martedì 7 febbraio 2012

Ossessione bianca



Non appartengo alla generazione che ha conosciuto la tragedia della guerra, né a quella che ha patito nella ricostruzione. Sono arrivato dopo, senza alcun merito ovviamente ed è stata una fortuna. Nonostante questo, ricordo che la carne era riservata soprattutto alla domenica e alle altre feste comandate. Che l'attenzione all'uso di olio e di parmigiano era ogni volta raccomandata e che del pane si consumava fino all'ultima briciola. Forse, chissà, si producevano anche meno rifiuti.
Il deterrente adoperato, di facile presa, erano i racconti degli adulti sul periodo della guerra. Le descrizioni dei pasti, l'irruzione del mercato nero che, nell'immaginario di un bambino, si collocava come la residenza del famigerato uomo nero.
Suggestione prima e consapevolezza dopo, sta di fatto che ho sempre cercato di fare un uso consapevole delle risorse alimentari, di evitare lo spreco ed il superfluo, anche quando ci si può permettere di più (sempre maggiormente di rado).
Eppure, entrando in panetteria, ho provato sorpresa trovando la fila e, soprattutto, verificando che le scorte si stavano esaurendo. Il fornaio m'informava che, senza l'arrivo di nuovi sacchi di farina, entro un paio di giorni avrebbe dovuto calare la saracinesca. Altro che sotto la neve pane. Ma le sorprese non si erano esaurite, perché entrando nel supermercato rimanevo sconcertato. La visione era apocalittica. Come se fosse passato un branco di cavallette e avesse fatto piazza pulita di tutto. Il reparto ortofrutta semplicemente inesistente, il banco frigo svuotato. Di latte e derivati tracce residue. Esauriti anche i barattoli di legumi. Alcuni pacchi di pasta erano rimasti sugli scaffali. Per fortuna ho trovato la carta igienica. Scaraventato indietro di almeno mezzo secolo.
Se avessi disposto di più tempo ci sarebbe stato materiale, quello sì in abbondanza, per una modesta quanto significativa indagine sociologica su quello che le persone considerano necessario e ciò che invece ritengono superfluo. Esaminare poi i loro comportamenti, probabilmente compulsivi, inguaribilmente deteriorati dallo sfavillante consumismo.
Eppure sono stati sufficienti alcuni giorni di precipitazioni nevose, per quanto abbondanti, per far crollare la fragilità di un sistema che si millanta non solo come evoluto, ma pure inattaccabile.
Riconosco gli eventi eccezionali, amplificati però da infrastrutture decadenti se non inesistenti che hanno creato situazioni emergenziali in vaste aree della penisola. 
D'inverno, si sa, è molto probabile che nevichi, ma nello stesso tempo le previsioni meteo hanno raggiunto alti livelli di affidabilità, eppure non si è mai preparati a fronteggiare le varie situazioni. Tutto diventa subito catastrofico e viaggiare in treno, che di norma è un'avventura, quando la temperatura va sottozero, significa trovarsi a vivere autentici drammi. Il profitto dell'alta velocità, a discapito di tratte importanti, ma meno redditizie diventa la concausa di tutto ciò. S'inseguono opere faraoniche, che naturalmente non verranno mai realizzate, mentre si trascurano colpevolmente la salvaguardia e la tutela del territorio. Per non parlare del viluppo di competenze che produce il più scontato e stantio scaricabarile, lo sport nazionale per antonomasia.
Nel frattempo controllo le mie provviste, verifico che il pane nella madia sia sufficiente e preparo mentalmente una lista mirata della spesa, sperando che non tornino ancora le voraci cavallette. Tiene la luce, il gas non manca (e peserà parecchio sull'economia domestica), l'acqua continua a scorrere. Posso ancora reggere la spallata del tradizionale generale Inverno.

4 commenti:

  1. lasciamelo dire: secondo me si esagera. una nevicata più intensa del previsto o temperature più fredde del solito possono capitare.
    e non capitano poi tanto spesso, mi pare.

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    1. isi, qualunque cosa imprevista che avvenga in questo Paese manda in tilt l'ordinaria quotidianità, le abitudini e scatena anche i peggiori (ma pure i migliori) istinti.

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  2. Siamo sempre nell'ordinaria precarietà insomma :)


    benritrovato

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    1. Nulla cambia e, alla fine, è pure rassicurante.
      Bentrovato anche a te!

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