Quando arrivo a Napoli il 31 dicembre, a metà pomeriggio, la guerra è già iniziata. Lo scoppio dei mortaretti si unisce al quotidiano strombazzare di clacson, all’incessante traffico di auto, scooter, autobus e suv (neanche fossimo nel deserto del Sahara), in uno strepito assordante. Mi avvio verso il centro accompagnato da questa colonna sonora e più mi spingo verso i quartieri popolari e maggiore è il rimbombo dei botti.
I “bancarielli” lungo la strada mettono in mostra, penso volutamente, pochi prodotti, verosimilmente di copertura per lo smercio di materiale illegale. Le persone stazionano lì attorno, non acquistano, ma discutono, forse contrattano. A terra ci sono i segni della battaglia da poco cominciata.
C’è puzza nell’aria e, dalle nove in poi, si susseguono esplosioni di petardi senza soluzione di continuità, con un crescendo rossiniano di boati. Autentiche detonazioni che scuotono le pareti, mentre lunghe volute di fumo grigiastro salgono verso il cielo. Nelle narici si insinua un nauseante puzzo di polvere da sparo.
Napoli è una città che non dormirà questa notte, anche se il frastuono non esorcizzerà i mali che la stanno affossando.
Il profilo del paesaggio muta più volte, ora dolce tal’altra e spesso, selvaggio. La giornata grigia non lascia neppure intuire il caos che s’impadronisce di luoghi devastati in maniera impressionante dal passaggio umano. Ma è una fortuna, perché si può ammirare il poderoso impeto del mare che, infrangendosi sugli scogli, crea una schiuma bianca che incorona le rocce.
Lo sguardo si perde nell’infinito e il contrasto, con la montagna a sinistra che sembra voler quasi soffocare ogni curva e il mare a destra, è di stordente bellezza. Obbligatorio scendere, fermarsi. E ammirare il seducente panorama, mentre si deplora l’irragionevole stupidità umana che adora il dio cemento e lo santifica ovunque, deturpando un patrimonio che dovrebbe essere di tutti.
I toni chiaroscuri della mattinata vengono dissolti dalla fantasia di colori di un fruttivendolo che ha sapientemente disposto il suo raccolto. È ciò che offre la terra campana. Sarà un peccato quando questa policromia verrà offuscata.
Si arriva ad Amalfi immersi nel caos. La costiera si è svegliata, impossibile parcheggiare e mentre comincia a cadere qualche goccia di pioggia si fa marcia indietro. Il duomo sarà per la prossima volta. Una deviazione ad Atrani, il giorno prima che accada una tragedia tristemente annunciata, quando la pioggia diventa insistente e il traffico collassa.
Sulla strada del ritorno l’arcobaleno è una gioia per gli occhi, la deviazione ad Agerola, per fare rifornimento di latticini, si rivelerà successivamente una delizia per il palato.
A incuriosire era stato un episodio raccontato nel bel reportage sui beni culturali, girato dagli ottimi giornalisti di “Presa diretta” (dal 31 gennaio il programma ricomincia su RaiTre). Precisamente l’esistenza di una piscina romana affidata, per le visite, al buon cuore di una donna che ha l’abitazione adiacente. Siamo a Miseno, nell’immediato entroterra partenopeo, punteggiato da una miriade di graziose località quasi tutte mortificate dall’eterno problema del decoro urbano. Ma questa di un sito archeologico, affidato ad un privato, è troppo grossa ed inconcepibile. Eppure tutto corrisponde alla paradossale realtà.
La piscina mirabilis è un’opera imponente che lascia stupefatti per l’abilità ingegneristica dei Romani. Si può intravedere anche nello spot che celebra
A Bacoli le bancarelle del mercato di ortofrutta stanno smobilitando. Le clementine a 80 centesimi sono un’occasione golosa, il fruttivendolo chiede se può aggiungere un paio di zucchine (che hanno lo stesso prezzo) altrimenti andrebbero perse e alla risposta, naturalmente affermativa, le moltiplica per sei. Ma si fa pagare solo gli agrumi, succosi e profumati. Sono i calori e i colori di Napoli.
Bella vacanza (immagino che ormai ti sembri lontana). L'ultimo dell'anno che trascorsi a Napoli piu' di vent'anni fa e' stato davvero memorabile per me. Uno dei pochi in cui mi sono divertita.
RispondiEliminaMi ricordo anche della puntata di Presa diretta (gia' programmata la registrazione per domenica).
Ho letto anche le tue risposte ai vecchi post.
Sono contenta per la vittoria di Vendole, tu?
Un caro saluto,
Artemisia
Artemisia, e me lo chiedi anche? :-) Certo che sono contento per Vendola, anche se la vittoria vera sarà quella contro la destra. E temo nemici interni. Questi del Pd inseguono ancora l'Udc di Cuffaro....
RispondiElimina"Presa diretta" sarà un gran bel ritorno, il titolo della puntata è significativo: "Case da pazzi".
Sul campo ho potuto verificare l'assurdità diella custodia di un bene culturale, peraltro imponente e assai suggestivo. Abbiamo scattato altre foto della piscina, ma non potevo inserirle tutte nel post che ho potuo editare in ritardo, frenato dall'attualità. In ogni caso l'avevo già scritto sull'onda emotiva di luoghi, sensazioni ed altro che hanno contrassegnato il periodo, lontano certo, ma che ho rivissuto ieri sera, scegliendo le foto tutte scattate da me o dalla mia compagna.
Adesso cercherò di essere più presente, compatibilmente con il resto.
Un caro saluto, Amica mia.
Frank57
Mah, quanto alla vittoria sulla destra, magari! Ho sentito però che ci sono poche speranze.
RispondiEliminaSpero che i Pugliesi non facciano come i Sardi che ora forse si stanno rendendo conto per chi hanno votato.
Riguardo al poco tempo, non me ne parlare. Non ce l'ho fatta ancora a vedere Presa diretta (c'ho anche un paio di Report di arretrato :-) )
Un caro saluto anche a te,
Artemisia
Ottimo blog, aggiungi il tuo blog alla nostra directory www.guideimpresa.com. Saluti
RispondiEliminaArtemisia, mi comunichi segnali sconfortanti. Dobbiamo proprio sperare che la situazione sarda spalanchi tanti occhi. Però gli isolani erano stati avvertiti che il papi stava raccontando stupidaggini, come è uso fare, promesse che non verranno mai mantenute. Eppure ci hanno voluto sbattere il muso. E di brutto. Chi è causa del suo mal...
RispondiElimina"Presa diretta" efficace e illuminante, ma il Paese è sordo, cieco, assai malato e verremo trascinati tutti nel gorgo "mortale".
Si spera sempre, comunque...
Un caro saluto
Frank57
utente anonimo#4, grazie, ma con l'impresa il mio blog non c'entra nulla.
Saluti.