martedì 21 luglio 2009

Stregati dalla luna






Se ne parlava da giorni ovunque e ad essere elettrizzati non eravamo soltanto noi ragazzi, ma pure gli adulti sembravano esser tornati alla fase della spensieratezza. Anche per loro sarebbe stata la prima volta e di colpo, senza esserne consapevoli, le barriere generazionali parevano dissolte, come liquefatte da quelle calde giornate estive.


La frenesia riempiva l’aria e non di rado, nelle sere di luna piena, mi ritrovavo col naso all’insù stregato io, come tanti, credo tutti, dall’evento di cui saremmo stati spettatori e, me ne rendo conto dopo quarant’anni, anche preziosi testimoni. Detentori di un primato epocale, baciati dalla buona sorte di essere chiamati in seguito a raccontare. Un privilegio unico.


Stavamo vivendo la storia con la soave leggerezza che l’età permetteva. E tutto aveva nuove sembianze.


Quella prima no stop televisiva, per esempio, che le immagini lattiginose di quello struggente bianco e nero rimandano con un tuffo al cuore, costituiva la novità assoluta. Significava poter stare davanti alla televisione senza sentir rimbrotti, rivoluzionando l’orario canonico della tv dei ragazzi e di Carosello, debordando in zone altrimenti “proibite“. Si poteva (e doveva) restare davanti allo schermo che nelle ore successive avrebbe regalato visioni indimenticabili.


Gli studi Rai attrezzati con il meglio che l’epoca garantiva, la magia dei collegamenti, le voci dallo spazio e dalla gigantesca struttura della Nasa, con più monitor che uomini. L’inglese tradotto in simultanea (che tenerezza quelle cabine che l’ottima puntata, ier l’altro di “Blob”, ha rivelato). Tito Stagno: il simbolo delle missioni spaziali. Ruggero Orlando: la voce amica. Apollo 11: la parola magica e onnipresente.


La lunghissima giornata televisiva non poteva però restare circoscritta agli studi Rai e così allestirono un programma propedeutico con documentari e film di genere. Giulio Verne, lo scrittore profetico, un regalo per bambini e ragazzi.


Ci nutrimmo di televisione, soffocando l’impazienza che ci stava pervadendo e contrastando l’ansia e l’eccitazione che stavano emulsionandosi. I minuti che separavano dal primo miracolo (e riproposti domenica sera) sono stati ancora in grado di emozionarmi. Ma l’allunaggio non fu certo sufficiente a placare l’insofferenza, anche se la visione innaturale di un veicolo spaziale, appoggiato sulla superficie del satellite,  concretizzava molte fantasie.


È il secondo miracolo che si attendeva, perciò andai a letto a malincuore, ma necessariamente, dopo aver ottenuto la promessa (che era pure una garanzia) di essere svegliato quando stava per realizzarsi quel secondo miracolo.


Fu mia madre a scuotermi dal sopore, come solo le madri sanno fare, in un’ora assolutamente insolita per me. Balzai giù dal letto e in cucina ritrovai la televisione accesa e tutti svegli, come se in quella casa – come in tutte le case del mondo – non ci fosse stato spazio per il sonno, quella notte. E ciò che era un sogno ad occhi aperti, stava per diventare realtà.

domenica 19 luglio 2009

Good Night, and Good Luck.







Quando mi avanza qualche minuto durante la giornata, spesso trascorsa in un confronto ravvicinato, per lavoro e non, con il computer, mi presto volentieri a soddisfare lo sfizio di curiosare tra le notizie del giorno e confrontare il rilievo che assumono nelle varie testate. Sempre che non vengano omesse, dolosamente o meno a seconda dei direttori e dell’editore di riferimento.


Lo spunto di partenza è Google News, spesso troppo appiattito sui giornali della “famiglia” (il che è inquietante). Il punto di approdo sarebbe indefinito.


