema.
RispondiEliminaCiao galaxy