domenica 20 febbraio 2011

Un ritorno tutto nuovo



Pago il pedaggio a sorella influenza e devo rassegnarmi, ma almeno dispongo del pc e...

Meglio riavvolgere il nastro delle ultime settimane per tornare ad un'altra domenica, quella del 9 gennaio, la prima trascorsa a casa del 2011. Ma anche una prima volta disastrosa, soprattutto pensando allo stato d'animo.

Rientrato il giorno prima, dopo aver provveduto a cancellare le tracce di una bella vacanza (disfare valigie, impostare lavatrici, accantonare i doni ricevuti) e ripreso contatto con la realtà e il calendario, soprattutto, che segnalava il ritorno al lavoro, penso che almeno un diversivo posso concedermelo. Perciò con tutta calma vado nella postazione informatica, cioè davanti al desk e premo il pulsante.

Bastano pochi minuti per procurarmi un brivido: la clessidra lampeggia sul monitor, rumori insoliti provengono dal case. Provo a fare finta di nulla e riavvio. In genere funziona, ma questa volta no. Identica situazione. Panico e sconforto, perché a differenza del passato adesso non posso più rivolgermi a quelli che erano colleghi. I tempi sono cambiati. Comunque un tentativo lo faccio alle 12:45 di una domenica già tormentata, inviando un sms alla persona che in genere mi assisteva. Non avendo più contatti da tempo esordisco con qualcosa del genere: “Come stai? Spero bene non come il mio pc”. Invio, ma poco convinto. Il cellulare tace, nel silenzio disperato ed irritante.

Inizia così un'attesa, in realtà scarsamente fiduciosa. Avrà ricevuto? Avrà letto? Come avrà reagito? Le amarezze si trascinano nel pomeriggio. In serata mi faccio più ardito: compongo il numero di casa, ma la risposta è disarmante: il nome che faccio è sconosciuto. Rispedisco lo stesso sms, stessa attesa e medesima conclusione. Allora provo con un altro collega, potrebbe avere notizie più aggiornate, come il numero. Anche con lui rapporti ormai inesistenti, ma se butti là qualche banalità si supera l'eventuale imbarazzo. E a me serve per arrivare al dunque. Annoto il numero che mi viene fornito e che avevo a suo tempo trascritto erroneamente, il cellulare è rimasto inalterato. Allora chissà perché non mi ha risposto. Ma nel frattempo si è fatto tardi e non mi pare il caso di tentare.

Riprovo il giorno dopo con una mail a cui segue la risposta che, più o meno, avevo paventato. Mi conferma, soprattutto, che in effetti i tempi sono cambiati e devo rivolgermi altrove, aggiungendo in un'estensione del passato che fu, il nome di un tecnico.

Affretto i tempi, porto l'illustre malato a destinazione e purtroppo il verdetto è sfavorevole, forse peggio di quanto ipotizzato. Salviamo tutti i dati su un supporto esterno, posta compresa. Poi ha via libera per procedere. Il fine settimana è dedicato all'acquisto di un nuovo computer, perché non posso conoscere i tempi necessari per la non certa riparazione e inoltre è impensabile restare privo di pc per un periodo indeterminato. Per incoraggiarmi, considero che comunque avevo da tempo l'intenzione di scegliere un notebook, da affiancare al desktop, magari da appoggiare in soggiorno con un router piazzato nel punto giusto.

La scelta si rivela indovinata, perché il vecchio pc è tornato in mio possesso solo un paio di giorni fa e nel frattempo ho familiarizzato con il nuovo sistema operativo Seven, mi sono adeguato piacevolmente alla nuova postazione che mi offre nuove e diverse opportunità, mentre il lavoro maggiore deriverà dall'esigenza di confrontare i dati, eliminare i numerosi file ormai obsoleti e approfondire l'uso e la conoscenza di Thunderbird, che ormai ho scelto per gestire la posta elettronica (meglio, molto meglio di OE) e anche di Open Office. Infatti tra le sorprese di Seven l'incompatibilità con Office 2003, perché solo Office 2010 è accettato (e non è installato di base, guarda un po'!), mentre Open Office legge ogni tipo di file ed è perfettamente compatibile.

Per non far torto al desktop dovrò dedicargli però rinnovate attenzioni. Di fatto mi ritrovo un pc potenziato, con il raddoppio della Ram e una nuova scheda madre, Office 2010, una serie di programmi indispensabili e la possibilità di collegare lo scanner (di cui faccio un discreto uso) e altre periferiche, mentre il portatile può ben supportare le chiavette Usb.

Ma perché mi sono dilungato in questa narrazione? Per spiegare l'assenza da questo blog, riempita in modo approssimativo da sporadici post che però non rappresentano la mia volontà di vivere il rapporto con lettori e commentatori. Da adesso mi auguro che la presenza sia costante, così come il contatto con coloro che sono (erano?) abituati a seguirmi.

Tralascio, perciò, le considerazioni sui rapporti con le persone, sulla fiducia negli altri, forse perché - come si usa dire – tutto è bene quel che finisce bene e che, in fondo, mi ritrovo una dotazione potenziata che forse, solo forse, ipotizzavo.

Certo che avere il notebook sempre a portata di mano costituisce una tentazione irresistibile: in pratica non te ne staccheresti mai, ma dopo le prime serate che si concludevano non prima dell'una, le due di notte, ho dovuto convenire che forse non era il caso di proseguire con queste dosi così forti. Così dopo aver placato l'astinenza forzata, mi sono imposto ritmi più “umani”. E adesso l'influenza con tentazioni pericolose: stare al calduccio nel letto con il pc accanto, ma so che saprò resistere.


1 commento:

  1. Ciao Frank. Ben tornato. Queste diavolerie tastieromunite sono degli ottimi strumenti di collegamento con il mondo ma quando ci fanno il bidone ci rendiamo conto di quanto siamo dipendenti.

    Un abbraccio,

    Artemisia

    RispondiElimina