Rastrello così notizie che fanno sorridere e che forse troveranno evidenza al massimo nel tg regionali, come la borseggiatrice arrestata a Pesaro. A suscitare ilarità sono gli 88 anni della medesima. Una che certo ad andare in pensione volontariamente non ci pensa proprio. http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/news_collection/awnplus_inbreve/visualizza_new.html_1618412746.html


Oppure la cafonaggine di un lautamente compensato giornalista (?) sportivo che ha insultato il portiere del suo stabile con l’immarcescibile: “Terrone”.


http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/cronaca/galeazzi-insulto/galeazzi-insulto/galeazzi-insulto.html


O, ancora, le spericolate suorine in ambasce per la salute del papa. Nei vari tiggì con un servizio al giorno non ce le leviamo di torno. Che uno di quei famosi gatti, magari nero gli abbia attraversato la stanza?


http://www.ansa.it/site/notizie/regioni/piemonte/news/2009-07-18_118400314.html


Poi, per non farci mancare nulla, abbiamo anche Mastella che si lamenta, un autentico ossimoro,  per la diaria che riceverà come parlamentare europeo. E questo, più che risata, genera disgusto.


http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/esteri/europa-parlamento/mastella-lamenta/mastella-lamenta.html


Ma risalendo l’ovvia gerarchia, di nuovo c’è... la vecchia ed irrisolta questione meridionale. Che ormai si risolverà per implosione. Eppure il recente rapporto della Svimez avrebbe meritato più attenzione e ulteriori servizi nei telegiornali anche nei giorni a seguire. Sul polso del papa sapremo tutto, però.


http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=6183&ID_sezione=&sezione=


Ci sono poi le notizie che non si devono conoscere e, quando ci si sforza, si ritagliano un riquadro, tra le previsioni meteo da una parte e gli allarmi rossi dall’altra. L’assassinio in Cecenia di una giornalista, Natalia Estemirova, come già accadde per Anna Stepanovna Politkovskaja, quasi tre anni fa. http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/200907articoli/45565girata.asp


La notizia più silenziosa di tutte è stata la testimonianza dei soldati israeliani sulla guerra di Gaza.


http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE56E07420090715


Anche il Tg3, che mi sembra abbia smarrito il suo ruolo di garantire informazione, si è adeguato al “sopire e troncare” di manzoniana memoria e ha evitato accuratamente di darne conto nelle due edizioni principali.  Che poi l’abbia fatto (se l'ha fatto) durante la notte è, come si può ben capire, irrilevante.


 


 

lunedì 13 luglio 2009

Il bouquet della domenica







Un illuminato commento sul pacchetto sicurezza; un’amara lettera e altrettanto amare considerazioni di Corrado Augias; l’interessante intervista di Nanni Moretti, di pochi giorni fa, da cui estrapolo le notazionii più interessanti.


Ho raccolto in un bouquet alcune cosine lette qua e là, trasformandole in un post multiplo. Nessuna velleità di inaugurare in tal modo una rubrica che, ne sono certo, non riuscirei a rispettare nella periodicità, piuttosto il desiderio di sparpagliare sulla bacheca virtuale i frutti dello sfoglio di quotidiani, senza la pretesa peraltro di aver rastrellato il meglio.


 


Il magistrato Raffaele Cantone, noto per il suo impegno nella contrapposizione alla camorra, mostra con molta chiarezza l’insipienza giuridica di legaioli e avventori di osterie, inutilmente oscurata dalla “cattiveria” di Maroni (un giorno si chiederanno il motivo di questo individuo collocato in un ruolo chiave e sarà pure arduo farlo capire, non dico certo accettare). Il pacchetto sicurezza d’altra parte si aggiunge alla politica degli annunci di papi & company, una politica fatta del nulla e a cui i media televisivi, in primo luogo, riservano uno spazio spropositato. Dipendesse dalla sua servitù in servizio permanente effettivo sarebbe santo subito, in mancanza di ciò la beatificazione è continua. E anche il Tg3 si è accodato, prendendo un abbaglio sulla via dell’Aquila.


 








IL PARADOSSO DEL PACCHETTO SICUREZZA


IMMIGRAZIONE CLANDESTINA


Raffaele Cantone


MAGISTRATO


 


Sono passati soltanto pochi giorni dall’approvazione dell’ultimo pacchetto sicurezza e, malgrado il testo non sia ancora nemmeno in vigore, la criticatissima norma sull’immigrazione clandestina sta creando i primi problemi.


