sabato 4 febbraio 2012

La sfiga della botta di culo



Una cara amica mi suggerisce di andare a leggere quanto prima un pezzo di Dario Vergassola pubblicato su “Il Venerdì” di Repubblica.
Resto perplesso, ma non replico e prometto che lo farò. In fondo Vergassola non è quel comico che conduce un programma su “La7” con Serena Dandini? Sarà un pezzo di satira, come mai dunque quella “calda raccomandazione”?
Ho capito il motivo solo quando ho finito di leggere l'articolo sottostante: bello da fare molta rabbia. E credo ci sia anche da essere preoccupati se un comico, che come mestiere dovrebbe far ridere e non ha più la concorrenza sleale a Palazzo Chigi, riesca invece a dar voce a tutta l'irritazione che le persone dotate di buon senso hanno provato leggendo la sublime bestialità del sottosegretario al Lavoro Michel Martone, peraltro sbertucciato a dovere da Marco Travaglio, giovedì scorso, nella trasmissione “Servizio Pubblico”.



nostri figli sfigati che fanno l’Università per diventare precari
di Dario Vergassola

Il viceministro del lavoro Michel Martone ha dichiarato: “Chi si laurea dopo i 28 anni è uno sfigato”. A questo punto mi chiedo quale sarà il prossimo passo del governo dei Professori: i bambini che non superano l’esame di primina, saranno gettati giù da una rupe come ai tempi degli spartani?
Parlo per esperienza personale: mio figlio, che io per primo giudico un privilegiato, ci ha messo parecchio a laurearsi perché ha perso tempo distraendosi appresso al cazzeggio, alla musica, ai viaggi, agli amici, alle fidanzate (così tante che mi meraviglio pure che si tratti di mio figlio). Nonostante questo non lo giudicherei mai uno sfigato, piuttosto lo chiamerei un incorreggibile pelandrone. Perché usando l’appellativo sfigato, invece, rischierei di offendere tutti quei giovani che magari si laureano più tardi della media, solo perché non hanno la fortuna di essere figli di un comico o di un avvocato famoso.
mi riferisco a un esercito di studenti fuori sede, che oltre a combattere contro la fatica imposta loro dai libri, dai professori universitari e dal disastro della riforma Gelmini, combattono tutti i giorni anche per sopravvivere e per pagarsi gli studi. Generalmente vivono in città piuttosto lontane da quelle dove sono nati, che raggiungono tutti i lunedì a bordo di treni scomodi, sporchi e sovraffollati per andare a passare la settimana in appartamenti accoglienti come garage ma costosi come attici, insieme ad altri studenti con i quali – in molti casi – condividono pure la stanza da letto e di studio (una condizione che certo non ti agevola la concentrazione quando sei a casa a preparare un esame).
Anche se a dire il vero loro in queste case non ci stanno poi così tanto, visto che spesso, dopo le lezioni, sono in giro a fare mille lavori: camerieri, babysitter, fattorini, addetti ai call center. Qualsiasi cosa – insomma – gli permetta di racimolare qualche soldo con cui pagarsi l’affitto (quasi sempre in nero), nonché la retta universitaria (sempre più cara).
Più che dei grandi sfigati io li trovo piccoli eroi. E non m’importa se ci metteranno più degli altri a laurearsi. So per certo che sia quei pochi di loro che diventeranno la futura classe dirigente del Paese, che quei tanti che saranno disoccupati a vita con laurea, saranno consapevoli del valore che hanno i sacrifici, sperando che anche a qualcuno di loro arrivi una botta di culo, come quella di diventare viceministro a 37 anni.

(3 febbraio 2012)

4 commenti:

  1. Ottimo!
    Frank, hai fatto bene a pubblicarlo: bisogna contrastare, per quanto possibile, le idiozie che ci vengono propinate da persone fortunatissime, come Martone, che neanche lontanamente immaginano cosa significhi cercare di laurearsi provenendo da famiglie con redditi medio-bassi.

    Poi il mondo universitario è talmente eterogeneo e variegato che non si presta in alcun modo a semplificazioni da bar dello sport.

    Notevole la "strigliata" di Travaglio su Servizio Pubblico. :D

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    1. Romina, costoro sono lontanissimi dalla realtà, il termine "sacrificio" lo usano per imporlo ad altri. Il privilegio viene fatto pesare in modo ormai intollerabile (la figlia della Fornero, per esempio).
      Personalmente sono stanco che qualcuno decida di applicare a me regole a cui, il proponente, non dovrà sottostare.
      Concordo con te, naturalmente. E Travaglio è stato impeccabile e implacabile.

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  2. Cosa dire? Voglio solo ricordare che in campagna elettorale 2006 il "padre nobile" della destra italiana [la madre invece è ignota, ma di sicuro minorenne...] disse sdegnato che era praticamente scandaloso pensare "che il figlio dell'operaio abbia le stesse opportunità del figlio di un professionista". Questi tizi dalla angrafe "giusta" dovrebbero semplicemente ringraziare il loro dio o chi per lui per aver trovato la pappa pronta, invece di lancirasi a parlare e sentenziare su universi a loro sconosciuti.

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    1. Trovo tutto molto irritante (per non dire peggio). E' accaduto che questi ministri (di un giverno che non mi è piaciuto fin dall'inizio) siano stati investiti da un'ondata di facondia che li porta a debordare facilmente. Dire e poi ritrattare, ridimensionare, parlare di "contestualizzare" le frasi. Insomma: un disastro. E non può andar bene, perchè chi c'era prima era inguardabile. Io voglio (vorrei) provare a scegliere il meglio, non il meno peggio.

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