Ieri sera, nella trasmissione “Che tempo che fa”, c’era come ospite il Presidente del consiglio Romano Prodi, il quale alla domanda di Fabio Fazio sul Dalai Lama e sul mancato incontro, ha risposto con una certa veemenza e malcelata irritazione che, in primo luogo lui si trovava all’estero e, secondariamente, che nessuno lo aveva invitato, richiamandosi infine alla ragione di Stato. Una ragione che a me pare irragionevole e che andrebbe tradotta con un linguaggio più esplicito. “Se riconosciamo il Dalai Lama quale rappresentante del Tibet occupato dalla Cina, questa poi si arrabbia e di brutto, ci chiude le frontiere, impedendoci di sfruttare la manodopera cinese e negandoci tutte quelle opportunità che quell’immenso Paeseoffre. Insomma, questioni di business”.
Ora, accettare questa impostazione come quella corretta, significa piegare la testa e tutto il resto alla tirannia degli affari e dei soldi. Significa barattare la violazione dei diritti civili e delle migliaia di condanna a morte, eseguite ogni anno in quel Paese, con un più rassicurante atteggiamento che chiude entrambi gli occhi di fronte all’oppressione esercitata sulla popolazione tibetana, nonché al disprezzo per la vita umana che l’esercizio della pena di morte legalizzata autorizza a fare.
In sostanza, l’ipocrisia va sempre di moda e le ragioni del portafoglio continuano a prevalere senza che nessuno trovi ciò aberrante. Un motivo in più per non partecipare, con le rappresentative ufficiali, ai Giochi Olimpici di Pechino. Il boicottaggio: la vera e sacrosanta opportunità.
Pubblico qui un articolo apparso il 16 ottobre scorso su AsiaNews.it. Per non dimenticare l’effimera ondata emotiva che ci ha schiaffeggiato pochi mesi fa ed è poi scivolata via senza alcun rimpianto.
16/10/2007 10:48
MYANMAR
Boicottare le Olimpiadi di Pechino per liberare il Myanmar
di Piero Gheddo
Anche se ha scarse possibilità di successo, la proposta appare come l’unica strada per far muovere
Roma (AsiaNews) - Alcuni amici dalla Birmania mi scrivono: “Aiutateci! Per noi è problema di vita o di morte!”. Da Yangon uno molto ben informato scrive: “Le sanzioni economiche alla Birmania contano nulla, poiché il regime può schiacciare il popolo come vuole e quanto vuole. Ha azzerato l’unica forza di opposizione, i monaci buddisti, e può importare ed esportare tutto quanto gli occorre della Cina: i capitali gli vengono soprattutto dal commercio di oppio e dalla vendita di gas e di petrolio. Se non succede qualcosa in campo internazionale che possa liberarci da questa schiavitù interminabile, fra alcuni mesi tutto ritornerà come prima! A noi, schiavi del nostro tempo, pare che l’unica cosa da fare sia di boicottare le Olimpiadi cinesi. Crediamo sia la sola minaccia che può portare
Ancora oggi, dal Myanmar riferiscono della massiccia presenza di militari intorno alle due pagode più famose di Yangon,
Già si è parlato di boicottare le Olimpiadi dell’estate
Anche a noi di AsiaNews il boicottaggio delle Olimpiadi sarebbe l’unica proposta che potrebbe portare a qualche risultato concreto per la liberazione del popolo birmano. Non importa molto che poi possa avere più o meno successo. Da anni
purtroppo non siamo maggioranza perchè non ci rassegnamo all'idea del pensiero unico che massifica e convince. questo uno sfogo che tiene assieme molte cose che abbiamo scritto ultimamente.
RispondiEliminaa presto
baci
Beh, da parte mia, per la prima volta (considera che ricordo pure le Olimpiadi di Roma del 1960...) in vita mia non seguirò la diretta tv e cercherò di boicottare pure gli sponsor dei giochi, in attesa della lista ufficiale che al momento mi è ancora sconosciuta.
RispondiEliminaMi sono chiesto cosa avrei fatto io al posto di Prodi. Non è un risposta facile...
RispondiEliminafolata, repetita juvant (magari) allora. Non ci stiamo a questo stato di cose e insistiamo, anche se personalmente apparterrò sempre ad una minoranza di persone (come diceva Nanni Moretti in "Caro diario") che non si rassegnano, per esempio "all'idea del pensiero unico". Anzi siamo già in due :-)
RispondiEliminaBaci
Fratello, (quando si svolsero i Giochi Olimpici a Roma di anni ne avevamo 3...) la scelta che compirai è dolorosa, anche se gli orari dovrebbero agevolare la mancata visione televisiva.
Il boicottaggio, anche degli sponsor, è cosa buona e giusta. Io vado oltre e propongo, come vado sostenendo da tempo, la mancata partecipazione dell'Italia. In fondo ne aveva parlato il 1° novembre su "la Repubblica" Federico Rampini e anche se non mi pare ci siano state grosse reazioni io mi sento di insistere su una battaglia che non sarà vincente, ma almeno ne varrà la pena.
Un abbraccio
Vecchio, le tue parteciapzioni, di cui sono sempre lusingato, meritano ancora più attenzione. A me non è piaciuto il tono della risposta, oltre all'invocazione della "ragione di Stato" che appare sempre l'ultima ratio a cui ci si aggrappa quando la posizione è imbarazzante. Riconosco che non sia una risposta facile, ma i dubbi per me scompaiono se metto da una parte i diritti umani, la pena capitale e dall'altra la gigantesca cassa di risonanza rappresentata da Pechino 2008. E non ci sto ad adeguarmi alla "ragione di Stato".
Un caro saluto
Tempo fa ho scritto un post del boicottaggio delle olimpiadi in cina.
RispondiEliminaTe lo liko qui:
http://crisgi.splinder.com/post/14407726/Le+olimpiadi+in+Cina
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi... i punti per me più importanti sono nei commenti...premetto che io sono buddista ma credo che il bocottaggio non può servire a cambiare la situazione...serve ben altro.
Ps: sono contenta di essere capitato per caso nel tuo blog...mi piace molto ciao
criss01, allora torna spesso qui. :-) Intanto ho inserito nei segnalibri il tuo blog e ci passerò con calma, intendo passato il caos che - mio malgrado - devo affrontare (odio la frenesia).
RispondiEliminaSul boicottaggio sto provando a insistere, pur ritenendo che serva anche dell'altro. Ma ne parlerò da te.
Ciao, "grazie al caso" e, soprattutto, ai tuoi apprezzamenti.