Le inascoltate cassandre che avevano presagito l’inutilità della disposizione (per essere assolutamente incapace di arginare il fenomeno migratorio) e la sua dannosità (sia perché non consente di distinguere l’immigrazione criminale da quella di chi viene in Italia per lavorare sia perché le denunce intaseranno la macchina giudiziaria) stanno, forse, ottenendo un’inutile e tardiva soddisfazione. Uno degli esponenti del governo ha, infatti, già avanzato una richiesta di “sanatoria” per le badanti presenti sul territorio nazionale, conscio evidentemente del fatto che la nuova norma si applicherà agli stranieri che già vivono in Italia e che, quindi, potrà esserci un particolarmente negativo impatto sulle non poche famiglie che si avvalgono di lavoratori domestici non regolari. Altri autorevoli esponenti del governo, però, si sono immediatamente precipitati a rassicurare tutti, affermando testualmente che le nuove norme sulla sicurezza non incidono sulle persone che già sono in Italia perché riguardano solo il futuro e non sono retroattive.

Ora è vero che il diritto non è matematica e che l’interpretazione giuridica è una scienza non esatta ma è davvero un paradosso che una norma di carattere penale, il cui ambito di applicazione dovrebbe essere precisamente definito, si stia prestando già a letture così opposte.


In verità la norma non lascia adito ad alcun equivoco; il nuovo articolo, infatti, punisce «lo straniero che fa ingresso ovvero si trattiene nel territorio dello Stato, in violazione delle disposizioni del testo unico...».


Non c’è bisogno di alcun fine esegeta per capire il perché il reato è stato costruito in questo modo dal legislatore; se si fosse limitato a punire solo l’ingresso abusivo, sarebbe risultato applicabile in casi del tutto marginali, sanzionando, invece, il “trattenersi” consente un’applicazione generalizzata a tutti gli irregolari presenti sul suolo nazionale. Ed allora non c’è bisogno di scomodare categorie giuridiche quali quelle dell’irretroattività della legge penale né è necessario dilungarsi su concetti tecnici quali la natura permanente o meno del reato, perché è evidente che una volta che la legge sarà entrata in vigore qualunque straniero presente in Italia, senza regolare permesso di soggiorno, sarà destinatario della sanzione penale, indipendentemente dal fatto di avere o meno fatto ingresso in Italia prima o dopo l’entrata in vigore del pacchetto sicurezza.


l’Unità (9 luglio 2009)


 












Le responsabilità della sinistra, lucidamente richiamate da Corrado Augias nella risposta ad una lettera amara e sconsolata. L’episodio, quello raccontato, ormai diventato “normale”, triste spia della nostra epoca. Inutile dire che sono sacrosante tutte le ragioni di quella che è davvero una tragedia.


 


LA NOSTRA PAURA E QUELLE LEGGI RAZZISTE


Caro Augias, stazione ferroviaria della periferia campana, puzzo di birra ed escrementi. Una zia, in compagnia di due fanciulli, deve controllare l' orario del treno. Sulle panchine una coppia di senegalesi con un bimbo piccolo, due studenti scottati dal sole, altre tre persone circondate da birre. Il pannello degli orari è sopra di loro. La zia è costretta a passare accanto ai tre ubriachi che cominciano a fissarla per poi concentrarsi sui fanciulli. Sguardi espliciti, violenti. Per non spaventarli, la zia s' allontana. I tre riprendono a bere. Il capostazione li evita guardandosi bene dal chiamare il 112. I tre trionfano pisciando proprio all' altezza del cartellone. Poi attraversano i binari, si impossessano di una panchina: la coppia che stava lì preferisce andarsene. Arriva il treno. Tutti a Roma, tranne i tre che continuano a bere e a barcollare. Non c' è razzismo: ma il Male insinua pensieri pericolosi. A chi non verrebbe l' istinto di darle di santa ragione a una simile feccia? Poi però scatta la civiltà e ci fermiamo, augurandoci che i politici che votiamo trovino le giuste leggi che impediscano ai cattivi di nuocere. Questa destra sciatta ha semplificato la soluzione con leggi nazistoidi. Ma come reagisce questa sinistra vuota e salottiera?


