"Qualche volta Dio uccide gli amanti per non essere superato in amore" Alda Merini.
sabato 24 settembre 2011
giovedì 22 settembre 2011
No Tav: il tabù
NO TAV, VIETATO PARLARNE
Intervista a Luca Mercalli - 21 Settembre 2011
Luca Mercalli replica alle accuse dei partiti ricevute dopo "Che Tempo che fa": «Vogliono ghettizzare i valsusini. Dietro l'opera ci sono interessi enormi, ci sono miliardi promessi a qualcuno e forse già spesi. Due ragazze "no tav" in carcere, i delinquenti liberi»
Luca Mercalli nelle ultime ore è stato bersaglio di pesanti critiche da parte di alcuni partiti politici (in testa il Pd) per aver espresso parere contrario alla Tav Torino-Lione durante il programma di Fabio Fazio "Che tempo che fa". Un attacco sorprendente che, però, fa emergere come gli interessi affinché la Tav venga realizzata siano enormi. Cadoinpiedi ha intervistato Luca Mercalli.
Perché una reazione così esagerata e compatta della politica al tuo intervento?
Questo me lo sto domandando anche io. Sicuramente è il segno che dietro a questa opera ci sono sicuramente dei grandi interessi perché se si arriva a una reazione così spropositata rispetto a un minuto di considerazioni, peraltro credo legittimate dalla libertà di opinione e anzi dall'informare la popolazione che non ci sono tutti i dati chiari a supporto di questa opera, è il segno evidente che sotto c'è qualcosa, che non è una "normale" opera a favore dei cittadini.
Cosa c'è di innominabile sotto la sigla TAV?
Ma credo che di innominabile ci siano tanti bei miliardi di euro estratti dalle pubbliche finanze e che probabilmente sono già stati promessi a qualcuno, o forse addirittura sono stati anche già spesi. E allora, adesso, non si può più tollerare qualsiasi voce dissonante che possa mettere in crisi l'inizio del cantiere e l'erogazione dei primi fondi pubblici.
Intanto due donne incensurate sono state arrestate, e sono in carcere da giorni. Non è anche questo un eccesso in tutti i sensi?
Ma infatti io sono stato fortemente attaccato per le parole che ho speso su questo fatto. Non ho certo difeso le due donne che non conosco, e poi io non ero sul posto, quindi non dico che il loro fermo sia stato ingiustificato. Ho semplicemente rilevato la sproporzione del trattamento che è stato loro riservato, considerando che sono due donne incensurate e che hanno una posizione nella società di una studentessa e di una madre di famiglia, perfino volontaria del 118. Penso che magari degli arresti domiciliari fossero più appropriati visto che ogni giorno vediamo delinquenti ben peggiori che girano a piede libero per le nostre strade.
E quindi credo che è dovere della magistratura dare delle motivazioni più opportune per non esasperare una situazione che in Val di Susa è veramente critica, perché le persone in Valle di Susa si sentono ormai completamente ghettizzate ed etichettate in blocco come delinquenti e nemici dello Stato. Io stesso sono stato accusato da alcuni politici di istigare all'illegalità e alle azioni contro lo Stato, che mi sembrano delle cose eccessive ma soprattutto mi sembrano delle situazioni molto imprudenti.
È una situazione dove invece bisognerebbe fornire alle persone elementi critici di giudizio basati sui dati ed è quello che ho chiesto nella seconda breve parte del mio intervento. Si esca da questo vicolo cieco e della contrapposizione e dell'ordine pubblico per rientrare nel dibattito rigoroso e scientifico basato sui dati che supportano, o meno, questa opera. Sappiamo che per il momento non ne sono stati presentati di credibili, c'è una petizione di 135 docenti universitari italiani che chiede di ristabilire una questione di metodo sull'esame di necessità dell'opera, se si passasse a questa fase io credo che si spegnerebbe tutto il problema dei sassi, del fortino, delle reti, delle persone che urlano e cose di questo genere, per passare a un dibattito assolutamente rigoroso sul piano del metodo scientifico.
Questa vicenda delle due ragazze in carcere, una madre di tre figli, ricorda Fuga di mezzanotte. Nessun giornale ne parla. Perché questo silenzio tombale?
