lunedì 29 giugno 2015

Quando l'amore finisce


“Quando un amore finisce non evapora all'improvviso, ma perde piccoli pezzi un po' per volta. E ogni dialogo toglie e non aggiunge. Sottrae speranze, modifica orientamenti. Le conversazioni, da piacevoli e divertenti, rappresentano sempre più un'occasione per evidenziare i contrasti, dividere e non unire.

Un muro che viene costruito, forse senza neppure averne piena consapevolezza, eppure sostituisce quel ponte che invece si vorrebbe o potrebbe stendere da una riva all'altra del cuore. Era un sentiero prima percorribile, senza scorciatoie, senza diramazioni. Un fondo magari non uniforme, ma scorrevole e che giorno dopo giorno diventa acciottolato, un'erta difficile da scalare, ma su cui si prova ad inerpicarsi, perché ancora qualche speranza è possibile.

Poi ti ritrovi più povero. Ti accorgi che le risorse si stanno esaurendo, che quei dialoghi racchiudono irritazione e producono amarezza. Che non sono il momento tanto atteso della giornata, ma un'esperienza da sfuggire, da evitare. Che angoscia, invece di rallegrare. O almeno rasserenare.

Quando un amore finisce ti aggrappi ai ricordi, alle giornate più luminose, alle parole dette e ascoltate con apprensione. Ma non quella che sembra adesso precedere la frase definitiva, ma un'apprensione gioiosa, nell'attesa che precede quel momento particolare. 

Ti chiedi, anche, se sia stato reale quello già vissuto, talora con incredulità, perché quello attuale prelude ad una realtà che una volta sarebbe stata inverosimile e invece, adesso, è immanente, toglie il respiro, come facevano mancare il fiato quelle emozioni indimenticabili. E adesso sì irripetibili.

Quando un amore finisce non esistono artifici per mantenerlo in vita, perché le emozioni non si possono camuffare, soprattutto quelle negative che poi si trasformano da emozioni in angosce fino a conficcarsi in quel cuore ardente e pulsante. Sono frecce acuminate, intinte nel curaro, fanno male, ma non producono lo svenimento che vorresti, oh no. Anzi si fanno strada nella ferita aperta e stordiscono. Ma resti, purtroppo, lucido. E vorresti razionalizzare il fatto, analizzarlo, scomporlo in tanti frammenti, anatomizzarlo... No, adesso no, non è quel momento e non sai neppure se sarà utile farlo, se servirà a qualcosa. A cosa poi?

Quando un amore finisce hai perso ogni punto di riferimento, la bussola dei sentimenti è impazzita, non ritrovi più niente nel disordine amoroso. Ci si avvita su se stessi, evitando l'errore esiziale di farsi forza con i ricordi, di leggere ciò che si era scritto, di ricordare attraverso le foto quanto tu sia stato felice. Mentre la guardi in quelle immagini sorridenti e non sembra possibile che adesso, quella stessa meravigliosa persona, ti addebiti ogni colpa. Maledetto il giorno in cui ti ho incontrato. Certo, non lo dice, ma sostituisce l'espressione con una frase equivalente del genere: «sono responsabile del male che mi sono fatta conoscendo te».
Ecco, adesso l'amore è finito”.

Si interrompe. Si alza. Se ne va. Gocce di pioggia sul vetro della finestra scivolano come lacrime sul viso.



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