Forse sbaglio ma vedo nel piccolo episodio segnalato in questa lettera il segno di una delle tragedie che accompagnano, segnano, la nostra vita. Tragedia politica, dunque tragedia per eccellenza. Una destra che con la legge appena approvata ha sparato nel mucchio mescolando legalità e arbitrio, delirio e impotenza. Salvo a rendere inapplicabili, alcuni articoli del suo stesso provvedimento. Voglio vedere chi riuscirà ad applicare la grottesca sanzione da 5 a 10 mila euro (!) a chi è privo del permesso di soggiorno, o il carcere per chi affitta una stanza a un clandestino. O chi potrà cacciare mezzo milione di badanti, indispensabili. O che succederà se qualcuno si rifiuta di farsi identificare o di farsi trattenere con la forza da una 'ronda' fatta di giovanotti con un basco in testa e magari un' aquila sulla manica. Siamo ancora una volta di fronte al miserando spettacolo di uno Stato che non riesce ad essere né forte né giusto e tenta di mascherare la sua debolezza facendo gli occhi cattivi e minacciando sfracelli. Dall'altra parte c'è però una sinistra che per anni ha ignorato i segnali di disagio, l' ira o la paura dei cittadini onesti che si sono sentiti abbandonati dallo Stato, lasciati in balia dei prepotenti, assaliti psicologicamente prima che fisicamente da un fenomeno senza precedenti in questo paese, che hanno chiesto invano una parola, un gesto che non sono mai arrivati. Una tragedia, appunto.


CORRADO AUGIAS c.augias@repubblica.it


la Repubblica  (9 luglio 2009)












E sempre da la Repubblica,  ma del giorno dopo, ritaglio alcune riflessioni di Nanni Moretti. Nell’intervista il regista romano trova modo di riecheggiare quel suo famoso appello in Piazza San Giovanni di alcuni anni fa (rimasto lettera morta), annunciando la preparazione di un documentario che racconterà le oscenità che si sono susseguite in Italia negli ultimi tre lustri, coincidenti appunto con la sciagurata entrata in campo del papi.


 


“Pubblico svegliati, il cinema muore”


(…) Ma questo non è il mio unico progetto. Sto accumulando materiale di repertorio televisivo che poi monterò. Per raccontare le oscenità politiche e giornalistiche a cui ci siamo abituati, o di cui non ci siamo accorti. Si chiamerà È successo in Italia. È tanto che dico "bisognerebbe farlo". Ho iniziato ad archiviare trasmissioni e telegiornali. È una cosa che tocca fare e la si fa».


Quanto indietro? Dall' inizio della vita politica di Berlusconi? «Pressappoco. La soglia del nostro stupore e della nostra reazione nei confronti di una catastrofe etica, istituzionale, umana, "culturale", si è abbassata sempre di più, sempre di più... fino a scomparire sottoterra. Fino a considerare normale un orrendo spettacolo, che in un paese democratico tutto è tranne che normale. Con questo lavoro non voglio convincere nessuno, voglio semplicemente ricordare che questo schifo, di cui fa parte anche il conformismo e il servilismo di tanti giornalisti, è successo davvero. Da 15 anni 60 milioni di italiani sono ostaggio degli interessi di una sola persona. Un' umiliazione impensabile fino a poco tempo fa. Da parte della sinistra c' è stata un' incapacità totale di reagire e affermare la propria identità. Si è fatta aggredire e sbeffeggiare. È arretrata in continuazione, ha adottato luoghi comuni come quello che non bisogna demonizzare Berlusconi per non spaventare i moderati. Su certe spaventose posizioni e leggi volute dalla Lega da sempre hanno avuto parole più nette alcuni settori della Chiesa. Il pragmatismo della sinistra la porta addirittura a corteggiare e a ipotizzare alleanze con la Lega. E invece no, sono portatori di disvalori, punto e basta. In questi anni la sinistra ha avuto paura di tutto. È stata prigioniera di personalismi senza personalità. Senza dimenticare lo slogan penoso della destra e di molti giornalisti secondo il quale il conflitto di interessi non interessa agli italiani, dato che la maggioranza ha votato Berlusconi. C' è un piccolo dettaglio: interessa alla democrazia. Spero solo che, dopo gli ultimi avvenimenti, almeno un risultato sia ormai acquisito: il tramonto dell' ipotesi che un tipo che si considera al di sopra della legge possa aspirare al Quirinale».