Ma penso che faccia proprio parte di questa logica del ghettizzare una intera popolazione, una intera comunità. Ormai è da anni che noi assistiamo, io lo posso confermare vivendo all'interno di questa comunità e essendone parte, proprio un gioco all'indifferenza totale, a neutralizzare ogni genere di richiesta di esame delle istanze legate proprio alla necessità di questa opera, ignorando che non solo c'è una popolazione che protesta ma ci sono delle istituzioni. A me sembra incredibile che venga ignorata una Comunità Montana con un rappresentante di un partito politico, lo stesso tra l'altro che mi accusa. E questo è inaccettabile, è un rappresentante politico, è un'istituzione dello Stato italiano e quindi dovrebbe assolutamente essere ascoltato. Assieme alla Comunità Montana ci sono svariate decine di sindaci che sono altri rappresentanti dello Stato che si oppongono fermamente all'opera e che chiedono chiarezza. Quindi lasciamo perdere un attimo le proteste di piazza, andiamo sull'istituzionale e proprio dal piano istituzionale vediamo che anche queste istituzioni sono completamente ignorate.
mercoledì 21 settembre 2011
La miseria umana
Il trattatello immorale della signorina Terry
CONCITA DE GREGORIO
NO, non è gossip. È un trattato di antropologia culturale quello che Terry D e Nicolò, probabilmente Teresa, consegna al suo intervistatore in un video che da giorni migliaia e migliaia di persone stanno scaricando in rete. Un trattatello immorale in dieci semplicissimi punti, l'abbecedario della mutazione genetica di cui Pier Paolo Pasolini fu profeta e Silvio Berlusconi responsabile, per un trentennio suadente magnaccia.
Colpevole del delitto politico di istigazione alla prostituzione di una generazione intera, corruttore morale e culturale di un Paese. Sconcertante, ipnotica nel suo non essere mai sfiorata dal dubbio, semplicemente sicura di essere nel giusto la ragazza barese che ha trascorso le sue notti a pagamento in letti di destra e di sinistra fino ad arrivare al Letto Supremo espone in dieci minuti la quintessenza del berlusconismo. Parla all'Italia e molta parte dell'Italia - bisogna dirlo molto chiaro, questo - la trova ragionevole. Una ragazza che sa quello che vuole, che sa stare al mondo.
Del resto, molta parte dell'Italia politica, da diverse latitudini, le ha dato ragione. Dunque no, non faremo troppi pettegolezzi anzi non ne faremo alcuno. Semplicemente proviamo a decifrare le parole di una ragazza di vent'anni che ci spiega come si vive nel Paese in cui abitiamo, l'Italia com'è diventata. Dice Terry De Nicolò che «Tarantini è un imprenditore di grande successo, un mito». L'uomo che ha messo a verbale che «le donne e la cocaina favoriscono gli affari», che ha barattato prostitute in cambio di appalti, che con la moglie ha messo in piedi una ragnatela di ricatti per i quali è oggi agli arresti, è «uno che è riuscito ad arrivare all'apice, e non è da tutti».
È stato bravissimo e lo è, perché lui «ha vissuto giorni da leone mentre gli altri vivono 100 anni da pecora». Mussolinianamente, un mito. Se ora si trova nei pasticci è per via «dell'invidia, sono tutti invidiosi, è tutto mosso solo dall'invidia». Quindi, il sottotesto è: quello che conta è arrivare all'apice. Non importa come, anzi bisogna sapere come - con le donne, la cocaina, il ricatto - e semplicemente farlo. Non esiste un problema di rispetto delle leggi, esiste la legge di natura, che è la seguente: «Quando sei onesto non fai grande business, rimani nel piccolo. Se vuoi arrivare in alto devi rischiare in proprio, devi rischiare il culo. Per avere successo devi passare sui cadaveri degli altri ed è giusto che sia così».È giusto che sia così. Chi lo nega non è mosso da una diversa visione delle relazioni fra gli uomini ma da un risentimento personale: è invidioso, perché tutti potendo farebbero come Berlusconi, se non lo fanno è perché non possono. Difatti la sinistra «ha rotto le palle» con questa «idea moralista che tutti devono guadagnare duemila euro, tutti devono avere i diritti». Eccheppalle,i diritti. «Se vuoi guadagnare ventimila euro al mese ti devi mettere sul campo. Ti devi vendere tua madre. È così». Dunque apparentemente l'alternativa è guadagnare due o ventimila euro al mese, ventimila essendo la cifra appropriata al bisogno di ciascuno. Qui va detto che l'esegeta del berlusconismo dimostra pochissima conoscenza di un Paese in cui anche i duemila sono per una moltitudine una chimera. Ma è un difetto di dettaglio. Dunque, abbiamo detto: rischiare il culo e vendere tua madre. Si fa così. A sinistra, garantisce la ragazza che ne ha contezza, è lo stesso: «Solo che sono più loffi e non pagano». Fra l'originale e la copia è sempre meglio l'originale. Difatti per andare dall'Imperatore devi mettere una collana di smeraldi, «per andare con Frisullo ti puoi anche mettere la collanina dei cinesi».E veniamo dunque al cuore della questione: la prostituzione. Le donne usate come tangenti, retribuite per fare sesso: pagate in denaro, in seggi, in consulenze a Finmeccanica, in posti al parlamento o all'europarlamento e anche di più. E allora? Il problema qual è? Dice De Nicolò: «La bellezza, come dice Sgarbi, è un valore. È come la bravura di un medico. Se sei bella e ti vuoi vendere devi poterlo fare. Se sei racchia e fai schifo devi stare a casa.