Non tutti i giornali si sono comportati come lei dice. «In quello che sta facendo Repubblica c' è finalmente un' idea di giornalismo. Non si può continuare ad accettare, come pugili suonati, la prevedibile sgradevolezza e violenza dei giornali di destra. Certo, avrei preferito che altre dieci, venti, trenta domande fossero state poste sui suoi rapporti con la mafia e con Dell' Utri, su Previti che ha corrotto la magistratura per conto di Berlusconi, sull' avvocato Mills, sull' incerta provenienza dei soldi negli anni 70. Molti anni fa si è preso tre reti televisive. Poi è stata fatta una legge apposta per lui. Da quel momento avrebbe potuto fare qualsiasi cosa. E così è stato». (…)


PAOLO D' AGOSTINI


la Repubblica (10 luglio 2009)

giovedì 9 luglio 2009

Sosteneva Frattini








La combinazione vuole che, proprio nei giorni bui in cui l’Italia si copre di vergogna con il varo di una legge razzista, assimilata subito dagli spiritati che hanno sciaguratamente scelto la destra al potere, scivoli fuori dall’archivio un articolo di un anno e mezzo fa, pubblicato su “il manifesto”, che chiama in causa l’ineffabile ministro degli Esteri Franco Frattini. Curioso che costui non abbia adoperato le stesse argomentazioni di cui si parla nell’articolo citato prima, durante e dopo la discussione in aula. Eppure è trascorso meno di un anno e mezzo. Ma la memoria, anche di un Frattini qualsiasi, è sempre più corta in un Paese smemorato e razzista che viene governato anche dalle osterie tra un vin brulé e l’altro.


 


Se Frattini chiama razziste le ordinanze dei sindaci leghisti

Vittorio Agnoletto





Nelle prossime settimane molti sindaci, in particolare quelli del nordest, saranno costretti a riscrivere parecchie delibere giudicate in contrasto con le normative europee dalla Commissione europea. Andranno cancellate quelle disposizioni che discriminano gli stranieri nell’assegnazione degli alloggi popolari e dei bonus scuola.


Infatti, rispondendo alle interrogazioni presentate dai parlamentari del centrosinistra a proposito della decisione del Comune di Verona di privilegiare i cittadini italiani residenti in quella città da lungo tempo, il commissario Frattini ha dovuto dichiarare che le attuali disposizioni europee: «Escludono qualunque possibilità per uno Stato europeo di attribuire particolari privilegi ai propri cittadini senza attribuire i medesimi privilegi anche ai soggiornanti di lungo periodo residenti in quello Stato membro», quindi agli stranieri residenti.


Con le stesse motivazioni è stata bocciata anche la delibera con la quale il Comune di Romano d’Ezzelino, in provincia di Ferrara, escludeva dall’assegnazione dei bonus scuola i residenti di Paesi extraeuropei, anche soggiornanti in Italia da lungo periodo.


L’Unione europea non si limita ad esprimere una condanna ma annuncia che contatterà le autorità italiane per sapere come intendono intervenire in ambedue queste situazioni


Il commissario Franco Frattini, rispondendo ad un’altra interrogazione degli stessi europarlamentari, ha dovuto anche condannare quanto affermato dal consigliere Giorgio Bettio della Lega Nord durante un dibattito nel Consiglio comunale di Treviso: «Sarebbe giusto fargli capire (ai cittadini stranieri) come ci si comporta usando gli stessi metodi dei nazisti. Per ogni trevigiano a cui recano danno o disturbo vengano puniti dieci extra-comunitari». Frattini ha affermato che tale «dichiarazione contrasta con i valori dell’Ue».


L’Europa non è solo una cassaforte alla quale chiedere finanziamenti per le grandi opere; l’Unione europea ha recentemente approvato una Carta dei diritti fondamentali che tutti sono tenuti a rispettare, a Strasburgo vi è anche la Corte europea dei diritti umani che risponde al Consiglio d’Europa.

Paradossalmente è proprio Frattini, esponente del centrodestra, a smentire le affermazioni con le quali sindaci della sua stessa parte politica dichiaravano che i loro provvedimenti trovavano giustificazione proprio nelle direttive europee.


Nelle risposte della Commissione si esplicita invece come quelle frasi siano proprio in contrasto con le direttive Ue: tra queste, la direttiva 2003/109 sulla situazione dei cittadini di paesi terzi residenti in uno Stato membro che abbiano acquisito lo status di soggiornanti di lungo periodo e la 2004/38 relativa al diritto dei cittadini dell’Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri.


Forse sarebbe ora che i dirigenti del Popolo della Libertà ne prendano atto: o si sta in Europa o si rincorre la demagogia xenofoba e razzista, le due scelte sono incompatibili.





il manifesto (22 febbraio 2008)


 

mercoledì 8 luglio 2009

Povera Patria



Sono le idee, le buone idee che mancano in questo derelitto paese, sempre più avviato verso l’inabissamento morale, prima ancora che economico. Solo che tanti continuano a ballare sul Titanic prima dello scontro fatale. E in molti restano folgorati da uno stregone in disarmo, invecchiato, irrobustito dal viagra e dalla prosopopea.


In buon numero, poi, frequentano quelle osterie della bassa che hanno figliato il nulla fatto persona come tal Salvini, addirittura doppio parlamentare. Carica che non poteva più ricoprire: tra Roma e Strasburgo ha scelto l’estero. Il video vergognoso in cui raglia, assieme ad altre nullità,  non c’entra proprio nulla con un atto dovuto.


In questa insensata vergogna senza fine le idee mancano, dunque. Poi sfogli un quotidiano, alcuni giorni fa e proprio le idee trovi, anzi ne vieni accerchiato. Insomma il commento di Adriano Sofri è eccellente, uno di quei pezzi che si leggono, si rileggono, si ritagliano e si conservano. Per dare fiato alla speranza.


 


 


LE IDEE


Ora l'italia è più cattiva


di ADRIANO SOFRI


 


Variando Pietro Nenni ("Da oggi siamo tutti più liberi") il governo ieri ci ha dichiarati tutti più sicuri. Da ieri, siamo tutti più insicuri, più ipocriti e più cattivi. Più insicuri e ipocriti, perché viviamo di rendita sulla fatica umile e spesso umiliata degli altri.


Infermieri e domestiche e badanti di vecchi e bambini, quello che abbiamo di più prezioso (e di prostitute, addette ad altre cure corporali), e lavoratori primatisti di morti bianche, e li chiamiamo delinquenti e li additiamo alla paura.


Ci sono centinaia di migliaia di persone che aspettano la regolarizzazione secondo il capriccio dei decreti flussi, e intanto sul loro lavoro si regge la nostra vita quotidiana, e basta consultare le loro pratiche di questura per saperne tutto, nome cognome luogo di impiego e residenza, nome e indirizzo di chi li impiega.


La legge, vi obietterà qualcuno, vuole colpire gli ingressi, non chi c'è già: non è vero. La legge vuole e può colpire nel mucchio. È una legge incostituzionale, non solo contro la Costituzione italiana, ma contro ogni concezione dei diritti umani, e punisce una condizione di nascita - l'essere straniero - invece che la commissione di un reato. Dichiara reato quella condizione anagrafica. Ci si può sentire più sicuri quando si condanna a spaventarsi e nascondersi una parte così ingente e innocente di nostri coabitanti? Quando persone di nascita straniera temano a presentarsi a un ospedale, a far registrare una nascita, a frequentare un servizio sociale, o anche a rivolgersi, le vittime della tratta, ad associazioni volontarie e istituzionali (forze di polizia comprese) impegnate a offrir loro un sostegno. Quando gli stranieri temano, come avviene già, mi racconta una benemerita visitatrice di carceri, Rita Bernardini, di andare al colloquio con un famigliare detenuto, per paura di essere denunciato? Lo strappo che gli obblighi della legge e i suoi compiaciuti effetti psicologici e propagandistici provoca nella trama della vita quotidiana non farà che accrescere la clandestinità, questa sì lucrosa e criminale, di tutti i rapporti sociali delle persone straniere. È anche una legge razzista?