È così da che mondo è mondo.
Tutte queste storie sul ruolo delle donne, che palle, quelle che non lo vogliono fare stiano a casa e non rompano i coglioni». Cioè: se una ha belle gambe non ha altri problemi della vita, ogni donna è seduta sulla sua fortuna come scrivono persino certi editorialisti, le belle vendono la patonza come i dottori la loro sapienza e finita lì. Le racchie a casa, a meno che non vogliano investire sul futuro: che significa farsi la quinta di reggiseno dal chirurgo e tirarsi un po' su le natiche. Una piccola spesa che vale la partita, l'Esteta apprezzerà e ti retribuirà per questo. L'Esteta, dice proprio così Terry De Nicolò, è l'Imperatore: «Davanti all'Imperatore non ti puoi presentare con una pezza da cento euro, devi avere minimo un abito di Prada. Perché lui è un esteta, apprezza la bellezza».
A chi dovesse obiettare che si tratta "solo" delle opinioni di una prostituta faremo osservare alcuni dati di cronaca recente.
Nei licei le ragazzine di sedici anni - non tutte, parecchie - hanno il book fotografico. Delle ragazze che visitano palazzo Grazioli una viene accompagnata in auto dal padre. Il genitore di una di quelle non ammesse minaccia di darsi fuoco. La madre della giovane che dal bagno del presidente del Consiglio la chiama per dire "mamma indovina dove sono" le risponde brava anziché chiamare la polizia. Il fratello della presunta fidanzata del premier, un giovane dell'hinterland torinese, famiglia operaia, alla domanda: è proprio sua sorella la fortunata? risponde «magari». La professoressa della scuola di Noemi Letizia, all'epoca minorenne, intervistata in tv dice «chi non vorrebbe essere amica di un uomo così potente?». Certo, naturalmente: non tutta l'Italia è così.
Non tutte le ragazze sono in fila per accedere al lettone di Putin, la manifestazione delle donne di febbraio lo ha mostrato. Tuttavia ce n'è abbastanza per dire che un modello di vita si è imposto, in questi anni. È il modello della prostituzione. È da sfigati dire che compito di un uomo di governo non è "foraggiare" le prostitute con buste da diecimila euro ma offrire loro possibilità alternative di vita e di lavoro. Se poi si azzardano a dare voti ai loro amanti, come Manuela Arcuri fa alle Iene, vengono depennate come volgari. Volgare cosa? Istigare alla prostituzione o piegarsi alla legge di mercato? In definitiva, volgare è dare voti sfogliando il catalogo degli uomini di cui si è fatta esperienza. «Questo ha fatto cilecca», ha detto ridendo Manuela Arcuri, ed è stata per questa colpa esclusa dalla lista. Più del giudizio dei tribunali l'Esteta teme, si vede, quello delle sue concubine. Nel tempo di cui l'Imperatore detta le regole l'impotenza è il solo fallimento intollerabile.A Terry De Nicolò, tribunale supremo, l'ultima parola.
(19 settembre 2011)