Si gioca troppo con le parole, mentre i fatti corrono. Le razze non esistono, i razzisti sì. Questa legge prende a pretesto i matrimoni di convenienza per ostacolare fino alla persecuzione i matrimoni misti, ostacola maniacalmente l'unità delle famiglie, fissa per gli stranieri senza permesso di soggiorno una pena pecuniaria grottesca per la sua irrealtà - da 5 a 10 mila euro, e giù risate - e in capo al paradosso si affaccia, come sempre, il carcere. Carcere fino a tre anni per chi affitti una stanza a un irregolare: be', dovremo vedere grandiose retate. Galera ripristinata - bazzecole, tre anni - a chi oltraggi un pubblico ufficiale: la più tipicamente fascista e arbitraria delle imputazioni. Quanto alle galere per chi non abbia commesso alcun reato, salvo metter piede sul suolo italiano, ora che si chiamano deliziosamente Centri di identificazione e di espulsione, ci si può restare sei mesi! Sei mesi, per aver messo piede.


Delle ronde, si è detto fin troppo: e dopo aver detto tanto, sono tornate tali e quali come nella primitiva ambizione, squadre aperte a ogni futuro, salvo il provvisorio pudore di negar loro non la gagliarda partecipazione di ammiratori del nazismo, ma la divisa e i distintivi.


Tutto questo è successo. Ogni dettaglio di questo furore repressivo è stato sconfessato e accantonato nei mesi scorsi, spesso per impulso di gruppi e personalità della stessa maggioranza, e gli articoli di legge sono stati ripetutamente battuti nello stesso attuale Parlamento introvabile. È bastato aspettare, rimettere insieme tutto, e nelle versioni più oltranziste, imporre il voto di fiducia - una sequela frenetica di voti di fiducia - e trionfare. Un tripudio di cravatte verdi, ministeriali e no, con l'aggiunta di qualche ex fascista berlusconizzato. (Perché non è vero che il berlusconismo si sia andato fascistizzando: è vero che il fascismo si è andato berlusconizzando). La morale politica è chiara. Il governo Berlusconi era già messo sotto dalla Lega ("doganato": si può dire così? Doganato dalla Lega). Ora un presidente del Consiglio provato da notti bianche e cene domestiche è un mero ratificatore del programma leghista. Ma la Chiesa cattolica, si obietterà, ha ripetuto ancora ieri il suo ripudio scandalizzato del reato di clandestinità e la sua diffidenza per le ronde e in genere lo spirito brutale che anima una tal idea della sicurezza. Appunto. Berlusconi è politicamente ricattabile, ma non da tutti allo stesso modo. Dalla Lega sì, dalle commissioni pontificie no, perlomeno non da quelle che si ricordano che il cristiano è uno straniero.


Un ultimo dettaglio: le carceri. Mai nella storia del nostro Stato si era sfiorato il numero attuale di detenuti: 64 mila. Dormono per terra, da svegli stanno ammucchiati. La legge riempirà a dismisura i loro cubicoli. Gli esperti hanno levato invano la loro voce: "Le carceri scoppiano, c'è da temere il ritorno della violenza, un'estate di rivolte". Può darsi. Ma non dovrebbe essere lo spauracchio delle rivolte, che non vengono, perché nemmeno di rivolte l'umanità schiacciata delle galere è oggi capace, a far allarmare e vergognare: bensì la domanda su quel loro giacere gli uni sugli altri, stranieri gli uni agli altri. La domanda se questi siano uomini.


 


la Repubblica (3 luglio 2009)

venerdì 3 luglio 2009

Clandestino chi legge




Paolo Farinella (prete) è un nome che dice molto ai frequentatori del web, ma molto poco – forse nulla – alla generalità delle persone, quelle che magari vanno a messa la domenica, santificano le feste, ma poi danno ascolto alla pancia (e alla Lega) o peggio ancora alla gang del papi.


Giunge a proposito Paolo Farinella, prete, dunque, in una giornata che sancisce il definitivo regresso morale e culturale in cui sta inabissandosi il nostro Paese. Capita opportuna la sua voce nella mia casella di posta elettronica e prontamente la rilancio.


Ce ne vorrebbero molti di preti come Paolo Farinella, molti pieni della sua indignazione civile, molti ascoltatori delle proprie coscienze e non servi di un opportunismo che alberga nel Vaticano e dintorni. Ma ci accontentiamo anche di testimonianze forti e vibranti come quella di Paolo Farinella, prete. Che poi è anche esempio di vita: predica e razzola bene, insomma.


Per il resto il mio disprezzo è massimo non tanto verso gli ascari del papi, i servi e i banditi che lo circondano, perché è quello il loro malfamato ruolo, quanto nei confronti dei miei sciagurati connazionali che mi hanno condannato ad essere ostaggio di questa cricca di piduisti.


 


 


Il parlamento clandestino dichiara illegale la clandestinità (degli immigrati)


di Paolo Farinella, prete


Genova 2 luglio 2009. – Oggi è giorno di lutto per l’Italia fondata sul diritto e sulla Carta Costituzionale. Dopo i giorni della presidenza del consiglio trasformata in lupanare all’aperto, ecco i giorni della demenza giuridica e della vergogna di un governo che legifera solo per soddisfare i propri istinti e ignoranza. Due settimane fa il governo doveva varare la legge sulla prostituzione, penalizzando i clienti, su proposta della Mara Carfagna, non sappiamo (o forse sì?) per quali meriti divenuta ministra della moralità e approvata dal presidente del consiglio, «utilizzatore finale» di escort o prostitute a tre zeri. Qualcuno ha avuto la decenza di rimettere il disegno di legge nel cassetto, in attesa di tempi meno travagliati dalle parti governative. Occorreva qualcosa per distrarre dal porcilaio in cui l’Italia intera è stata annegata dal capo del governo e dei suoi manutengoli. La distrazione nazionale si chiama «il reato di clandestinità» da dare in pasto alle paure indotte dagli stessi che legiferano.


E’ legge, dunque, la norma che prevede il reato di clandestinità che per forza d’inerzia farà aumentare i clandestini come funghi dopo la pioggia; i centri di identificazione da luoghi di verifica civile diventano lager consentiti, passando da 60 a 540 giorni (il 900%). Oggi muore la decenza, muore il Diritto, mentre la stampa pubblica una lettera di un giudice costituzionale, «famiglio intimo» del plurinquisito» capo del governo con cui sfida  e sotterra la dignità dell’Alta Corte.


Nella legge che dichiara la clandestinità reato, c’è una norma che inasprisce il reato di mafia (il 41bis). È una trappola. Vedremo che tutti i governativi e la maggioranza al guinzaglio si farà scudo di questo articolo per screditarsi tutori di legalità integerrima: essi inaspriscono le pene alla mafia, ma fanno eleggere al parlamento e nelle regioni mafiosi condannati o in via di processo.


Se Cristo fosse fisicamente presente in Italia (cosa impossibile perché starebbe a 12.000 km di distanza dal vaticano!), sarebbe clandestino e verrebbe rinchiuso in un lager di «verifica» (?). Per sfuggire alla polizia di Stato, fuggì in Egitto e tornò solo dopo la morte dei suoi persecutori. Ai clandestini colpevoli di essere uomini e donne in cerca di dignità e agli Italiani e Italiane che hanno ancora il senso del diritto, diciamo due cose: noi speriamo che muoiano presto coloro che li perseguitano e da parte nostra combatteremo questa ignominia di cui proviamo vergogna e che disprezziamo come disprezziamo coloro che l’hanno votata.


Il presidente del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti, monsignor Antonio Maria Veglio, ha scritto: «I migranti hanno il diritto di bussare alle nostre porte. Basta demonizzare e criminalizzare il forestiero. L'arrivo dei migranti non è certo un pericolo. Sbagliato trincerarsi dentro le proprie mura». Gli fa eco il segretario del pontificio Consiglio, monsignor Agostino Marchetto: La nuova legge porterà «molti dolori e difficoltà agli immigrati» e noi aggiungiamo anche all’Italia perché farà aumentare in modo esponenziale la clandestinità.


Il catto-fascista Gasparri, insieme con gli altri governativi cattolici «similpelle» dichiara di «essere orgoglioso». Di fronte all’Italia che di degrado in degrado corre verso il buco nero dell’indecenza generalizzata, non riusciamo ancora ad udire un belato, un vagito, un gridolino della gerarchia cattolica che pare abbia assunto come nuovo stemma le tre scimmie storiche: non vede, non sente e non parla. La luce che doveva stare sul monte per illuminare le coscienze, è stata spenta e messa in sicurezza sotto il moggio, chiusa a chiave e la chiave buttata a mare. Il silenzio dei vescovi è un peccato contro lo Spirito che non sarà perdonato né in cielo né in terra.